Fata Morgana 22 – Maschera

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22 Maschera

La questione della maschera denota in prima istanza la forma del rapporto, all’interno del soggetto, fra sé e il mondo, l’individuo e la società, e i modi mai pacifici in cui questo rapporto viene a determinarsi. La maschera come gabbia, rifugio, doppio, via di fuga nel gioco infinito delle simulazioni.

Il numero si apre con una conversazione con Toni Servillo e presenta, tra gli altri, i contributi di Daniela Angelucci, Roberto De Gaetano, Stefano De Matteis, Gabriele Rigola e Cristina Jandelli.

 

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Fata Morgana 23 – Azione

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23 Azione

Il cinema moderno vede l’affievolirsi di una logica dell’azione e l’emergere di una dinamica dell’incontro inscritta nella veggenza del personaggio. Il cinema si fonda in un certo senso su una competizione continua tra la logica dell’azione e la potenza del visibile che la eccede e la mette in questione.
Conversazione con Richard Schechner e contributi, tra gli altri, di Gian Paolo Caprettini, Adriano D’Aloia, Michele Guerra, Roy Menarini e Pietro Montani.

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Fata Morgana 24 – Dispositivo

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24 Dispositivo

Quali forme assume la nozione di dispositivo se pensata all’interno di una riflessione capace di mettere in gioco il cinema e l’immagine contemporanea? Si tratta di pensare il dispositivo non soltanto come qualcosa che orienta e controlla i soggetti, ma anche come qualcosa in grado di offrire nuovi sguardi e nuovi spazi di libertà.

Il numero si apre con una conversazione con Shin’ya Tsukamoto e presenta, tra gli altri, i contributi di Massimo Donà, Thomas Elsaesser, Luca Malavasi, Anton Giulio Mancino e Federico Vitella.

 

25 Memoria

Che sia documentario o fiction, o che si situi in uno spazio fluido e mutevole tra i due, il cinema produce memoria del mondo, di sé stesso e degli sguardi che lo hanno fatto vivere. Il passaggio dal XX al XXI secolo ha portato con sé nuovi interrogativi che riguardano il rapporto tra i supporti destinati a conservare la memoria dell’immagine e la loro capacità di trasformare, mutare l’immagine stessa.

Conversazione con Amos Gitai e contributi, tra gli altri, di Lucia Cardone, Giulia Fanara, Federica Muzzarelli, Ivelise Perniola e Sara Pesce.

 

26 Teoria

Le trasformazioni recenti del cinema, i mutamenti tecnologici, il proliferare di linguaggi contigui e il variare dei modi di fruizione, impongono oggi una riformulazione di tutti quegli approcci teorici che nel corso dei decenni hanno contribuito prima a isolare l’oggetto cinema, poi a individuarne caratteri e specificità. C’è ancora bisogno di teoria e, se sì, di che tipo di teoria si tratta?

Il numero si apre con una conversazione con Francesco Casetti e presenta, tra gli altri, i contributi di Michele Guerra, Alessia Cervini, Daniele Dottorini, Vito Zagarrio e Pietro Montani.

 

27 Amore

Cinema e amore sono in una stretta interconnessione, a partire da quello che è l’amore per il cinema e, soprattutto, a partire da ciò che Badiou riconosce all’amore: di essere cioè evento, emergenza radicale di qualcosa che stravolge una situazione di partenza, improvvisa costruzione di altre, non previste forme del mondo che, attraverso il cinema, diventano immagini.

Conversazione con Nadia Fusini e contributi, tra gli altri, di Claudio Bisoni, Anna Masecchia, Stefania Parigi, Rosamaria Salvatore e Luca Venzi.

 

28 Cosa

La cosa è anzitutto un’immagine o ciò che produce immagini. Una riflessione sul concetto di “cosa” implica quindi una riflessione anche sul cinema. Il cinema mette in crisi i sistemi di rappresentazione tradizionali e trasforma ogni elemento del mondo in “cose” immateriali o, con un movimento parallelo ed opposto, gli elementi inanimati in “cose” dotate di anima.

Il numero si apre con una conversazione con Remo Bodei e presenta, tra gli altri, i contributi di Alberto Boschi, Felice Cimatti, Antonio Costa, Cosetta Saba e Rosamaria Salvatore.

 

29 Mito

Se il cinema è anzitutto stato capace di attingere alle molteplici narrazioni mitiche per ricavarne mondi, contesti, soggetti e storie, esso si è anche sempre interrogato sulla forza e la potenza sacrale del mito, sulla sua capacità di essere “immagine” nel senso pieno del termine.

Conversazione con Maurizio Bettini e contributi, tra gli altri, di Maurizio Ambrosini, Roberto De Gaetano, Massimo Fusillo, Peppino Ortoleva e Christian Uva.

 

30 Italia

Si tratta di un numero speciale, dedicato al tema Italia, a cui partecipano molti cineasti che hanno scelto l’immagine di un film per loro rappresentativo del cinema italiano, associandola ad un breve testo. Sono altresì presenti i contributi di studiosi di prestigio.

Il numero presenta, tra gli altri, i contributi di Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Roberto Andò, Maurizio Bettini, Gianni Canova, Emma Dante, Tonino De Bernardi, Roberto De Gaetano, Paolo Fabbri, Michelangelo Frammartino, Massimo Fusillo, Peter Greenaway, Valerio Magrelli, Franco Maresco, Pietro Montani, Paul Schrader, Toni Servillo, Suzanne Stewart-Steinberg.

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Fata Morgana 25 – Memoria

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25 Memoria

Che sia documentario o fiction, o che si situi in uno spazio fluido e mutevole tra i due, il cinema produce memoria del mondo, di sé stesso e degli sguardi che lo hanno fatto vivere. Il passaggio dal XX al XXI secolo ha portato con sé nuovi interrogativi che riguardano il rapporto tra i supporti destinati a conservare la memoria dell’immagine e la loro capacità di trasformare, mutare l’immagine stessa.

Conversazione con Amos Gitai e contributi, tra gli altri, di Lucia Cardone, Giulia Fanara, Federica Muzzarelli, Ivelise Perniola e Sara Pesce.

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Fata Morgana 26 – Teoria

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26 Teoria

Le trasformazioni recenti del cinema, i mutamenti tecnologici, il proliferare di linguaggi contigui e il variare dei modi di fruizione, impongono oggi una riformulazione di tutti quegli approcci teorici che nel corso dei decenni hanno contribuito prima a isolare l’oggetto cinema, poi a individuarne caratteri e specificità. C’è ancora bisogno di teoria e, se sì, di che tipo di teoria si tratta?

Il numero si apre con una conversazione con Francesco Casetti e presenta, tra gli altri, i contributi di Michele Guerra, Alessia Cervini, Daniele Dottorini, Vito Zagarrio e Pietro Montani.

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Fata Morgana 27– Amore

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27 Amore

Cinema e amore sono in una stretta interconnessione, a partire da quello che è l’amore per il cinema e, soprattutto, a partire da ciò che Badiou riconosce all’amore: di essere cioè evento, emergenza radicale di qualcosa che stravolge una situazione di partenza, improvvisa costruzione di altre, non previste forme del mondo che, attraverso il cinema, diventano immagini.

Conversazione con Nadia Fusini e contributi, tra gli altri, di Claudio Bisoni, Anna Masecchia, Stefania Parigi, Rosamaria Salvatore e Luca Venzi.

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Fata Morgana 28– Cosa

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28 Cosa

La cosa è anzitutto un’immagine o ciò che produce immagini. Una riflessione sul concetto di “cosa” implica quindi una riflessione anche sul cinema. Il cinema mette in crisi i sistemi di rappresentazione tradizionali e trasforma ogni elemento del mondo in “cose” immateriali o, con un movimento parallelo ed opposto, gli elementi inanimati in “cose” dotate di anima.

Il numero si apre con una conversazione con Remo Bodei e presenta, tra gli altri, i contributi di Alberto Boschi, Felice Cimatti, Antonio Costa, Cosetta Saba e Rosamaria Salvatore.

 

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Fata Morgana 29 – Mito

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29 Mito

Se il cinema è anzitutto stato capace di attingere alle molteplici narrazioni mitiche per ricavarne mondi, contesti, soggetti e storie, esso si è anche sempre interrogato sulla forza e la potenza sacrale del mito, sulla sua capacità di essere “immagine” nel senso pieno del termine.

Conversazione con Maurizio Bettini e contributi, tra gli altri, di Maurizio Ambrosini, Roberto De Gaetano, Massimo Fusillo, Peppino Ortoleva e Christian Uva.

 

 

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Fata Morgana 3 – Trasparenza

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3 Trasparenza

La trasparenza si presenta come una sorta di parola d’ordine che attraversa la modernità e trapassa nella realtà contemporanea, declinandosi in modi differenti che la legano ai dispositivi del visibile e a una dimensione polisensoriale che la trasforma in un’interfaccia del corpo e dell’ambiente, spazio tra il virtuale e la sua attualizzazione.

Il numero si apre con una conversazione con Jean-Louis Comolli e presenta, tra gli altri, i contributi di Daniela Angelucci, Alessia Cervini, Roberto De Gaetano, Daniele Dottorini e Luca Venzi.

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Fata Morgana 30 – Italia

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30 Italia

Si tratta di un numero speciale, dedicato al tema Italia, a cui partecipano molti cineasti che hanno scelto l’immagine di un film per loro rappresentativo del cinema italiano, associandola ad un breve testo. Sono altresì presenti i contributi di studiosi di prestigio.

Il numero presenta, tra gli altri, i contributi di Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Roberto Andò, Maurizio Bettini, Gianni Canova, Emma Dante, Tonino De Bernardi, Roberto De Gaetano, Paolo Fabbri, Michelangelo Frammartino, Massimo Fusillo, Peter Greenaway, Valerio Magrelli, Franco Maresco, Pietro Montani, Paul Schrader, Toni Servillo, Suzanne Stewart-Steinberg.

 

 

 

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Fata Morgana 31 – Coscienza

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31 Coscienza

Con il cinema, scriveva Benjamin, sorge «una nuova regione della coscienza», un nuovo tipo di esperienza che reca i segni di una trasformazione culturale potente, destinata a incidere sulla percezione e sulle emozioni. Il medium cinematografico ha inciso sui modi in cui osserviamo ed esperiamo la realtà.

Conversazione con Antonio Damasio e contributi, tra gli altri, di Michele Guerra, Luca Venzi e Hannah Chapelle Wojciehowski.

 

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Fata Morgana 32 – Popolo

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32 Popolo

È il cinema, arte collettiva e di massa, arte popolare e dunque paradossale, a rilanciare con forza nel Novecento la feconda ambiguità del termine popolo. Forse come non mai prima, è a partire dal XX secolo che l’urgenza dell’individuazione di un popolo, della sua creazione e costruzione come soggetto politico si mostra con tutta la sua forza.

Il numero si apre con una conversazione con il regista Pedro Costa e presenta, tra gli altri, i contributi di Pierandrea Amato, Daniela Angelucci, Luca Bandirali, David Bruni e Giacomo Manzoli.

 

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Fata Morgana 33 – Medium

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33 Medium

Il cinema costituisce una prospettiva privilegiata da cui guardare ai cambiamenti tecnici che investono il contemporaneo. In che modo la riproducibilità dell’immagine si contamina con l’interattività dei nuovi media?

Conversazione con Richard Grusin e contributi, tra gli altri, di Alessandro Cappabianca, Michele Guerra, Fabrizio Deriu, Cosetta Saba e Peppino Ortoleva.

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Fata Morgana 34 – Paura

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34 Paura

L’immagine cinematografica è fin dalla sua nascita legata al doppio piacere della paura e del desiderio. Il cinema stesso si è forse trasformato sempre più in cinema dell’orrore contemporaneo, al cui centro vi è l’impossibilità di individuare un oggetto concreto in grado di suscitare paura, così da essere riconosciuto ed affrontato.

Il numero si apre con una conversazione con Marc Augé e presenta, tra gli altri, i contributi di Daniele Dottorini e Vito Zagarrio.

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Fata Morgana 35 – Infanzia

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35 Infanzia

L’infanzia offre la possibilità di uno sguardo diverso tramite cui cogliere con rinnovato incantamento il mondo e di essere ancora capaci di vedere il fiabesco, il meraviglioso, l’aperto. La sproporzione, l’eccesso del mondo che travolge lo sguardo del bambino si trasforma in una sfida, nella ricerca di un nuovo modo di vedere.

Conversazione con Gianni Amelio e contributi, tra gli altri, di Silvio Alovisio, Alessia Cervini, Roberto De Gaetano, Ivelise Perniola e Stefania Rimini.

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Fata Morgana 36 – Fantasma

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36 Fantasma

L’ombra e lo spettro, la dimensione fantasmatica del cinema accompagnano da sempre la settima arte, intesa come forma che sospende la vita e al tempo stesso la ripresenta. Esso è capace di mostrare corpi reali e al tempo stesso di trasformarli in altro, trasfigurandone la loro empirica materialità.

Il numero si apre con una conversazione con Miguel Gomes e presenta, tra gli altri, i contributi di Daniela Angelucci, Denis Brotto, Mariagrazia Costantino, Rosamaria Salvatore e Vito Zagarrio.

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Fata Morgana 37 – Umano

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37 Umano

L’umano non si identifica con il concetto di “uomo”. Questo aggettivo sostantivato sembra oggi indicare una condizione di vita in bilico, in pericolo o in transito. Il cinema ha creato personaggi-limite, figure sospese tra l’umano e il non-umano, ponendosi come grande e contemporanea forma della domanda etica.

Conversazione con Bruno Dumont e contributi, tra gli altri, di Simone Arcagni, Anton Giulio Mancino e Alberto Scandola.

 

 

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Fata Morgana 38 – Evento

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38 Evento

L’evento disarticola la continuità temporale, la ripensa. Attraverso il montaggio e la sceneggiatura, la regia e la scenografia, i grandi cineasti hanno da sempre cercato forme della discontinuità all’interno della continuità intrinseca dell’ordine formale e simbolico del film. Oggi il cinema cerca di far emergere l’evenemenzialità del reale attraverso l’organizzazione di un flusso sempre più eterogeneo di immagini intermediali, amatoriali, d’archivio.

Il numero si apre con una conversazione con Alain Badiou e presenta, tra gli altri, i contributi di Alberto Boschi, Felice Cimatti, Adriano D’Aloia, Daniele Dottorini e Luca Venzi.

 

 

 

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Fata Morgana 39 – Cornice

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Giano Bifronte, proprio come il cinema, la cornice permette di individuare una lunga serie di
questioni che sono al centro di questo numero. Una ipotesi, tra le altre, è che, proprio in coincidenza
della perdita della sua centralità in pittura, la cornice divenga una questione centrale per l’allora
nascente arte cinematografica, riproponendosi in termini nuovi e intrecciandosi a problemi relativi
alla costruzione dell’inquadratura e della composizione filmica. La questione teorica che ruota
attorno alla cornice è quindi l’occasione per tornare a ripensare il rapporto fra il cinema e le altre
arti, in primo luogo, come è facile immaginare, la pittura.
Conversazione con Peter Greenaway e contributi, tra gli altri, di Andrea Pinotti, Valentina
Re, Alessandro Canadè.

 

 

 

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Fata Morgana 4 – Esperienza

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4 Esperienza

L’inizio del nuovo millennio ha inevitabilmente lanciato sfide inedite alla capacità di definizione e comprensione dell’esperienza filmica. In questo numero la forma particolare dell’esperienza filmica è messa in rapporto con forme di esperienza più generali – che interessano dispositivi, luoghi e media altri – colte nel loro farsi forme cinematografiche.

Conversazione con Paolo Jedlowski e contributi, tra gli altri, di Lucilla Albano, Francesco Casetti, Roberto De Gaetano, Annette Kuhn e Peppino Ortoleva.

 

 

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