Bernardino De Bernardis

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Bernardino De Bernardis da semplice frate calabrese di Fuscaldo inizia una carriera punteggiata da successi tra Roma, Venezia e Varsavia con funzioni di alta responsabilità. Dalle sue lettere emerge un vero e proprio spaccato dell’epoca in cui visse. Trascorse quasi un lustro (1739-1743) in Polonia, quando per i buoni uffici di una dama di corte, Zanetta Farussi, madre di Giacomo Casanova, venne eletto Vescovo di Martirano in Calabria. Secondo noi, è qui il vero nodo di tutta la storia, perché una consolidata ‘vulgata’ ritiene che è il veneziano a conferirgli un alone di leggenda e di eternità. Dalla lettura del suo intero epistolario e delle carte d’archivio, emerge la figura di uno studioso colto e di un uomo di chiesa di integerrimi costumi. Per questo abbiamo ritenuto il De Bernardis degno della massima attenzione e abbiamo stilato una biografia che, accompagnata al romanzetto casanoviano, rafforza il valore e il contenuto della sua vita di uomo e di religioso”. Roberto e Francesco Musì

 

16,00

Bovalino una storia tra le sue carte

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Ogni singolo volume della biblioteca “ritrovata” dei canonici Raffaele Antonio e Domenico Antonio Morisciano e dello scienziato Francesco La Cava rappresenta un unicum, un tassello insostituibile di un insieme che testimonia un percorso di riflessione intellettuale. La disamina della raccolta libraria, oltre ad essere dotata di una forte valenza antropologica, consente di ricostruire le pratiche di formazione e di studio dei soggetti possessori. L’indagine condotta analizza e descrive la struttura e le vicende della biblioteca di intellettuali meridionali. I dati emersi evidenziano come la collezione rappresenti lo specchio del percorso culturale ed umano di studiosi, innovatori e tradizionalisti al contempo.

15,00

Brio e malinconia

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Il libro di Gino Ragusa Di Romano ha il palinsesto delle vibranti malinconie. Il titolo? Suggestivo! La ricchezza è ciò che quel linguaggio-casa testimonia. Un libro importante che avvia un viaggiare tra scogli e memorie.
La parola nei linguaggi della poesia si autoesclude dalla materia. La parola non conosce la materialità. Conosce l’immaginario, la fantasia, la finzione della memoria. Una finzione che è un naufragare tra lo spazio e il tempo. Sottile. Specchiante. Riflesso. Spazio-tempo.
Ciò che “Brio e malinconia” emana. Il raccontare del linguaggio è comunque sempre una malinconia. Si pazienta. Si cerca l’oblio. Si giunge alla noia. Ci si abita nella parola. Chi usa la parola ha la necessità di usare il pensiero. Così nel viaggiare tra le percezioni e le emozioni.
La poesia di Gino Ragusa Di Romano  ha il sublime.
L’estetica vive nella letteratura. Senza estetica l’arte non avrebbe senso. In questo camminare scorrendo il vocabolario del linguaggio poetico si corre il rischio di essere annientati dalla folgorazione. Il rischio? Annientati? Certo. Perché la Affabulazione ha il mistero della magia. Nulla accade per caso. Tutto ha la volontà o il volere della rappresentazione in cui il mito si legge come Potenza. La parola non è forse Potenza?
La malinconia che scaccia il rimpianto non è forse volontà? Ragusa Di Romano vi sottolinea ciò.
(Dalla nota critica di Pierfranco Bruni)

7,9915,00
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Calabri me rapuere

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In Calabria con Giovanni Cena Benedetto Croce Francesco De Sanctis Giuseppe Maria Galanti Cesare Malpica Vincenzo Padula Walter Pedullà Giacinto Pisani Giovannino Russo Alberto Savinio Luigi Settembrini Raffaele Sirri Saverio Strati Umberto Zanotti Bianco e altri ancora.

(dalla Prefazione)

“… La Calabria per me è una monumentale enciclopedia della complessità e della latenza della storia, scritta a più mani in prevalenza con la collaborazione anche di chi non sapeva né scrivere né leggere nel senso suggerito da queste due parole oggi. Scrivere e leggere, nel caso dell’enciclopedia Calabria, invece, come mi hanno insegnato coi fatti i miei nonni materni, presso cui sono nato e cresciuto nella prima e nella seconda infanzia in Irpinia, vuol dire entrare attivamente nella costruzione dell’esistente, cercare di interpretarlo e di viverlo in proprio, modificandolo, se possibile, lasciandovi il segno della partecipazione e della variazione anche di aspetti minori o giudicati minori. Continuare ad esserci, anche quando materialmente la nostra piccola fragile vicenda personale fisicamente si è spenta…”.

15,00

Caratteri

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Vincenzo Guerrisi Parlà ( 1925-2010) “il poeta favolista che ha trasformato la favola in romanzo” (Pasquino Crupi).
La presente raccolta di poesie viene presentata al pubblico col titolo “CARATTERI” aggiungendo come sottotitolo “I TIPI” per onorare la volontà dell’autore che li aveva da sempre indicati anche con quest’ultimo titolo. E con “I Tipi” l’autore vuole centrare l’attenzione sui personaggi della civiltà contadina, che animano il paese nello scenario del periodo bellico e post bellico, chiamandoli tutti col proprio nome. Una sorta di anagrafe ove non sfugge nessuno…
Guerrisi immortala, con le diverse storie dei protagonisti, una intera società ed i suoi equilibri, così da costituire un’unica fantastica storia fatta di virtù, di vizi, di fortune e sciagure umane.
I tipi di Caratteri tracciano un percorso sociologico ed antropologico nelle vere radici del popolo calabrese, ed è bello immaginarli nello scenario brulicante di vita, dei paesi “abbandonati della Calabria”, rimasti ancora intatti nella loro ruvida semplicità e nello struggente ricordo di chi li ha popolati.
Afferma Giuseppe Italiano in prefazione: Il dialetto del Guerrisi rifugge l’aneddotica giocosa di maniera per aprirsi, con interessante apporto antropologico, a quelle che sono state le problematiche calabresi (e meridionali) per buona parte del Novecento.
“I personaggi che animano questo libro sono i protagonisti della civiltà contadina; sono gli abili artigiani di vari mestieri; sono gli “eroi” delle forzate emigrazioni; sono figure della memoria, miti di vita serena e idilliaca pur nella ristrettezza del campare”.
“Col suo mezzo espressivo Guerrisi, nel confermare la nostra parlata autoctona, ha saputo recuperare la nostra memoria, le nostre usanze, i nostri sentimenti, le radici della nostra vita”.
Con questo libro Vincenzo Guerrisi Parlà non smentisce la propria fama di “favolista oltre Esopo e Fedro nella favola” e le sue opere “continuano ad illuminare il glorioso cammino della letteratura del nostro tempo e del tempo che verrà”.

7,9918,00
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Casali del Manco

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Le pagine di questo piccolo volume, concernenti l’evento storico della unione di alcuni comuni della Presila Cosentina nel comune unico di Casali del Manco, riportano le modalità con le quali si è giunti alla realizzazione dell’evento e il contesto storico in cui è nato. Per quanto attiene alla attività gestionale del Comune Unico il riferimento di queste pagine si esprime, causa pandemia, in due tempi diversi. Un inizio in cui accanto alle esortazioni e alle sollecitazioni al fare si sottolinea la necessità di prevedere e di prevenire effetti negativi possibili. E un secondo tempo in cui, a distanza di circa tre anni dall’insediamento, si osserva e si riferisce che la gestione seguita dalla nuova Amministrazione non ha dimostrato finora l’impegno necessario, motivo per il quale alla parola opportunità non può essere levato il punto interrogativo. Ma l’autore, il quale insiste nello scrivere che mai devono venir meno la fiducia e la speranza, invita ad andare avanti perché “non è mai troppo tardi”, e perché non si è fuori tempo massimo.

12,00
Segnaposto

Cassiodoro Senatore Variae

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Non esiste ancóra una versione italiana di tutte le “Variae” di Cassiodoro. Considerato che esse rivestono “particolare importanza” sia perché contribuiscono a far “conoscere l’indirizzo politico ed amministrativo del regno ostrogoto in Italia, sia perché sono infiorate di non poche digressioni erudite in cui si scopre una miniera di notizie”, tradurle per intero nella nostra lingua sarebbe un lavoro, seppur non facile, però interessantissimo. Per il momento si offre al lettore una silloge di “Variae”, di cui si riportano e il testo latino, e la traduzione italiana. Speriamo, tuttavia, che tramite lo zelo di quanti vorranno dedicarsi a quel lavoro si realizzi al più presto un’opera che rimane fra i “desiderata”.

 

25,00

Certosini e Cistercensi

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Molti sono gli studi e i volumi pubblicati sulla certosa e sui Certosini di Serra San Bruno: si può dire che ci sono opere per soddisfare tutti i gusti. Nessuno, però, si è mai impegnato ad illuminare il lungo periodo durante il quale la fondazione bruniana calabrese fu sotto la regola cistercense. A questo vuoto vuole ovviare il presente lavoro. Un lavoro reso difficile dal fatto che gli archivi non hanno dato nessun aiuto al ricercatore, in quanto sono tutti “muti” sull’argomento.

 

12,00

Chiesa, giovani e ‘ndrangheta in calabria

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Presentazione di S. E. Mons. Francesco Savino

Il saggio effettua una sistematica indagine sulla ’ndrangheta, grazie a un approccio oggettivo e analitico, che consente di entrare – con chiara immediatezza e rigorosa scientificità – nel dibattito della sua complessa e attuale pervasività in Calabria. La pianificazione e lo svolgimento adeguati delle attività di studio e ricerca hanno tenuto conto della raccolta, dell’organizzazione e dell’elaborazione di ampia e differenziata documentazione, che ha tra l’altro permesso di definire la ricostruzione del contesto storico e socio-antropologico in cui il fenomeno è nato e si è diffusamente sviluppato. L’autore, pone una serie di critici interrogativi ed esortanti provocazioni, sull’urgenza di avviare un autentico processo di risolutiva consapevolizzazione all’interno del tessuto ecclesiale e sociale della realtà calabrese. L’urgenza di riconoscere la definitiva rottura con il potere di questa potente organizzazione criminale, parte dall’inequivocabile opera compiuta da Papa Francesco con la sua venuta in Calabria nel 2014.
La novità e la forza di alcune proposte – di natura teologica e pastorale – intendono offrire alle chiese e alla società civile la possibilità di fronteggiare il fenomeno, non perdendo mai di vista le prevalenti ragioni insite nel “rischio della speranza”.
Nello sfondo dell’intera opera, si incoraggia a raccogliere una sfida, d’intraprendere inediti percorsi di prassica e decisiva liberazione, ai quali sono invitati innanzitutto i più giovani, che l’autore non esita a definire il “germoglio di risveglio e profezia di riscatto della Calabria”.

9,9920,00
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Ci accomunavano le reti e le stelle

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In questo corposo libro raccontano tutti, tutti i protagonisti di una comunità scolastica che all’improvviso perde ogni riferimento topologico concreto, viene sfrattata dall’abituale impianto organizzativo liquefacendosi in un nuovo assetto esistenziale che è quello del mondo virtuale. Raccontano il dirigente scolastico, raccontano i docenti, raccontano gli studenti dei corsi mattutini e dei corsi serali, raccontano gli educatori, raccontano gli amministrativi, raccontano i genitori. Tutti. E tutti raccontano con parole concernenti la scuola, – Parole di scuola, come direbbe la preside-scrittrice M.P. Veladiano – quelle parole costitutive e irrinunciabili che definiscono ogni comunità scolastica.

 

7,9916,00
ebook - cartaceo

Cittadino dello spirito: Arcangelo Verta di Sant’Angelo di Cetraro (1886-1974)

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[…] Le parole forti e intense di Papa Francesco poste all’introduzione del libro, a me sembrano rendere rilevante la proposta della lettura del libro-documentazione dell’archivio personale del Maestro Arcangelo Verta di Sant’Angelo di Cetraro: Cittadino dello Spirito. Sono convinto che dobbiamo risvegliare il nostro desiderio e la nostra capacità di sognare e di “far entrare Dio nella nostra vita e lasciare che parli al nostro cuore”. La vita vissuta dal maestro Verta che se ne ricava dalla lettura di detta documentazione lo mostra a noi come un testimone credibile. […] Il Papa ci ricorda nel testo posto all’introduzione del libro che il lavoro da fare è trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro, e per questo ci vuole coraggio. […] (sempre il Papa) che i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente ine­sauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza. (dalla Nota dell’autore)

25,00

Clint Eastwood

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A cura di Alessandro Canadè e Alessia Cervini

Il cinema di Eastwood ruota tutto intorno al potere trasformativo di un evento singolare (incontro d’amore, I ponti di Madison County; violenza originaria, Mystic River; battaglia decisiva, Flags of Our Fathers, Lettere da Iwo Jima; atto eroico imprevedibile, Ore 15:17 – Attacco al treno; rivelazione inaspettata di una colpa, Giurato numero 2) sulla vita di un soggetto, per il modo in cui lo pone a dover decidere di se stesso. La forza del cinema di Eastwood risiede nel suo mettere in immagine situazioni che, segnate da eventi come incontri o traumi, assurgono ad esemplarità trasformando l’identità problematica di un individuo singolare nell’universalità di un soggetto, la posizione minoritaria, marginale, isolata del primo nella potenza del desiderio, della scelta e della fedeltà del secondo. È dunque la singolarità universale del cinema di Clint Eastwood quella che questo volume mette in gioco, quella che trasforma un autore in un “nome proprio” esemplare, facendo emergere tutta la potenza paradigmatica del cinema di Eastwood. Dall’introduzione di Roberto De Gaetano Il volume contiene interventi di Alessandra Azzali, Luca Bandirali, Marcello Walter Bruno, Alessandro Canadè, Alessandro Cappabianca, Alessia Cervini, Roberto De Gaetano, Daniele Dottorini, Bruno Roberti, Luca Venzi.

18,00
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Colei che non si deve amare

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«Venne poi Colei che non si deve amare, scritto quasi per intero fra l’Inghilterra e la Francia. È questa l’opera che segnò la fortuna di romanziere di Guido Da Verona. Crediamo che nessun altro libro di letteratura, fra quelli che non furon adottati come testi scolastici, neppure si avvicini alla tiratura di questo romanzo» (Icilio Bianchi, Guido Da Verona, Milano 1919, p. 19). In questa prospettiva di clamoroso successo di vendite si presenta il terzo romanzo di Guido Da Verona, pubblicato nel 1910 presso la casa editrice milanese Baldini e Castoldi, che tra le sue firme annoverava illustri scrittori italiani e stranieri (Fogazzaro, Dostoewskij, Gorkij, Anatole France ecc.). È lo stesso autore a indicare date e luoghi della composizione del libro, scritto fra il 1908 e il 1909, in occasione di viaggi in quei centri della mondanità internazionale che Guido si vantava di frequentare e che contribuivano ad accreditarne l’immagine del viveur nomade e raffinato, mentre alcuni critici ne mettevano in dubbio l’autenticità e li collegavano a ben orchestrati battages pubblicitari.

20,00

Colmare il cuore

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Vi sono tante forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, vi è il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto. Vi è il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo. I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi. Benedetto XVI

14,00
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Colpa e ironia nella narrativa di Grazia Deledda

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Colpa e ironia nella narrativa di Grazia Deledda raccoglie il lavoro di un seminario organizzato presso la Fondazione Guarasci, in collaborazione con alcuni licei cosentini e con la facoltà di Lettere di Sassari. Curato da Gilda De Caro e da Massimiliano Aloe, il volume è stato realizzato grazie al contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali (circ. n.17, 4/02/02) e alla grande e sensibile cortesia della Pellegrini Editore di Cosenza. (Scritti di Alberico Guarnieri Marco Manotta Aldo Maria Morace Giuseppe Lo Castro Lorella Giuliani)

 

15,00

Come fiore nel deserto

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La raccolta poetica: Come Fiore del Deserto è il dialogo tra più linguaggi creativi, tra poesia e cinema, in chiave antropologico-esistenziale per provare a svelare ed “accogliere verità sconosciute” (O. Ciapini).

Un viaggio tra i significati “manifesti” e “latenti” (O.C.) di opere filmiche che si traduce in suggestioni poetiche all’interno di un percorso corale di trasformazione in senso creativo.

È un progetto che è “mèta e nuova partenza” (S. Vivona) in un viaggio di crescita personale che vede la scrittura come approdo sicuro nel mare in tempesta.
Lo sguardo poetico si rivolge alla complessità del vivere, cercando le parole per decifrare “un mondo ostaggio di se stesso/vestito di vecchie/usate/ paure” (S.V.), spaziando dalla ricerca identitaria all’incontro ed alle relazioni, tra gioie e dolori, attese, illusioni e speranze, alla ricerca della Bellezza da costruire con le proprie mani e da proteggere come un “Fiore del Deserto/fragile e coraggioso” (S.V.) che cresce in condizioni difficili ma che, quando sboccia, è di rara bellezza.

 

7,9912,00
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Comunque mai di domenica

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Ho conosciuto l’autore facendo una ricerca scolastica, mi sono
imbattuta casualmente nel suo sito
www.riflessidarcobaleno.com e mi sono soffermata un po’ nei
suoi scritti. Nella sezione libro ho notato che aveva appena
pubblicato il suo primo lavoro, del quale è pubblicato sul sito il
1° capitolo. Mi piacque e l’acquistai. Dopo averlo letto gli ho
inviato una e-mail per congratularmi con lui. Attraverso i suoi
scritti prima, poi per conoscenza diretta, è continuato
l’interessamento ai suoi lavori per i quali ho provato, fin da
subito, una viva curiosità. Scambi di idee e riflessioni sono
seguiti a queste mie letture ed il dibattito si è fatto sempre più
vivo sino alla richiesta da parte dell’autore, di scrivere questa
prefazione. Mi lasciò una bozza del libro dicendomi che, per
me insegnante di lettere abituata alla lettura, non sarebbe stato
un lavoro difficile. Accettai con molto piacere. La prima lettura
del manoscritto è stata subito molto coinvolgente, tanto da
spingermi ad un approfondimento più attento ed interessato.

12,00

Con le sue labbra le suggella le labbra spiranti

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Ho sempre amato Eleonora Duse. La teatralità la recita il tragico. Da quando ero ragazzo ho visto in lei la metafora del fascino del mistero del mito. La Divina, come la chiamò Gabriele, resta dentro di me. La letteratura solleva e vive di luce. La letteratura mi ha fatto amare l’amore. La donna che amo è letteratura vita carnalità. Ho trovato in un cassetto della scrivania di mio padre, nella casa in Calabria, il testo che segue. Non so se sia mio o di un altro io o di mio padre. Non cambierebbe nulla. Anzi. L’ho rubato da un cassetto e ora lo pubblico così come l’ho trovato. Commetto il reato di appropriazione indebita. Non ho corretto nulla. I lettori possono fare tutte le considerazioni opportune e anche correggere con il blu o il rosso. Eleonora resterà sempre la Divina!

12,00

Con le sue labbra le suggella le labbra spiranti Eleonora e Gabriele

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(Seconda edizione ampliata)

Un racconto tra il vero e l’immaginario. Non so cosa sia più importante. Ho sempre amato Eleonora Duse. La teatralità la recita il tragico. Da quando ero ragazzo ho visto in lei la metafora del fascino del mistero del mito. La Divina, come la chiamò Gabriele, resta dentro di me. La letteratura solleva e vive di luce. La letteratura mi ha fatto amare l’amore. La donna che amo è letteratura vita carnalità. Ho trovato in un cassetto della scrivania di mio padre, nella casa in Calabria, il testo che segue. Non so se sia mio o di un altro io o di mio padre. Non cambierebbe nulla. Anzi. L’ho rubato da un cassetto e ora lo pubblico così come l’ho trovato. Commetto il reato di appropriazione indebita. Non ho corretto nulla. I lettori possono fare tutte le considerazioni opportune e anche correggere con il blu o il rosso. Eleonora resterà sempre la Divina! La Divina che mi ha accompagnato negli anni tra la vita e, appunto, l’immaginario.

15,00
Segnaposto

Considerazioni e meditazioni

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Gli argomenti del libro mostrano e commentano il risultato dell’equazione di Schrödinger dei vari atomi della Tabella di Mendeleev. Sono anche considerate alcune correzioni all’Hamiltoniano di Schrödinger suggerite da evidenze sperimentali.

7,9918,00
ebook - cartaceo