
Fuoriluogo
[wc-ps]
Qual è e quale dovrebbe essere il contributo dei media alla rappresentazione dei migranti? Che responsabilità hanno gli operatori della comunicazione nel fornire un ritratto spesso impreciso e incompleto dei fenomeni migratori? Fino a che punto l’opinione pubblica può essere influenzata dall’informazione sul tema? A questi interrogativi cerca di rispondere la ricerca presentata in questo volume, realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma nell’ambito del progetto comunitario “Etnequal Social Communication”. L’indagine ha preso in esame non solo l’offerta di news sull’immigrazione, ma anche le pratiche giornalistiche e l’effettivo bisogno di informazione del pubblico. Nella comprensione di queste dinamiche, l’analisi dei processi culturali e comunicativi ricopre un ruolo sempre più strategico: per combattere il pregiudizio, occorre lavorare sulla comunicazione. Direzione del Progetto e prefazione di MARIO MORCELLINI, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università “La Sapienza” di Roma e Presidente della Conferenza Nazionale dei Presidi di Scienze della Comunicazione.
Giornali e giornalismo degli italiani in Cile
[wc-ps]
In Cile non c’è stata quella massa di imprese pubblicistiche legate all’emigrazione italiana registrate nel sub continente americano, perché le correnti migratorie dovute quasi totalmente a catene familiari non sono fatte di grandi numeri. A pochi emigranti, così, corrispondono pochi giornali (trentacinque in tutto) e quasi sempre precari. Con una sorpresa però: il quotidiano «L’Italia», l’unico in lingua straniera pubblicato in Cile, apparso a Valparaíso nel settembre 1890 e in vita fino al gennaio 1943: è stato l’autorevole organo di riferimento della colonia, portavoce della comunità e suo collante, nonostante la modestia delle copie vendute, mai più di 1500. Con questo volume l’Autore conclude il suo itinerario di ricerca sulla stampa etnica in lingua italiana nei paesi del Cono Sud dell’America Latina ai quali ha dedicato «La patria di carta» (Argentina) e «Storia della stampa italiana in Uruguay».
Giuseppe Scopelliti. Io sono libero
[wc-ps]
Giuseppe Scopelliti, ex enfant prodige della Destra finiana, prima leader nazionale del Fronte della Gioventù, poi sindaco di Reggio Calabria, infine Governatore della Regione Calabria, si racconta in un appassionante libro-intervista curato dal giornalista Franco Attanasio.
Sono diversi i motivi che certamente cattureranno l’attenzione dei lettori, e non solo della parte politica di cui Scopelliti è stato per lungo tempo uno dei dirigenti più apprezzati.
L’ex Governatore della Calabria ha deciso di aprire lo scrigno dei suoi ricordi mentre ancora non ha del tutto finito di scontare la condanna a quattro anni e sette mesi, per il reato di falso ideologico, relativa ad alcune vicende accadute, tra il 2008 e il 2009, quando era sindaco di Reggio Calabria.
Scopelliti è l’unico ad aver pagato in Italia, per un reato amministrativo di questo tipo, il conto salato che la Giustizia gli ha presentato al termine di una vicenda giudiziaria che ha fatto molto discutere. Sia per l’esito del processo che, a parere dei suoi difensori, avrebbe dovuto riservare ben altro risultato; sia per l’entità della pena, a loro dire sproporzionata riguardo allo specifico reato contestato. L’uno e l’altra, in ogni caso, sono stati accettati da Scopelliti con senso di responsabilità e rispetto delle Istituzioni. Quella “bussola” che ha sempre orientato il suo cammino politico-amministrativo e alla quale ha dimostrato di non rinunciare, anche nella cattiva sorte.
L’ex presidente della Regione Calabria, rilegge il suo passato con serenità ed equilibrio. Tra emozionanti ricordi, immagini e personaggi che appartengono al “Phanteon” della storia italiana. Dice chiaramente di aver chiuso con il suo passato politico e affida alla benevolenza dei lettori una ricostruzione che certamente non mancherà di far discutere.
Significativi sono anche la “fisionomia” e il contesto in cui l’intervista ha preso forma, all’interno del carcere di Arghillà, dove Scopelliti e Attanasio, per ragioni diverse, hanno avuto modo di incontrarsi e di condividere questa esperienza.
ebook - cartaceo
Gli Elementi Costitutivi dell’Ambiente Vol. I
[wc-ps]
Il volume raccoglie dei saggi riferiti a singole partizioni della problematica ambientale. In taluni casi vengono analizzati in modo descrittivo e sistematico ambiti di tutela specifici. In altri casi si osserva, circoscrivendola, una realtà concreta nella sua dimensione multi fattoriale. Nel volume non mancano tuttavia spunti di originalità, soprattutto in termini di proiezioni espansive ed evolutive delle nozioni fondamentali in tema di tutela dell’ambiente.
Volume in PDF

Gli ultramontani
[wc-ps]
La storia dei Valdesi di Calabria presenta alti connotati di unicità, già segnalati da Rodocanachi nel 1921, da Monteleone nel 1930, da padre Russo nel 1947 e più di recente da Miccoli, Canosa e Colapietra. Coinvolto fino a metà ’800 nella scarsa e tardiva attenzione prestata dagli studiosi alla Riforma italiana rispetto a quella di altri stati europei, l’eccidio del 1561 non interessò, come altrove, pochi aristocratici, ma una comunità di pastori, “contadini e classi subalterne” (De Frede 1999). Una minoranza non avulsa dalla storia della regione di adozione, bensì in essa integrata malgrado la diversità culturale e, cinque secoli dopo, quella minoranza oppressa grida la propria attualità, mentre si ripropongono problemi di coesistenza fra differenti culture. Perché la strage del 1561 non fu soltanto un evento repressivo, ma un tentato etnocidio, che vide Stato e Chiesa allearsi per frantumare una comunità mediante deportazioni, divieto della lingua d’origine, coercizioni matrimoniali. Il che accresce il rammarico per l’insufficiente notorietà che ancora accompagna le vicende, peraltro oggetto di tentativi revisionistici o perfino negazionistici da parte di taluni studiosi. Mantenendo l’intento di una sistemazione organica dello stato degli studi, questa edizione (che, a ventiquattr’anni dalla prima, è inevitabilmente un libro nuovo), con un più puntuale riesame delle fonti tradizionali, le riutilizza alla luce delle implicazioni dei fondi documentari e dei materiali nel frattempo prodotti, fra cui spiccano quelli di Audisio, Gonnet, Genre, Lopez, Scaramella e Intrieri. Tra le novità maggiori, la datazione anticipata dei fermenti ultramontani e – in base alle carte dell’ex Sant’Ufficio trascritte da Scaramella, e in parte da Perrotta – la persistenza secolare di resistenze anticattoliche dopo la strage. Rettifica errori o confusioni di studiosi che all’argomento si accostarono con strumenti analitici spesso carenti. Fa il punto su alcuni nodi storiografici tuttora pendenti e sulla relativa, nutrita bibliografia. Una maggiore attenzione alle altre minoranze presenti sul territorio (grecaniche, giudaiche, albanesi), in particolare il raffronto con gli Albanesi, con i quali gli Ultramontani vennero a lungo confusi da persone colte e forse da fasce popolari, apre tracce nuove su modalità e tappe degli insediamenti valdesi. Così come impulsi a ulteriori indagini arrivano dagli studi sulla feudalità dei principali centri ultramontani, in primis Guardia e Montalto, e dall’attenzione al contesto del clero e delle gerarchie cattoliche calabresi. Si è infoltita e aggiornata la Bibliografia ragionata in appendice.
Ho rimesso i fiori nel vaso
[wc-ps]
Sto bene quando sovrasto il mondo e guardo da un soppalco di nuvole che avanzano e cambiando colore danzano le note della vita poco delineate ciascuna una figura, la testa di un cane la pecora, le ali di un aquilone, un viso poco raffigurato, un manto su un corpo informe mi inducono a sognare e a percepire quello che passa inosservato a molti.
I discorsi parlamentari di Diego Tajani
[wc-ps]
Il Centro Studi Diego Tajani in collaborazione con il Dipartimento di Lingua, Letteratura e Cultura della Queen’s University pubblicano i discorsi tenuti in Parlamento da Diego Tajani l’11, 12 e 16 giugno 1875, relativi al dibattito sull’ordine pubblico in Sicilia e in particolare sulla mafia. Dagli interventi, emerge lo spirito combattivo del parlamentare che racconta anche vicende vissute in Sicilia, quando da procuratore del Re di Palermo, ha cercato di fare luce sull’intreccio tra mafia e uomini delle istituzioni. Resta attuale la sua intuizione sulla mafia come governo del territorio.
I fatti di Palmi
[wc-ps]
Il primo volume inedito è una preziosità. Repaci, in galera per i fatti della Varia di Palmi del 1925, volle preparare una autodifesa concordata con i suoi avvocati. È una lunga esposizione dei fatti di quel giorno e delle motivazioni per le quali Leonida e i suoi fratelli Giuseppe, Gaetano e Francesco e i cognati Parisi e Mancuso non potevano essere colpevoli. Tutto è incentrato su un’accusa che secondo Repaci manca tra le tante di cui era imputato: “L’attentato all’amore della mamma”
ebook - cartaceo

I fiori
[wc-ps]
La raccolta di poesie “I fiori” si articola in cinque
sezioni corrispondenti ad altrettante sillogi fino ad
ora inedite: “Quaderno” (dicembre 1991-luglio 1994),
con la prefazione di Maria Cristina Parise Martirano;
“Profonda è l’acqua” (settembre 1994-novembre 1999),
con la prefazione dell’Autrice; “Le parole del fiume”
(dicembre 1999-novembre 2003) con la prefazione di
Coriolano Martirano; “La terra di passaggio” (dicembre
2003-novembre 2005) con la prefazione di Umile
Francesco Peluso; “I fiori” (dicembre 2005-dicembre
2007), il cui titolo si estende all’intero libro.

I giorni di Maratea e di Amantea
[wc-ps]
Maratea e Amantea, protagoniste della lotta contro l’invasore francese, nelle pagine di questo saggio, insieme con i comandanti delle rispettive piazze e con le masse legittimiste, ritornano a far da voce portante nella narrazione di quelle vicende di armi e di sangue che, nel 1806-1807, interessarono la parte continentale del regno borbonico e in modo particolare il territorio calabro- lucano. Riemergono, così, in primo piano i vari protagonisti di quell’evento e di quei giorni ormai lontani e riprendono a muoversi su una scena che, per via del tempo, assumendo i contorni d’una vicenda favolosa, sembra appartenere, anche per il ritmo narrativo seguito dall’autore, più alla dimensione d’un romanzo che alla misura d’un saggio. In questa atmosfera narrativa e in questo sfondo di scontri, le due cittadine del Tirreno, a distanza di due secoli, riprendono il proprio posto nella storia di quegli anni e tornano, insieme con i propri comandanti Alessandro Mandarini e Rodolfo Mirabelli, a tesserne la tela, ripresentandone gli avvenimenti dalla posizione privilegiata di chi li ha conosciuti e vissuti, delineandone gli aspetti e consegnandone vicende e protagonisti all’uomo del terzo millennio.
ebook - cartaceo
I padri della parola
[wc-ps]
Saggi di:
Patrizia Valduga /Alberto Bertoni/ Franco Buffoni/ Giuseppe Conte/ Maurizio Cucchi/ Claudio Damiani/ Renato Minore/ Gabriella Sica/ Roberto Mussapi/ Giampiero Neri/ Elio Pecora/ Umberto Piersanti/ Vivian Lamarque/ Giancarlo Pontiggia/ Loretto Rafanelli/ Davide Rondoni/ Gian Mario Villalta
Ne I padri della parola sono raccolte le testimonianze di 17 tra i nostri più noti poeti attuali sul rapporto che hanno avuto con i loro maestri. Un libro vivido di frequentazioni, di affinità, di eventuali, possibili screzi con i padri letterari che hanno contribuito alla loro formazione. Da parte di ognuno un esemplare distillato di passione e bravura. Ne incontriamo qui l’estrema gratitudine rivolta a autentici giganti della letteratura, non solo italiana, figure leggendarie che vengono raccontate nella semplicità di un giorno qualsiasi, non solo assise sullo scranno della loro sapienza e del loro immenso talento. Autentiche, straordinarie voci soliste, dunque, il cui insegnamento si coagula in una irrevocabile massima che li accomuna: un buon poeta più che di continue dissertazioni teoriche, oggi così diffuse, ha necessità soprattutto di tre cose: innato talento, fervida immaginazione e illuminanti frequentazioni.

I soldi dei vinti
[wc-ps]
Le assoluzioni giudiziarie di centinaia di fascisti già condannati. Giornalisti, imprenditori e politici arricchitisi a dismisura. Le razzìe della vergogna e la vergogna delle leggi razziali. Censure, violenze e stragi delle camicie nere. Le riserve di ‘champagne’ di Badoglio, gli imperi di Costanzo e Volpi, lo ‘scandalo d’oro’ targato Petacci, le casse di Mussolini. Truffe, nani e bagordi per la ‘Banda di Cinecittà’. Le fallimentari imprese coloniali. Oro e miliardi ai tedeschi invasori. Il ruolo della Chiesa, di radio e giornali. Una nuova ricostruzione storica del Ventennio e della Resistenza. Dal ‘sangue dei vincitori’ al ritorno al potere degli ‘eredi dei vinti’.

I valdesi a San Sisto
[wc-ps]
Le culture di minoranza etnico – linguistica hanno un patrimonio identitario non solo ricco di storia. All’interno della loro storia ci sono espressioni di civiltà che tracciano un percorso esistenziale all’interno di un paesaggio che è soprattutto valoriale e simbolico. Valori e simboli costituiscono un raccordo fondamentale che vive nell’humus di una appartenenza che richiama codici ( e si richiama a) che sono la testimonianza di profondi radicamenti. La presenza cosiddetta minoritaria (di culture minoritarie) nei nostri contesti territoriali rappresenta una di quelle ricchezze fondamentali che già di per sé va letta come un bene culturale ma non deposistato e abbandonato nei registri della storia o addirittura ‘musealizzato’ in quanto è la cerniera tra le identità che hanno definito un contesto teritoriale e culturale e le valenze esistenziali, antropologiche e regligiose che hanno attraversato geografie e quei processi vitali che hanno permesso di caratterizzare il tempo e la fisionomia di un territorio…
I VENT’ANNI DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME A COSENZA: 2002-2022
[wc-ps]
I vent’anni dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme a Cosenza: 2002-2022, rifacendosi necessariamente agli altri due volumi già pubblicati ad opera di Rocco Carricato e Antonio d’Elia (Annuario 2013 dell’O.E.S.S.G. Sezione di Cosenza, Cosenza, Fratelli Guido Arti Grafiche, 2013 e Cosenza e i Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Cosenza, Pellegrini Editore, 2017), vuole offrire un agevole percorso, con riferimenti alla storia plurisecolare dell’Ordine Equestre e alla sua struttura. E descrivere le attività svolte dalla fondazione dell’Ordine a Cosenza fino ad oggi. Soprattutto il volume del 2017 è imprescindibile tappa storico-storiografica e di testimonianza per poter leggere il presente testo. Quest’ultimo si sofferma ulteriormente sulle stazioni formative aggiornate dei suoi membri, Dame e Cavalieri, e sul rapporto catechetico-contemplativo e orante non disgiunto dal processo culturale e dall’azione concreta verso i più Bisognosi, non solo di Terra Santa. Ma a partire dalle operatività urgenti verso le situazioni drammatiche delle realtà presenti nelle comunità diocesane in cui l’Ordine del Santo Sepolcro è incardinato in obbedienza ai Vescovi e al Sommo Pontefice. Lo sguardo di ciascun membro è rivolto dal Sepolcro Vuoto all’incremento di umanità verso le necessità di chi soffre con la speranza ferma per Dame e Cavalieri nell’unica via di Salvezza, che è Dio fattosi carne in Cristo, il quale è Via, Verità e Vita.

Ieri oggi Sicilia
[wc-ps]Questo libro è tra i pochissimi che al
pubblico – e soprattutto ai più giovani e alla scuola – offrono una
visione sintetica della storia siciliana. E lo è proprio perché non
costringe entro una lettura rigida la ricca varietà di una esperienza
secolare. La storia siciliana è letta in controluce rispetto ai grandi
movimenti europei. Il suo punto di riferimento costante sono i fatti
sociali ed economici (il sistema produttivo, il disporsi delle classi e
del potere), ma senza che venga mai meno l’attenzione alla politica e
soprattutto alla cultura, sulla quale si trova – se mai ve ne fosse una –
l’identità siciliana. Esaurita da anni la prima edizione, l’Autore ha –
in questa nuova – portato a termine un lavoro di aggiornamento e
riscrittura. Lo stile agile e piano valorizza la precisione delle
informazioni e il rigore scientifico della ricerca.
pubblico – e soprattutto ai più giovani e alla scuola – offrono una
visione sintetica della storia siciliana. E lo è proprio perché non
costringe entro una lettura rigida la ricca varietà di una esperienza
secolare. La storia siciliana è letta in controluce rispetto ai grandi
movimenti europei. Il suo punto di riferimento costante sono i fatti
sociali ed economici (il sistema produttivo, il disporsi delle classi e
del potere), ma senza che venga mai meno l’attenzione alla politica e
soprattutto alla cultura, sulla quale si trova – se mai ve ne fosse una –
l’identità siciliana. Esaurita da anni la prima edizione, l’Autore ha –
in questa nuova – portato a termine un lavoro di aggiornamento e
riscrittura. Lo stile agile e piano valorizza la precisione delle
informazioni e il rigore scientifico della ricerca.

Il ‘partito dei lavoratori’ di Crotone (1889-‘92)
[wc-ps]
Diversamente da quanto avveniva in altre regioni, in prevalenza in quelle settentrionali, interessate, negli anni di fine Ottocento, da un incipiente sviluppo capitalistico manifestatosi in coincidenza con la seconda rivoluzione industriale, in Calabria i primi propagatori dell’ideologia socialista ebbero a che fare con una realtà economica e sociale alquanto diversa, non interpretabile secondo i canoni propri della dottrina marxista. Di conseguenza, il partito, fondato a Genova nell’agosto del 1892 e costituitosi dalla fusione delle varie scuole di pensiero presenti nel panorama politico italiano (operaisti, socialisti, anarchici), se ha trovato nel Nord le sollecitazioni ideali per la sua maturazione sia nelle città e sia nelle campagne, nelle province calabresi, viceversa, in assenza del proletariato di fabbrica, a prendere le redini del nuovo movimento sono state alcune categorie di diversa estrazione sociale, appartenenti alla piccola e media borghesia (intellettuali, avvocati, artigiani, maestri). Principalmente, ad essere più pronti e più attivi sono stati gli avvocati, i quali, in virtù della benefica efficacia, impregnata, peraltro, di un marxismo mutuato dal cassinate Antonio Labriola e recepito nelle università meridionali, Napoli e Roma, dove insegnava il fior fiore dell’intelligenza politica italiana, avviarono una vivace divulgazione delle idee classiste. Animati, poi, dal bisogno di conoscere ed indagare l’ambiente circostante, tutti questi ceti avvertirono ulteriormente l’esigenza di operare qualche modifica, adattandola alla società calabrese, e di creare gli stimoli per riscattarla da un’angusta mentalità provinciale. Era questo dei primi adepti un socialismo prettamente urbano che si è dispiegato nell’ambito dei tre capoluoghi e degli altri centri più grandi della regione, ma non ha avuto che pochi legami con il mondo rurale, lasciato, in un primo lasso di tempo, al proselitismo dei cattolici, i quali non rimasero inattivi ma, nel giro di pochi anni, impiantarono nei casali gravitanti intorno a Cosenza una rete molto fitta di associazioni di vario genere. Solo negli anni immediatamente anteriori alla prima guerra mondiale, in specie nel crotonese, dove sussisteva una compatta contrapposizione tra bracciantato povero e proprietà latifondistica, i socialisti, rendendosi conto della impellente necessità di un allargamento verso l’universo contadino, superarono decisamente questo dualismo tra la città e la campagna.(continua…dall’introduzione di Giuseppe Masi)

Il calcio dell’asino
[wc-ps]
Il calcio dell’Asino (*) è una fedele e documentata ricostruzione della vita e della produzione letteraria e giornalistica di Giovanni de Nava, che fu “il terzo uomo” accanto a Guido Podrecca e Gabriele Galantara, nella redazione del giornale politico e satirico L’Asino (1892-1921). “Giva” (Giovanni de Nava) collaborò con Podrecca e Galantara fin dalla fondazione del giornale, condividendone le idee e l’indirizzo politico. Fu direttore responsabile e amministrativo dell’Asino, e ne curò il passaggio all’Avanti! sopportando il peso economico di questa vicenda, mentre Podrecca se ne allontanava, aderendo al fascismo. De Nava e Galantara restarono avversi alla dittatura, pagandone le conseguenze. La vicenda umana di De Nava è intrecciata alla storia di questo giornale così vivace, unico, e, alla lettura, ancora attuale. Il saggio è arricchito di immagini anche inedite – (i cartoni originali disegnati da Galantara per l’Asino), foto e documenti inediti (testimonianze sulla connivenza tra la Segreteria del Vaticano e l’Ochrana negli anni precedenti la rivoluzione russa del 1917, e corrispondenze) tratti dall’Archivio privato della famiglia De Nava – e fornisce uno spaccato della vita culturale ricca di fermenti ideali tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento in Italia.
(*) il titolo del saggio è tratto da una trovata di Trilussa, al cui tavolo, nella terza saletta del Caffè Aragno di Roma, si trovavano abitualmente Gabriele Galantara, Guido Podrecca e Giovanni de Nava.
ebook - cartaceo
Il canto delle pietre
[wc-ps]
L’Unità d’Italia è arrivata al Sud per volontà e protagonismo di una minoranza, la maggioranza ne è rimasta esclusa, ha cercato di contrastarla e l’ha subita; l’Unità è costata – come si dice – “lacrime e sangue” di popolo e c’è stata una vera e propria guerra civile. È questo l’aspetto che affrontano e raccontano, con un approccio specifico e quasi settoriale, i cinque co-autori nelle pagine che seguono; in uno studio di facile lettura e di taglio divulgativo che non rinuncia agli approfondimenti e che contribuisce anche a “fare chiarezza” sul brigantaggio politico fornendo aspetti inediti o poco conosciuti. Si raccontano vite e storie quotidiane di uomini e soprattutto di donne – e vogliamo sottolineare questo valore aggiunto nell’analisi – e di un immaginario collettivo che è rimasto sbiadito sullo sfondo della Storia Ufficiale ma che, invece, era l’anima popolare più autentica e diffusa. Nell’ordito e nella trama delle “microstorie”, di cui è intessuto il quotidiano popolare e contadino che Il canto delle pietre racconta, svettano le figure dei briganti ma ancor di più quelle delle brigantesse, nomi quasi anonimi e decisamente poco noti ai più, con il loro “destino altrove” di donne che, nelle pagine dei nostri autori trovano finalmente un riscontro storico e descrittivo che rende giustizia di qualcuna delle troppe mistificazioni. L’architettura del libro si completa con la parte dedicata alla figura gigantesca e troppo poco indagata della Regina Maria Sofia, nel cui destino si sono intrecciate le storie della nascita dell’Unità d’Italia e quella della fine del Regno di Napoli. (dal Saggio introduttivo di Isabella Rauti)

Il canto di Atlantide
[wc-ps]
Vorrei iniziare questa prefazione con un pensiero d’Amore verso
un essere di Luce molto speciale che, all’inizio del secolo scorso,
dopo millenni, si è incarnato in questa dimensione per svolgere un
compito molto importante: dare alla luce mia madre che generò
me. Questo essere luminoso e colmo d’Amore divino, prese il
nome di Maria Giarola la quale nel corso della sua vita terrena,
forse inconsapevolmente, è riuscita a donarmi ciò per cui si era
incarnata: l’udito di chi sa ascoltare, gli occhi di chi sa vedere e la
sensibilità per poter osservare tutto ciò che va oltre a questa
dimensione. Nel corso di questi anni però, la paura di vedere,
concepita dalla cultura della società moderna, mi ha precluso
anche la voglia di sentire frenando la mia voglia di crescere, il
mio desiderio di andare oltre a tutto ciò che è tangibile.
Solo ora, a distanza di diciannove anni dalla morte di colei che
si è presa la responsabilità della sua missione, ho riconosciuto la
sua vera natura, la sua vera Essenza, la sua vera Luce. L’ho
riconosciuta nella sua vera energia: l’energia di un’immensa
particella dorata che riconosco come Yah Gohr Ah, mia guida
Spirituale già da secoli infiniti.
Il vuoto che mi aveva procurato la morte di questa nonna
straordinaria, mi fece cadere in una sofferenza terribile. Tante
domande mi si formulavano nella mente ma nessuna risposta
sopraggiungeva poiché la paura di ascoltare, respingeva tutto e
tutti ed il muro che avevo incominciato a costruire intorno a me,
generava soltanto altra sofferenza e tanta, tanta rabbia per
l’incomprensione di tutto ciò che comprendeva la natura, la vita,
la morte ed il distacco. Poi, diciotto anni fa, uno spiraglio di luce
mi diede la forza di camminare nonostante il fardello che mi ero
costruita con le mie stesse mani.

Il catasto onciario di Maierato
[wc-ps]
Catasti Onciari, compilati sotto il regno di Carlo III di Borbone, costituiscono documenti storici di primaria importanza per lo studio del Meridione, sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Qui l’Autore presenta la realtà socioeconomica dell’Università di Maierato, così come verosimilmente si coglie dal Catasto Onciario relativo agli anni 1753-1754. Nella sua opera Giuseppe Greco, dopo aver illustrato la funzione e le peculiarità del Catasto ed aver analizzato globalmente la realtà maieratana, cataloga, uno per uno, i fuochi ed enumera i beni che ciascuno possedeva, sotto qualsiasi titolo: case, terreni, mulini, trappeti, animali, censi, ecc. Il Catasto, come afferma l’Autore, è uno strumento prodigioso che ci porta, d’incanto, in un mondo lontano, nella Maierato del Settecento.