Anno di pubblicazione | 2007 |
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Numero pagine | 66 |
Formato | Cartaceo |
ISBN | 978-88-8101-424-8 |
Senza meta…e senza radici
Se il titolo racconta il tracciato di una metafora i versi di questa silloge sono la dimensione stessa di un frammentare i luoghi, i sentimenti, i nomi, i ricordi o di una dimensione tutta giocata, appunto, nel segno dell’allegorico-metaforico. Ebbene, nei versi di Antonella Daversa la frammentazione non è una struttura semantica o lirica, bensì un gioco di incontro tra il ricordare, la vita, il presente e il passato. E in questo andare e ritrovarsi ci sono le pause che si fanno (o sono) meta. Certo, forse senza radici. L’approdo è un simbolo e la meta è nella capacità di cercare un approdo. D’altronde quando “saremo al cospetto di questo mare” ci si inoltrerà in quella parola che è già di per sé orizzonte. Un orizzonte, attenzione, che non è volo simbolico ma è “storico”. Il “guado” non sarebbe già di per sé un‘appropriazione di una interpretazione ad una lettura poetica che pone al centro l’essere dell’uomo con la sua “a-priori”. Una essenzialità che non è il derivato di un segno (o sogno) poetico ma di una profonda carica o meglio tutto ciò si racconta nell’attraversamento di questo viaggiare tra le parole, le immagini e le memorie in un incontro sempre con il tempo e la realtà. Il “nulla immenso” è ancora un ulteriore integrazione di una poetica dell’esistenza che trova in Antonella Daversa una voce di una armonia-disarmonia. Sono i poeti che vivono nell’inquieto dell’esistere pur sapendo che non possono essere diversamente. Hanno il senso del tempo e toccano il senso del presente che, comunque, vive sempre in quel tempo mai mascherato e che non conosce finzioni. Appunto, il titolo la meta e le radici che sembrano non esserci perché sono memoria e sono sangue. La parola stessa vive in quell’indefinibile segno-metafora che ha il segreto della meta ma nella simbologia della meta non prende il sopravvento il sentimento della appartenenza. I sentimenti della meta e il “senza radici” sono “particolari” di un linguaggio fortemente vivo che mai sorprende e che comunque sempre ci cattura. La poesia di Daversa è una chiave di lettura di un sentimento le cui immagini offrono un sicuro modello poetico. (Pierfranco Bruni)
Editorial Review
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