Anno di pubblicazione | 2023 |
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Numero pagine | 140 |
ISBN | 979-12-205-0211-5 |
Formato | Cartaceo |
Autore |
Fragola Massimo |
Le concessioni balneari alla luce del diritto dell’unione europea (e della direttiva c.d. “Bolkestein”)
Queste riflessioni “scomposte” sulla oramai improrogabile soluzione del rilascio delle concessioni balneari in Italia, alla luce del diritto dell’Unione europea e, in particolare, come casus belli, della trasposizione della direttiva Ce n. 2006/123 del 12 dicembre 2006 (c.d. direttiva “Bolkestein”), non intendono risolvere sic et simpliciter una tematica complessa e spinosa che evidenzia, “a monte”, diffuse carenze di sistema perpetrate negli anni, laddove si tratti di “trapiantare” nell’ordinamento nazionale italiano direttive europee, ovvero, norme comunitarie in generale. Dal punto di vista giuridico – e politico – la questione è di evidente complessità. In effetti, appare più complessa dal punto di vista politico, sebbene, nel dibattimento rilevino varie e variegate fonti internazionali, europee, nazionali, nonché regionali e locali, e quindi, autorità, poteri e competenze differenziate e spesso in contrasto tra loro. Oltre il presente studio, attesa la complessità della tematica, appare verosimile che molti aspetti rimarranno irrisolti anche dopo l’adozione della tanto attesa legge nazionale italiana “sistematica e strutturale”; tematiche suscettibili, quindi, di sviluppi futuri così come, parimenti, nuovi contenziosi sono ipotizzabili. Dall’analisi complessiva delle questioni trattate se ne ricava una realtà radicata e fortemente complessa, sia per quanto riguarda lo status quo, sia per il quadro giuridico di riferimento e per quanto attiene al regime concessorio nazionale del demanio marittimo, sia, ancora, sulla ipotetica disponibilità di nuovi beni demaniali marittimi. Tuttavia, una legge organica e strutturale che possa dare chiarezza al settore e continuità al regime concessorio e alle attività dei concessionari balneari e marittimi appare indispensabile e improrogabile. Pur nel gradimento del refrain di Mina “per quest’anno non cambiare… stessa spiaggia, stesso mare” (1963) occorre, giocoforza, rivedere l’intero settore nell’interesse e nei diritti di tutti. E che quindi ognuno faccia la sua parte.
Editorial Review
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