Professione medica

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Il testo raccoglie 41 racconti di vita professionale messi insieme da due colleghi ed amici, Giacinto Calandra e Lucio Aiello, innamorati della nostra professione e, perché no, anche degli attori della professione stessa: i medici. Entrambi i colleghi, infatti, nei loro curricula hanno in più mandati fatto parte dei Consigli direttivi dell’Ordine provinciale di Cosenza.
La lettura del testo è facile, interessante, molto piacevole. Come si può ben capire, si tratta di una serie di episodi di vita professionale che si sono svolti quasi tutti nella nostra provincia in un arco di tempo molto ampio, dal secondo dopoguerra sino ai primi anni di questo secolo…

…Da questi racconti emerge tutta la complessità e, nel contempo, il privilegio che caratterizza la nostra professione…

La lettura del volume è utile ai colleghi giovani e non solo sia perché potranno farsi un’idea dei fatti realmente avvenuti e della storia dei luoghi dove oggi essi stessi esercitano la professione, sia per i consigli che fra le righe si leggono nei  vari racconti

…Il consiglio più grande e sempre valido che traspare in molti racconti, è quello del parlare con i pazienti: molte difficoltà, si racconta in più episodi, si sono risolte grazie a questo metodo che è ancora più necessario ed utile di fronte alla medicina rivendicativa di oggi!
(dalla Presentazione)

A cura di Giacinto Calandra e Lucio Aiello

5,9915,00
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Profili di Calabresi illustri

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Si tratta di personalità che dal ‘700 in avanti hanno illustrato in vario modo la nostra regione, contribuendo con la loro opera, in certo modo, a farla conoscere. È quindi una storia della Calabria che viene fuori da queste figure, ognuna delle quali ha in sé particolari caratteristiche. La serie di profili comprende una delle figure più rappresentative della cultura reggina, Domenico Carbone Grio, più noto nella sua veste di archeologo; dal 1892 al 1905 egli fu componente delle “Commissioni consultive conservatrici dei monumenti d’arte e di antichità” istituite con R.D. 7.8.1874 n. 2032; a lui e a De Lorenzo, Cesare Morisani e altri dotti del tempo nonché al grande Giuseppe Fiorelli, direttore generale delle Antichità e Belle Arti, si deve la conservazione di ciò che resta del nostro castello. Ricordiamo anche tra gli altri Salvatore Blasco, l’archivista nostro illustre predecessore nella direzione dell’Archivio di Reggio; lo storico per eccellenza di Reggio, Domenico Spanò Bolani, il nostro più illustre latinista Diego Vitrioli, Raffaele Piria, il chimico scillese membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, seguace di Garibaldi e poi ministro della Pubblica Istruzione nel governo Farini, il celebre avvocato Biagio Camagna, per sette legislature deputato reggino al Parlamento, capo della frazione camagnina contro quella del conservatore Tripepi (i “Tripepini”), Diomede Marvasi, cospiratore nel ’47, dopo l’Unità ministro della pubblica istruzione nel Governo provvisorio napoletano, giudice della Corte criminale di Santa Maria Capua Vetere e direttore del dicastero di polizia a Napoli, Paolo Pellicano, eminente figura di religioso, letterato e patriota.

15,00

Progettare il futuro

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Quali sono gli obiettivi che si deve porre l’architettura per migliorare le condizioni dell’ambiente e favorire il benessere diffuso degli abitanti? L’attuale innovazione è coerente con l’obiettivo di risolvere i principali problemi contemporanei? L’architettura può essere “bella” anche interessandosi della riduzione del degrado ambientale e dell’iniquità sociale? Il progetto e il progettista hanno un ruolo sociale? Come il progetto può configurare il futuro? Queste sono alcune delle questioni trattate dagli studenti del corso “Progettare il futuro” considerate imprescindibili per delineare un’architettura e una professione capaci di risolvere problemi diffusi e migliorare le condizioni di vita delle comunità…

10,00

Pythagoras

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Il personaggio Pitagora è al limite tra il mitico e lo storico; sicura è la sua residenza a Crotone, città ch’egli prescelse per fondare la sua Scuola, accanto a quelle autoctone medica e atletica. Ad ogni modo, tutto il mondo presocratico è dominato ed influenzato dal suo pensiero. Attorno a Pitagora, che presenta molti tratti in comune con altre figure di sapienti visionari e maghi dell’età arcaica, si forma ben presto una ricca tradizione di aneddoti, volti a sottolineare la sua statura morale, filosofica e scientifica, spesso sconfinante nel divino. La mancanza di certezza delle sue indagini e ricerche è dovuta al fatto che di Pitagora non è giunto fino a noi nessun frammento diretto di suoi scritti. Tutto è riportato e riferito da altri. Nei secoli la sua figura è stata sempre più contaminata con fatti straordinari, mitici e non veri. Molto della sua vita e del suo insegnamento è stato inventato. Stabilire e discernere la veridicità di questi fatti è cosa ardua, ma è quello che cercherò di fare. Mi sforzerò di inquadrare storicamente l’uomo, il filosofo, lo scienziato, il Maestro Pitagora. La sua lunga vita, novant’anni (secondo alcuni sarebbe vissuto più di cento anni), è segnata da vicende che lo hanno visto sempre protagonista: il suo peregrinare per il mondo, la sua Scuola, le sue scoperte scientifiche e filosofiche, la sua famiglia, e anche la sua tragica fine. Ci siamo resi conto di avere a che fare con un gigante della Cultura umana di cui hanno discusso e parlato i suoi contemporanei e tutti gli studiosi successivi, fino ai giorni nostri.

 

8,9916,00
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Quando i clandestini eravamo noi

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Con Prefazione di Mimmo Lucano

 

Le tragedie e le vicissitudini della nostra emigrazione che in questo libro Umberto Ursetta riporta alla nostra memoria, sono un monito contro la smemoratezza del nostro tempo. La mancanza di memoria è all’origine dei tanti episodi di razzismo, di odio e di xenofobia nei confronti di chi sbarca sulle nostre coste. È innegabile che stiamo vivendo un momento caratterizzato da una pericolosa regressione culturale che rischia di far precipitare la società in comportamenti sempre più disumanizzanti. Bisogna fare argine a questa deriva regressiva, e un modo per farlo è raccontare la nostra emigrazione che ha avuto una grande importanza nella storia italiana contemporanea.

7,9915,00
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Quando l’Italia perse la faccia

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Conversazione con Francesco Kostner

Prefazione di Salvo Andò

Postfazione di Santo Emanuele Mungari

S’intitola “Quando l’Italia perse la faccia” – L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora, il libro-intervista che il penalista Raffaele della Valle ha scritto insieme con il giornalista Francesco Kostner, per i tipi di Luigi Pellegrini Editore, in occasione del quarantennale dell’arresto del presentatore genovese, avvenuto il 17 giugno 1983 su ordine della Procura di Napoli.
Il volume, che sarà disponibile in tutte le librerie a partire dal 15 giugno, ricostruisce la vicenda giudiziaria che travolse Tortora con l’accusa di far parte della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo e con un ruolo di primissimo piano nel traffico della droga gestito dall’organizzazione criminale napoletana. Responsabilità gravissime e infamanti, apparse subito prive di fondamento (“Il più grande esempio di macelleria giudiziaria del nostro Paese”, definì il caso Giorgio Bocca), ma che non impedirono a Tortora, di essere condannato in primo grado a dieci anni di reclusione. Un’assurda e indimostrata impalcatura probatoria che cadde miseramente nel processo di Appello, conclusosi il 15 settembre 1986, per poi essere definitivamente smentita dalla Corte di Cassazione.
Oggi, per la prima volta in modo compiuto ed analitico, l’avvocato della Valle, che fece parte del collegio difensivo di Tortora insieme con il professor Alberto Dall’Ora e l’avvocato Antonio Coppola, racconta la storia giudiziaria assurta nell’immaginario collettivo a simbolo di una Giustizia contraria ai principi costituzionali e alle fondamentali regole di un equo ed equilibrato processo penale.

15,00

Quando la ’ndrangheta sconfisse lo stato

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Introduzione di Arcangelo Badolati

Prefazione di Gianni Speranza

Particolari fino ad oggi sconosciuti. Aspetti intimi da un lato, ma anche di natura pubblica per ciò che rappresentava l’attività del sovrintendente Salvatore Aversa, ucciso dalla mafia insieme alla moglie a Lamezia Terme nel 1992. È quanto emerge da questo libro con la testimonianza diretta ed esclusiva del primogenito della coppia, Walter che, nel dialogare con l’autore, non si sottrare ad evidenziare i lati oscuri della vicenda, a partire dal racconto della supertestimone, Rosetta Cerminara. “Io sono sempre stato convinto che il suo racconto fosse ‘costruito’ in maniera da poter essere il più possibile preciso. Di sicuro oggi posso dire con assoluta tranquillità che quel processo ha avuto delle manine che lo hanno distratto, che lo hanno portato fuori binario. Io mi sono convinto dopo tutti questi anni che mio padre avesse avuto sentore di quello che si stava scatenando. Un ‘rimprovero’ lo faccio a chi, sopra mio padre, non aveva capito quanto era importante e che spessore avesse la criminalità a Lamezia”. Ma uno dei particolari più “scottanti” e sconosciuti all’opinione pubblica e alla stampa, è quanto accaduto poche ore dopo l’agguato mortale. “Tre uomini fecero ingresso a casa nostra, a poche ore dall’agguato. Due di loro, mai più visti, per un’ora e mezza rimasero chiusi nella stanza di mio padre. Cosa cercassero nessuno lo ha mai saputo”. Rimane un grande interrogativo “Chi ha fatto sparire le carte delle indagini su cui mio padre lavorava?”. Salvatore Aversa aveva capito che c’erano dei poteri forti, c’era qualche cosa di molto pesante che si stava organizzando contro di lui. La ’ndrangheta in quegli anni sconfisse lo Stato. Walter parla di “menti raffinate che lavoravano a stretto contatto con le famiglie criminali lametine e non solo”.

 

14,00

Reggio Calabria e dintorni Vol.II

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La storia e la millenaria cultura della città di Reggio Calabria dalla fondazione di Aschènez all’età magnogreca e romana, dall’età bizantina a quella medievale, moderna e contemporanea. Un grande volume “tutto-immagine” che racconta l’antica e l’odierna nobiltà di una delle città più belle d’Italia e della città più grande, bella e rappresentativa della Calabria.

Nel volume primo: La storia / La città / Il Museo nazionale archeologico / La Cattedrale.
In questo volume: Le altre chiese / I dintorni / Indici.

100,00
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Riflessioni politico – morali e attualità dei valori cristiani

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La situazione in cui attualmente versa la società italiana con la caduta dei principi e dei valori ha determinato la crisi – ben visibile – di identità e di solidarietà con l’incidenza negativa anche sul terreno della politica non intesa nell’accezione migliore, come si evince dal suo etimo (polis), ma come luogo di scontri continui e di mancanza di una seria dialettica costruttiva. Ed infatti la disaffezione della gente verso le istituzioni è la conseguenza di un modo di fare politica non al servizio della comunità, ma per interessi spesso poco nobili ed in contrasto con il rispetto dei diritti individuali e sociali. Ed in questo quadro anche il legislatore finisce per essere condizionato da scelte antitetiche ai desiderata più pressanti e legittimamente sentiti da vasti settori popolari, oltre che dalla più disinteressata pubblica opinione. E nel senso di recepimento di queste indicazioni provenienti dall’esigenza di vedere riconosciuti dei sacrosanti diritti che, anche nelle aule parlamentari, ho ritenuto di dovere su temi di ordine socio-etico dispiegare il mio impegno a tutela di valori essenziali ed indispensabili dell’uomo (aborto, ora di religione, rapporto tra fedi religiose diverse, presenza della morale nella vita politica, laicità…). La realtà politica infatti è attraversata da una visione che tende a prescindere dal riferimento ai valori morali, venendo così a degradarsi, se non a snaturarsi del tutto. Ed è in questa dimensione e direzione che si evidenzia il ruolo della Istituzione Chiesa intesa a salvaguardare principi e valori universali che attengono alla persona umana quale che sia la sua collocazione: culturale, sociale e religiosa. La reazione, non di rado scomposta, del potere politico nei riguardi di una presunta ingerenza della Chiesa nella sfera “temporale” è la dimostrazione della inadeguatezza operativa di chi ha avuto un mandato rappresentativo al fine di rispettare i valori e le esigenze, anche spirituali, dei propri rappresentati. La “laicità”, principio sacro, è spesso un espediente per nascondere inadempienze e responsabilità! Ed è alla luce di tutta questa serie di problematiche e di tante altre ancora che trova ragion d’essere la presente pubblicazione.

10,00

Ritessere trame

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La cultura organizzativa (declinabile anche al plurale) per la sua natura elusiva potrebbe essere descritta come una sorta di araba fenice (“che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa”) che può essere studiata, descritta e analizzata solo by proxy attraverso lo studio degli artefatti che produce. Gli studiosi (tra gli altri Rice, Johnson e Schein) hanno concettualizzato la cultura organizzativa come l’insieme delle tecniche, dei meccanismi, delle tradizioni e degli assunti di base che i gruppi hanno inventato, scoperto e progettato per apprendere e concordare come lavorare insieme. Questo può essere riassunto come la complessa struttura sociale che regola le relazioni interne ed esterne tra i membri e tra loro e i processi organizzativi (siano essi tecnologici o metodologici) per eseguire quei compiti e quelle attività che garantiscono l’efficacia operativa e la sopravvivenza dell’organizzazione nei suoi ambienti e contesti. Questo volume intende esplorare, attraverso “racconti” di prima mano, come consulenti interni ed esterni, leader e manager organizzativi, nonché fruitori di servizi, “lavorano” con la cultura organizzativa anche per promuovere processi di cambiamento. La definizione di cambiamento organizzativo è qui data come “ogni consapevole intervento che aiuta sistemi sociali e umani a identificare, affrontare e risolvere questioni che impediscono loro di eseguire efficacemente i loro compiti”. Il focus del volume è “come fai e hai fatto?” piuttosto che “cos’è?”.

18,00
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Ritratti in versi

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Questo libro è una raccolta di pensieri e di personaggi
incontrati in tanti anni di lavoro, vissuti in
mezzo alla sofferenza e alla speranza.
La maggior parte sono ritratti reali e conversazioni
con i pazienti, ispirati da esperienze realmente
vissute; altri sono ritratti familiari.
Spesso dettati direttamente, magari involontariamente,
da uomini e donne che, a volte, hanno
dimenticato come si cammina, ma che volano alto
e spesso insegnano.
In alcuni casi i pensieri sono stati “scritti” dai
pazienti stessi e il mio intervento è stato quello
di trascriverli e metterli in versi, cercando di fare
emergere il personaggio come in un teatro.
Sono piccole storie, a volte drammatiche, a volte
divertenti, di varia umanità.
Personaggi che insegnano il valore e la forza dei
rapporti umani.

12,00
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Saggi su Dante e altri scrittori

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Dopo i volumi Dante e Gioacchino da Fiore (Pellegrini, Cosenza, 1997) e Allegorie e simboli nel Purgatorio e altri studi su Dante (Pellegrini, Cosenza, 2002), Carmelo Ciccia, dantista e presidente del comitato di Conegliano della Società Dante Alighieri, ritorna ancora su Dante con 10 saggi riguardanti il sommo poeta inseriti in questo volume; ai quali ne aggiunge 15 su altri scrittori: Gioacchino da Fiore, Petrarca, Boccaccio, Goldoni, Leopardi, Manzoni, Mazzini, Nievo, Verga, Fogazzaro, Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Pavese e Autori che hanno unito l’Italia. Tali saggi erano stati pubblicati su giornali e riviste, e alcuni anche in precedenti libri, ma ora qui sono riveduti. Con questo volume l’autore sancisce e sintetizza oltre mezzo secolo della sua attività nel campo della saggistica e critica letteraria, prevalente rispetto alla narrativa.

18,00

Sconosciuti

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Un viaggio introspettivo che attraversa una profonda meditazione interiore, partendo dall’amara decisione di non voler aiutare più nessuno, giungendo poi alla redenzione dell’anima. Dal mondo aziendale della logistica alla preparazione per un concorso della scuola superiore, si intrecciano storie di perfetti sconosciuti che restano irrimediabilmente legati dalla forza delle emozioni e della solidarietà condivisa.

16,00

Senza ‘ndrangheta

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Un libro-intervista sulla ‘ndrangheta diverso dal solito, finalizzato a sottolineare alcuni aspetti di carattere socio-culturale spesso trascurati di un fenomeno sempre più pericoloso e pervasivo. Gli autori, lo psichiatra Pasquale Romeo e il prefetto Franco Musolino, offrono un originale e stimolante contributo destinato a catturare l’attenzione dei lettori. La loro analisi – sottolineata nella sua importanza dal magistrato Roberto Di Bella e dal prefetto Ugo Taucer – si sviluppa intorno a due interrogativi di fondo: la ’ndrangheta è un problema di carattere istituzionale o riguarda tutti?; può essere considerata (e fino a che punto) espressione solo dell’identità calabrese o le sue peculiarità prescindono da una ben precisa matrice territoriale? Domande alle quali Romeo e Musolino rispondono con competenza e lucidità favorendo una più ampia e articolata comprensione di questo inquietante fenomeno.

15,00

Senza ombre di cerimonie

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Di Edward Lear si rico“rdano soprattutto i Limericks, uno dei capisaldi della letteratura umoristica. Ma egli è noto anche per i deliziosi Journals of a landscape painter in southern Calabria, stesi nel 1847 durante un avventuroso viaggio a piedi nelle province più meridionali dell’Italia e poi pubblicati nel 1852. Partendo da episodi evocati nell’opera, Raffaele Gaetano ricostruisce con preziosa nitidezza l’esperienza di Lear in Calabria ospite di dimore signorili e locande fatiscenti.
Emerge un’umanità ora solare e accogliente ora recalcitrante e irta di pregiudizi. Un divertissement culinario di Caterina Ceraudo ispirato alle pietanze consumate da Lear impreziosisce il libro, senz’altro uno dei più originali mai dedicati al grande paesaggista e poeta inglese.

 

15,00

Serra San Bruno Schiovazziuòni

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Serra è nota nel mondo per San Bruno e la Certosa. In questo lavoro di ricerca si è cercato di scandagliare il ruolo della religiosità popolare che anima lo spirito dei serresi, fortemente legati alla storia del monaco tedesco di Colonia che giunse in Calabria nel 1091 e, nel contempo, al mistero della Passione di Cristo. Le origini del teatro religioso serrese sono frutto dell’opera benemerita del cappuccino Antonio da Olivadi, noto in tutta la Calabria per la divulgazione del culto della Passione di Cristo e della Vergine Santissima Addolorata. La Regia Arciconfraternita di Maria dei Sette Dolori fondata dal venerabile Padre Antonio nel 1694 è la protagonista assoluta della Pasqua serrese attraverso la «lauda da Schiovazziuòni». Giunto a Serra su invito del priore della Certosa, padre Tommaso Bardari (priore del monastero dal 1681 al 1710) per tenere alcune conferenze ai novizi, annoverando anche questa particolare esperienza tra le tantissime tappe della sua peregrinatio passionis, il venerabile cappuccino fu invitato a predicare anche al popolo di Serra. Da ciò scaturì, con molta probabilità, la trama delle pratiche religiose serresi come la sacra rappresentazione della Deposizione del Venerdì Santo, che incarna la quintessenza della religiosità popolare di Serra, le cui radici risalgono al Medioevo.

Nel contesto certosino ricco di spiritualità e di vita contemplativa riveste quindi un ruolo di primaria importanza anche la storia della pietà popolare serrese. Una serie di coincidenze si susseguono come la trama di un destino già scritto. Scrigno di memorie che apre le porte alla condivisione e alla partecipazione alle sacre drammatizzazioni pasquali di matrice francescana che in Calabria ha lasciato il segno alla pari di quella domenicana e gesuita.

15,00
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Sguardi, maschere, soluzioni

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l volume nasce con l’intento di analizzare alcuni testi nei quali il motivo dello sguardo si intreccia a quello della seduzione, attraverso una serie di nessi che imprimono all’agire dei personaggi, e alla vicenda stessa, un decorso obbligato. Seduttori e sedotti sono perlopiù accomunati dalla progressiva incapacità di percepire concretamente la realtà circostante: così, essi, in occasione dell’atto seduttivo, tendono ad indossare una maschera simbolica che, però, ne confonde l’identità concorrendo ad offuscare ulteriormente il loro sguardo, e a vanificare, al tempo stesso, qualunque tentativo di attenuare gli effetti ammaliatori conseguenti alle liturgie affascinatrici. Da Verga a Tozzi, attraversando D’Annunzio, Deledda e Pirandello, si snoda la ricerca di costanti e variazioni di questi temi, peraltro molto diffusi nell’ambito della produzione letteraria otto-novecentesca, pure contraddistinta dall’attenzione, sempre meno episodica a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, che gli artisti dedicano all’atto del vedere e alle relative implicazioni.

18,00
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Simboli della tradizione Islamica

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L’opportunità di un repertorio delle voci più rilevanti del lessico tradizionale islamico si è resa ormai necessaria, non solo nel quadro di un costante approfondimento suggerito dal proliferare di pubblicazioni a carattere scientifico e, ancor di più, divulgativo, sul mondo islamico. Una disamina della complessa realtà odierna dell’Islam appare, per esempio, sempre più in primo piano nella cronaca di un giornalismo, talvolta impreparato, dinanzi all’esigenza di una conoscenza obiettiva della realtà da parte dell’opinione pubblica. Chiarire il reale contenuto di certe espressioni poco note o, addirittura, tradotte dai mass-media in un’ottica fuorviante, diviene perciò doveroso poiché risponde all’istanza di sgombrare il campo dai luoghi comuni e dai facili stereotipi che una volontà d’informazione piuttosto superficiale ha potuto, e può, in qualche caso favorire. Occorre, inoltre, restituire compiutamente il senso cruciale di alcune espressioni che, se estrapolate dal loro contesto specificamente religioso, rischiano di essere pericolosamente banalizzate, favorendo poi la nascita di perniciose incomprensioni, destinate a degenerare nell’intolleranza.

15,00

Stoccatùri

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Le storie trattate nel libro “Stoccatùri” mi sono state raccontate da persone che ho incontrato nel piccolo borgo dove sono nato, Petronà. Si tratta di gente semplice ed umile, abituata ad una vita segnata da pesanti lavori e tante privazioni, impegnata ogni giorno a procurarsi solo ed esclusivamente il poco di cui vivere. Uomini e donne di cui si è ormai persa la memoria, viaggiatori instancabili fra Sila e marina, spesso con carichi enormi sulle spalle o – come usavano le donne – sulla testa. Gente di un tempo che non tornerà mai più, o che forse è prossimo a tornare. Persone che collaboravano  per alleviare i disagi di una vita vissuta in assenza di ciò a cui oggi nessuno saprebbe rinunciare: le comodità. Per quel popolo di dimenticati esistevano solo le scomodità! Niente petrolio o energia elettrica, quindi niente motori, automobili, luce elettrica, acqua corrente calda e fredda, niente tv, telefonino e tutte le odierne tecnologie che ci hanno reso diversi dai nostri predecessori ai quali per vivere bastavano l’acqua, l’aria, Madre Terra e quattro stoccatùri.

6,9912,00
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