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Raccuja

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l castello Branciforte di Raccuja è una struttura che testimonia le varie fasi della storia siciliana, dal regno di Sicilia alla Costituzione del 1812, che de jure abolì il feudalesimo. Rappresenta, anche, una parte della storia di questo piccolo, ma grazioso paese. La struttura, con il suo restauro, testimonia la volontà di riscatto e di crescita di questa laboriosa comunità, che intende essere artefice del proprio destino e, per questo, ha diritto di disporre di quelle opere necessarie perché possa risultare fruttuoso l’impegno collettivo dei suoi abitanti.
Il castello Branciforte agli occhi del visitatore si presenta come una splendida «casa forte», affiancata da due torri cilindriche (una delle quali crollata); è disposto su due piani nella parte alta del paese, dove, tra le tante costruzioni medievali, è l’unica struttura ad emergere dall’assetto urbano.
Su antiche strutture romane, bizantine e arabe, difficilmente individuabili nell’impianto architettonico attuale, venne edificata una possente costruzione di difesa ad opera del Gran Conte Ruggero d’Altavilla,.
Dopo i Normanni furono gli Svevi ad ampliare la costruzione, dando quella forma parallelepipeda attuale, e a sopraelevare di un altro piano l’antica struttura, comprese le due torri laterali cilindriche originariamente modellate a tholos (come si evince ancor oggi dalla copertura a cupola aggettante di quella ancor oggi esistente).
Dal 1552 furono conti di Raccuja i Branciforte, che vi stabilirono la loro mirabile dimora per tutto l’arco del Seicento e Settecento e modificarono e adattarono al loro prestigio la struttura castellana, che conservava ancora un aspetto vetusto e medievale. L’ultimo grande intervento risale alla metà del XIX secolo, quando il palazzo-castello, in seguito all’abolizione del feudalesimo, passò prima al regno borbonico e poi, nel 1860, al regno d’Italia.
Agli inizi del XX secolo l’intero complesso divenne proprietà privata, fu adattato a carcere mandamentale e subì alterazioni in molte sue parti.
Dopo il 1960 la struttura cadde in un pessimo stato di abbandono e fu spogliata di molti fregi architettonici. La conseguenza di questa incuria portò al crollo prima della torre di destra e di parte dell’ala sud del maniero e poi al crollo del tetto.
Dopo anni di interventi di recupero, oggi il Castello è fruibile in tutte le sue parti. E questo lavoro di ricerca, svolto con meticolosa puntualità dalla Ylenia Olivo, ci conduce per mano nella storia di questa struttura e di coloro che furono per molto tempo i possessori dell’intero territorio di Raccuja.
Ritengo che sia importante valorizzare i beni culturali in possesso del nostro territorio per dare sbocco e sviluppo al settore turistico, ma anche per rilanciare l’economia e creare nuova occupazione. Bisogna, quindi, puntare a uno sviluppo economico che si basi anche sulla ricchezza storica delle nostre zone, in modo che il patrimonio culturale, di cui disponiamo, diventi volano di sviluppo per le nostre comunità.

15,00

Reggio Calabria e dintorni Vol.II

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La storia e la millenaria cultura della città di Reggio Calabria dalla fondazione di Aschènez all’età magnogreca e romana, dall’età bizantina a quella medievale, moderna e contemporanea. Un grande volume “tutto-immagine” che racconta l’antica e l’odierna nobiltà di una delle città più belle d’Italia e della città più grande, bella e rappresentativa della Calabria.

Nel volume primo: La storia / La città / Il Museo nazionale archeologico / La Cattedrale.
In questo volume: Le altre chiese / I dintorni / Indici.

100,00
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Scanderbeg tra letteratura e radici mediterranee

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Questo contributo è il risultato di un convegno svoltosi a Gravina in Puglia nel gennaio 2006, con relazioni e interventi di studiosi e operatori istituzionali. Emerge, come si potrà notare dagli scritti, un percorso di estremo interesse che tocca vari aspetti che vanno dai processi storici a quelli letterari, dalle realtà geografiche alle eredità dei Castriota-Scanderbeg in terra di Puglia. Terra che ha accolto l’esodo dei profughi albanesi già dalle prime “fughe”. Scanderbeg campeggia con la sua statura di condottiero e con la sua imponente strategia politico-militare. Un contributo significativo perché pone in essere alcune chiavi di lettura che toccano riferimenti che hanno poi caratterizzato tutta la “cultura” della diaspora del popolo albanese. Tuttora Scanderbeg resta uno straordinario personaggio attraverso il quale è possibile comprendere sia la cultura cristiana sia la storia musulmana. Baluardo della cristianità, resta un faro dentro quel messaggio Mediterraneo che è voce e destino di una civiltà. Questo volume invita a riflettere e pone altresì delle sottolineature che riguardano i processi etnici che restano vitali in tutto il mondo occidentalizzato. Scanderbeg in Puglia è un tratto di unione tra due sponde ed è su questo che il lavoro tocca delle novità e originalità interessanti.

15,00

Storia della Calabria e del Meridione d’Italia Vol. I (Nuova edizione) La storia e la cultura

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La grande storia e la straordinaria cultura della Calabria e del Meridione d’Italia dalla preistoria all’età greco-romana, dal periodo bizantino all’età medievale ed a quella moderna e contemporanea. Due grandi e importanti volumi di intensa e rigorosa narrazione storica e di avvincente e incredibile spettacolarità.

In questo volume: La storia e la cultura dall’antichità all’età contemporanea.

Nel secondo volume: Le immagini della storia e dell’arte/ La produzione libraria pre-unitaria.

150,00

Storia della Calabria e del Meridione d’Italia Vol. II Le immagini

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La grande storia e la straordinaria cultura della Calabria e del Meridione d’Italia dalla preistoria all’età greco-romana, dal periodo bizantino all’età medievale ed a quella moderna e contemporanea. Due grandi e importanti volumi di intensa e rigorosa narrazione storica e di avvincente e incredibile spettacolarità.

In questo volume:  Le immagini della storia e dell’arte/ La produzione libraria pre-unitaria.

Nel primo volume: La storia e la cultura dall’antichità all’età contemporanea.

150,00

Storia della Calabria Partigiana

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Solo in anni piuttosto recenti è stato definitivamente riconosciuto il contributo del Mezzogiorno nella guerra di Liberazione che oppose i partigiani della causa italiana alla tirannia fascista e nazista. Dura, invece, a morire l’opinione che vorrebbe ridurre i partigiani meridionali a soldati intrappolati a nord dopo l’armistizio, l’8 settembre del 1943. Il racconto degli antifascisti della prima ora, dei militari che vollero restare fedeli al loro giuramento, dei lavoratori emigrati e pronti a intervenire in armi contro i tedeschi supera anche quest’ultimo pregiudizio. Le singole vicende dei calabresi si fondono, nel quadro più generale della storia della Resistenza, in un racconto nuovo, nient’affatto retorico, nient’affatto scontato.

12,9925,00
ebook - cartaceo

Storia di famiglia

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Proprio come un giacimento d’oro in vena, di oro cioè che ricorre non tanto nella roccia quanto nelle fratture, questo libro rivela quelle vicende familiari che si nascondono tra le pieghe della storia.
Indagando la peculiare epopea della sua famiglia, l’autrice tratteggia con grazia e curiosità lo spirito del tempo.
Una rigorosa ricerca documentale è il combustibile del racconto. La innegabile passione ne costituisce l’innesco. La combustione che ne consegue permette che emergano, di pagina in pagina, tutte le intenzioni e le ambizioni dei protagonisti.
Lettura lieve e godibile non ha certo la pretesa di competere con i poderosi testi specialistici ma si occupa di suggerire la formidabile ricchezza e l’inestimabile valore delle radici familiari.
Risorse preziose. Come l’oro.
Danilo Giammarino

14,00
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Storia religiosa della Calabria

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Solo la tenacia, la passione e la competenza del Preside Prof Imperio Assisi potevano affrontare l’immane fatica di cimentarsi con una storia delle congreghe della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. La mole dell’opera in due ponderosi volumi esprime la complessità della ricerca, la capacità e l’abilità del ricercatore, la certosina pazienza e la diligenza nell’esaminare, valutare, ordinare una valanga di documenti. Confrontarsi con la storia delle congreghe è immergersi in una delle pagine più vive, autentiche, genuine – a volte travagliate e sofferte anche nei rapporti con la gerarchia ecclesiastica – della vita dei nostri paesi: per più secoli infatti hanno costituito il nucleo centrale della loro crescita, innervandosi su di esse tutto il cammino della comunità. Le congreghe, per la loro grande forza di aggregazione e organizzazione, travalicano il puro e semplice fatto religioso per diventare presenza incisiva e feconda nel tessuto sociale e civile in un impegno deciso di costruzione della città terrena con la testimonianza fedele dei valori evangelici diventando lievito e fermenti di progresso e di promozione umana e civile. Esse hanno saputo cogliere e rispondere alle esigenze, alle attese, ai bisogni religiosi e sociali delle popolazioni urbane e rurali diventandoforzapropulsiva di socializzazione e solidarietà. Hanno saputo realizzare iniziative e attività capaci di soddisfare prima di tutto i bisognispirituali, ma atte agarantire sostegno e aiuto nei momenti difficili egravi della vita individuale e collettiva: malattie, calamità, povertà emargina­zioni, necessità di ogni genere. Con le congreghe nasce un vero servizio di attività caritative e sociali. Persecoli le congreghe hanno rappresentato la forma principale dipartecipazione del laicato alla vita della chiesa, anzi – insieme ai Terzordini – erano l’unica forma dipresenza del laicato organizzato, come strumentiprivilegiati di formazione religiosa organica, di istruzione e promozione. La lettura attenta dell’opera deI PresideAssisi ci farà toccare con mano questa formidabile ricchezza spirituale, umana e sociale. Nell’esprimere all ‘autore- che mi onora della sua amicizia – la mia profonda gratitudine, ilpiù vivo apprezzamento e compiacimento, formulo l’augurio che la sua opera possa essere conosciuta e letta soprattutto dai fratelli delle nostre numerose congreghe – che sembrano tuttavia in sonno immemori della loro storia e della loro forza -, affinché ritornino ad essere, nello spirito e nelle esigenze dei tempi nuovi, nella chiesa e nella comunità civile veicolo di promozione spirituale e sociale in una società che fa appello a rinnovate e ritrovate energie spirituali per affrontare con coraggio la grave svolta storica che stiamo attraversando.

30,99
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Tra Calabria e Mezzogiorno

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LA Fondazione Carical ha accettato ben volentieri la richiesta di finanziare
la pubblicazione di un volume miscellaneo dedicato alla memoria di
Tobia Cornacchioli, avanzata dall’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo
e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC) per il tramite del suo ottimo
Direttore, Giuseppe Masi.
Lo ha fatto per le ragioni che sinteticamente espongo.
La nostra partecipazione all’iniziativa vuole essere, innanzitutto, un atto
di doveroso omaggio a Tobia, prematuramente ed improvvisamente scomparso,
e alla sua instancabile attività di studioso, che ha dato lustro
all’ICSAIC negli anni della sua illuminata guida ed ha contribuito, con le
sue ricerche storiografiche, a strappare all’oblio momenti significativi della
nostra storia, consegnandoli all’attenzione dei contemporanei, soprattutto
dei giovani delle nostre scuole, destinatari privilegiati del suo impegno
intellettuale e civile.
La sua “Guida didattica allo studio della storia”, molto apprezzata, è
eloquente testimonianza del suo lodevole sforzo, tutto orientato ad incentivare
nelle giovani generazioni, attraverso lo studio del passato, la capacità
di leggere criticamente il presente, quale premessa indispensabile per il
quotidiano esercizio del diritto-dovere della cittadinanza attiva.
Un impegno cui Tobia ha costantemente ispirato la sua azione, anche
all’interno della Fondazione Carical di cui è stato, per alcuni anni e fino
alla sua scomparsa, autorevole e stimatissimo consigliere.

15,00
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Tritanti

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Il nucleo tematico centrale del presente studio intende fotografare nitidamente l’identità socio-religiosa di Tritanti, che coincise nei secoli con la sua più autentica inclinazione civica; nel piccolo borgo sprovvisto di autonomia amministrativa, toccò all’istituzione ecclesiastica garantire la sopravvivenza memoriale della comunità.
Ho creduto doveroso indicare sin dal frontespizio gli estremi cronologici della mia ricerca, ritenendo utile dare spazio alle notizie raccolte e studiate personalmente sulle fonti (abbondanti a partire dal Settecento) piuttosto che a fantasiose ricostruzioni della Tritanti antica e medioevale: lascio a studiosi più competenti il compito di ripercorrere le coordinate storiche ed archeologiche dei secoli precedenti.
A partire dal 2004, ho avuto modo di accedere ai ricchi fondi dell’Archivio Storico Diocesano di Mileto, dell’Archivio di Stato di Palmi, dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, dell’Archivio di Stato di Catanzaro, dell’Archivio Parrocchiale di Tritanti, dell’Archivio Comunale di Maropati.
Ho tentato di adottare – nella stesura del mio lavoro – uno stile congruo al taglio saggistico che ho inteso conferirgli: e non per spocchia o per miopia esoterica (quasi a non volermi far capire dal lettore comune), quanto in ossequio al desiderio di dotare questa monografia di pregnanza scientifica.
Tuttavia, per venire incontro alle istanze dei lettori più semplici, mi sono proposto di redigere alcune pagine in uno stile più brioso: e laddove la vastità documentaria me lo ha permesso, ho cercato addirittura di drammatizzare il dettato archivistico.

16,00
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Vita e opere dello scrittore raccujese Rinaldo Bonnano

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Tra la fine del secolo XV e l’inizio del successivo Messina è una città portuale aperta sia agli scambi commerciali come anche a quelli artistico-culturali e, nel contesto isolano, occupa un ruolo di guida insieme a Palermo. La floridezza economica e culturale della città indubbiamente favorisce anche l’accoglimento di quelle novità che altrove si erano consolidate nel campo artistico.
In tale periodo infatti, accanto al linguaggio tardogotico, si afferma il classicismo, importato dai marmorari che provenivano dall’Italia centro-settentrionale e si ha come conseguenza che il Nord-Est della Sicilia vive la sua “rinascenza” artistica attraverso l’opera di alcuni architetti, scultori e pittori che con la loro operosità abbellirono chiese, cappelle, altari, portali, monumenti funebri, e tant’altro della sfera estetica. È sufficiente ricordare la presenza a Messina e a Catania di numerosi artisti di origine lombarda o toscana, come Giorgio da Milano, Andrea Mancino, Domenico Pellegrino, Gabriele Battista, ma anche Antonello Gagini e, un po’ più tardi, Giovan Battista Mazzolo, i quali portano con loro l’esperienza tardogotica e quella recente legata alla vena artistica rinascimentale.
Assistiamo così ai lavori del duomo di Messina, alla fornitura di innumerevoli statue, all’erezione di portali in pietra locale o in marmo e a edifici di influsso gotico con finestre bifore o trifore archiacute, come, ad esempio, i palazzi Corvaja e Ciampoli di Taormina o il palazzo Clarentano di Randazzo, nei quali, non escludendone altri costruiti fino agli anni trenta-quaranta del Cinquecento, è possibile individuare la coesistenza di linguaggi artistici differenti, che tuttavia agiscono in modo parallelo sotto forma di sperimentazione, di intrecci tra la cultura artistica tradizionale e quella classica…. (continua)

7,9915,00
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