‘ne la faccia che a Cristo / più si somiglia’: la poesia mariana di Dante
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Alle soglie della profezia
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Mia madre non smette di cantare
“… i papaveri sono alti alti e alti e tu sei piccolino…”
ed io non ho smesso di ascoltarla
nonostante gli anni abbiano inciso
la memoria nel tempo
e le parole sono diventate sabbia e vento.
Mio padre indossa un lungo cappotto spigato
ed ha l’eleganza dei sorrisi in bianco e nero
e mi prende per mano oltre le nuvole.
Solo ora ho capito cosa è la solitudine.
Ma loro sono presenti per sconfiggere ogni assenza.
Hanno la presenza degli dei
nel giardino delle rose e delle orchidee.
Sono sempre lì a custodire le mie distrazioni.
Io li racconto non per non dimenticarli.
Impossibile.
Racconto per non dimenticarmi.
Amare Pavese
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Contributo di Marilena Cavallo
A cura di Micol Bruni
Cesare Pavese. Uno scrittore che ha attraversato le malinconie dell’amore in un vissuto di esistenze e di parole. Lo scrittore che non ha mai creduto nel realismo e, non credendoci, non lo ha mai accettato. Uno scrittore osteggiato e temuto perché la sua poesia e il suo romanzo hanno fatto scuola, ovvero hanno creato degli indirizzi letterari, estetici e linguistici.
Da Lavorare stanca a Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, da Paesi tuoi a La luna e i falò la griglia simbolica è un percorso di archetipi e di miti sino a toccare la bellezza e la morte dei Dialoghi con Leucò.
Un libro unico nel contesto del Novecento che la critica italiana non ha mai capito e tanto meno hanno compreso i compilatori delle antologie scolastiche e tanto meno i docenti che si formano su tali antologie.
Pavese resta un riferimento. Il Novecento letterario, nella sua complessità, si apre con D’Annunzio e si chiude con Pavese.
ARTE ARTICA
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Una piccola raccolta di piccoli lavori.
Questo è Arte Artica, niente di più e niente di meno, la mia unica speranza è di poter suscitare delle sensazioni vere e sincere nei lettori, solo in quel caso potrò dire davvero che la missione è compiuta, non è questione di gloria o di fama, ma di sfIorare lo spirito di qualcuno, che magari domani non ricorderà più nemmeno il mio nome… Ma ricorderà qualcosa che ho scritto… E di questo non posso far altro che essergliene grato.
ebook - cartaceo
Asmà e Shadi
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Pierfranco Bruni continua a cercare tra le pieghe del tempo, si intrattiene con i mercanti arabi e ne ascolta la voce. Lancia dadi e racconta la magia del Mediterraneo perché ne conosce il vero segreto: l’incontro. Percorsi tra la sabbia e la pietra, partenze e ritorni, dove l’altro non è nemico ma ‘Aki’, fratello nella storia.
Scambia il grano del suo Sud con olio profumato di nardo, quello che un giorno Maria Maddalena versò sui piedi del Nazareno, cogliendo la sua verità di passaggio per la Galilea.
Gerardo Picardo
I versi di Asmà e Shadi hanno in sé l’ondivago delle onde, dell’alta e della bassa marea insieme, sono un’eco che risuona e risuona e ancora risuona, sono un dialogo a due voci in cui si sente, come in una sorta di straordinaria nenia di sottofondo, un alitare costante di malinconia, un fruscio strisciante ma tenace di lacerazione che rende il verso tremendamente bello e “bellissimamente” tremendo in un perenne, ineludibile ossimoro che dura, inevitabile, fino alla fine.
Antonietta Cozza
Ballata delle attese
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Erminio Maurizi è poeta originale, come formazione, non legato a sintassi preordinate. La sua poesia trova la migliore espressione nella breve misura del frammento che dà vita a testi di assoluta semplicità e trasparenza. I suoi componimenti sono caratterizzati da una dimensione narrativa e musicale del tutto particolare.
(Alberto Bevilacqua)
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Bulimia di pensieri
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Mi addentrai nella sofferenza,
sviscerai il mio inconscio e tutte le forme d’amore finora sperimentate.
Sfondai i sassi sui sentieri,
senza lasciarmi finire.
Dare parole alla mia anima mi ha salvata;
mi ha liberata dalla maledizione dei mari in cui ero sommersa.
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Civiltà digitale
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… la notte a venire non dormirai per sognare starai a brindare a un incerto desiderio di felicità
Civiltà Digitale, Il prosieguo della rappresentazione degli accadimenti visti dall’autore; un raccontare facile e stringato, di uno che cammina, lungo la strada come un’ombra senza padrone. Attento a non sbandare, al fine di mantenere un equilibrio riconoscibile. Il mondo di Nino.
Dall’indifferenza alla nostalgia
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Tra i segni e le memorie il tracciato lungo ricordo. Tra etnie, Beni Culturali e scrittori. Ci sono processi che si presentano ad una chiave di lettura in cui il valore antropologico e la misura etnico linguistica offrono delle interpretazioni che hanno delle caratteristiche che penetra nel senso mitico simbolico della civiltà. Il mito è il simbolo sono dominati in un percorso certamente etnico che scava all’interno di quelle dimensioni che si prestano ad un riscontro letterario. La letteratura ah, chiaramente, modelli grazie quali è possibile sostenere un rapporto sempre più nevralgico tra la parola (meglio sarebbe dire codice delle parole) e i fattori che riguardano più direttamente sentimento della tradizione. Infatti l’incastro antropologico che si vive nella letteratura è un vissuto completamente dentro la storia delle comunità, le quali sono, comunque, espressione di civiltà e testimonianza di beni culturali.
Di noi
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Poesie suggestive ed emblematiche di un’epoca e di un pensiero, scritte nell’arco di un decennio. Le diverse esperienze, i diversi costumi, il senso di estraneità, i conflitti esistenziali conferiscono ai versi di Abate un senso di novità anche per la presenza di una vena ironica che li caratterizza.
Dedica (a Meike)
Ti regalo zaffiri
di carta poiché
non ho una gemma
azzurrata di corindone
e tu sei già un cielo
azzurro e trasparente
sfiorali con le tue piccole mani perché
è di noi che parlano
e se a volte sono ruvidi
e sgraziati non farci caso
è la vernice rossa
sulla mia pelle scura
accarezzali col tuo
sguardo ironico ma
non ridere se sono
dolci e luminosi:
sanno di te
hanno le tue pupille

Errico Novella Calabrese
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L’ ERRICO, novella calabrese – così giudicò Francesco De Sanctis – “fu l’ultimo fiore della letteratura calabrese”. Comparve nel 1845. Ma da quell’anno mai più ripubblicato, e ora tolto dall’oblio e dalla polvere, come meritano le opere che aprono un nuovo cammino della letteratura italiana: quello del rinnovamento del romanticismo italiano.
L’Errico è la grande tragedia di sangue e di morte, che nasce da una terra senza giustizia. Gli scrittori nazionali ersero contro l’ingiusta giustizia dei tribunali l’arma dell’ironia, e fuor d’Italia alzarono grandi utopie. Domenico Mauro vide solo rimedio contro l’ingiusta giustizia dei tribunali il brigantaggio. Questo tema, però, resta come incapsulato e il poemetto si disnoda come dramma di una infedeltà coniugale, di una amicizia tradita, di una vendetta riparatrice.

Frammenti di silenzi
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La parola che è capace di fissare il movimento e l’emozione per poi lasciarli andare, diventare informi, che ha il potere salvifico e guaritore delle ferite della realtà, mai rifiutata, ma trasformata a testimonianza, che il poeta ingaggia la sua lotta con la vita, e per la vita fin dagli albori della sua ricerca, di qualcosa in cui credere, prima della necessità di esprimerla con voce irripetibile nei suoi versi.
Nuccia Martire
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I germanesi
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Con la Presentazione di Norbert Elias
Frutto di una lunga ricerca di due giovani studiosi, condotta parte in Germania e parte in Italia, questo volume (già pubblicato in Germania) racconta la storia di una comunità calabrese di origine albanese, di uno dei tanti comuni dell'”osso” del Mezzogiorno spolpato nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta dall’emigrazione e la cui vita in questo trentennio è stata continuamente alimentata dal ciclo delle rimesse, dai continui ritorni, divenuti spesso negli ultimi anni definitivi.
Molto è stato scritto sugli emigranti, sul loro sradicamento, sulle mille disillusioni. Ma quanto poco sappiamo delle modificazioni prodotte nel luogo d’origine, nella sua economia, nel suo tessuto sociale, nel costume, dal cordone ombelicale mai rotto con gli emigranti.
Il coraggio della verità
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a cura di RITA FULCO
Ricordare Manlio Sgalambro a cento anni dalla sua nascita significa provare a rendere conto della preziosa, quanto complessa, eredità da lui ricevuta, e farlo a molteplici livelli. Questo volume, che raccoglie gli interventi di studiosi, amici ed estimatori che hanno preso parte alla Giornata di Studi in suo onore dal titolo Il coraggio della verità, promossa dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni in onore di Manlio Sgalambro, istituito dal Ministero della Cultura in occasione del centenario della nascita del filosofo, costituisce una testimonianza, per quanto limitata e, chiaramente, non esaustiva, del suo lascito. Gli autori e le autrici che qui scrivono restituiscono, infatti, di Sgalambro ciò che da lui hanno ricevuto, ciascuno nella propria singolare esperienza. Il volume contiene i contributi di Pierfranco Bruni, Alessio Cantarella, Antonio Carulli, Alberto Destasio, Roberto Fai, Rita Fulco, Francesco Iannello, Davide Miccione, Giuseppe Raciti, Caterina Resta, Luca Siniscalco, Patrizia Trovato.
Il fu Mattia Pascal romanzo del fu Luigi Pirandello
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Mi tremavano le mani nello spiegare Il Foglietto. In prima pagina, nulla. Cercai nelle due interne, e subito mi saltò a gli occhi un segno di lutto in capo alla terza pagina e, sotto, a grosse lettere, il mio nome. (da Il fu Mattia Pascal) Sarebbe veramente piacevole se Il fu Mattia Pascal, che uscirà in volumi sui primi del prossimo ottobre, uscisse con questo frontespizio: “Il fu Mattia Pascal, romanzo del fu Luigi Pirandello”. Figuratevi quanti elogi, la critica, e come andrebbe a ruba il volume… È, dopo Il fu Mattia Pascal, la cosa mia a cui tengo di più: forse la più fresca e viva. Già sai che si chiama Liolà. Luigi Pirandello
Il profilo del Rosa
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La poesia è chiamata al compito di raccontare lealmente e senza filtri i grandi temi dell’amore, del tempo e del suo scorrere impietoso, delle cadute e delle illusioni. In Il profilo del Rosa Franco Buffoni evoca tutto ciò con straordinaria bravura: da quando la vita è tenera e si promette come avventura, a quando entra nelle fitte spire del destino. È una eloquente, tersa autobiografia formulata per stanze, per luoghi nei quali è ancorata la sua non comune indole meditativa. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 2000 (Lo Specchio – Mondadori), rivelò da subito il dispiegarsi di una spiccata e originale struttura poetica che fissa come emblemi gli eventi formativi della coscienza. Viene oggi riproposto nella collana Vega arricchito da un’ampia, circostanziata postfazione di Guido Mazzoni. (Tiziano Broggiato)
“Il profilo del Rosa” è il libro più organico e rappresentativo di Franco Buffoni. (Roberto Galaverni)
La poesia intitolata Come un polittico comparve per la prima volta in I tre desideri, una raccolta del 1984. In quegli anni Buffoni reagiva alla crisi dell’esperienza con l’ironia e l’understatement: scherzava sul monocromo grigio o cercava di narrarlo in forma straniata. Solo molto tempo dopo, nel 2000, avrebbe tentato la cosa più difficile: il racconto dettagliato e tendenzialmente completo delle «occasioni», l’autobiografia in versi. Ne sarebbe nato uno dei migliori libri di poesia fra quelli mai scritti dagli autori della generazione cui Buffoni appartiene: Il profilo del Rosa. (Guido Mazzoni)
Il rumore delle onde
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“Io non sono un intellettuale, io sono un chierico”. Con queste parole nude e vere, “il fabbricante di chiavi”, definisce il suo ritratto intellettuale e morale, restando coerentemente un “fanatico della verità” da cogliere nei suoi “fragmenta”. Occorre guardare attraverso le fessure del pensiero dell’ultimo “chierico”, come amava definirsi lo stesso Manlio Sgalambro. Pierfranco Bruni dialoga con Manlio, considerando la filosofia del filosofo siculo come l’attraversamento di un tempo che supera la storia e si riempie di domande. La sua sfida è: vagare tra i frammenti della “decadenza”. I frammenti di pensiero, che Bruni sceglie vogliono aprire alla lettura e alla interpretazione di quel “mondo pessimo” tutto sgalambriano. In questo universo-isola il lettore del saggio può intraprendere un sentiero, nella consapevolezza di essere dinanzi a un pensatore che ha coerentemente rifiutato ogni sistema statico del pensiero. Andrà alla ricerca del “cielo stellato”? O sfiderà il labirinto in cui “marcisce il pensiero”? Immersi nel rumore delle onde greco-sicule, buon viaggio!
In attesa che accada
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I desideri sono anche strani
l’ultimo era di colore incerto
i più si consumano desiderandoli

Inanimato
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Galleria spettacolare di elementi naturali – molti attinti anche da un sottobosco che tanto ricorda i sottosuoli dell’anima – che, intanto, rivelano una conoscenza raffinata della flora ma che, soprattutto, passano e trapassano dalla dimensione della fisicità a quella dell’anima e del cosmo in una dimensione panica. (dalla presentazione)
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L’altro limite con inediti
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«Dove non sente non pesa». In questa riscrittura de L’altro limite, uscito già nel 2017 per la Collana Gialla di Pordenonelegge, Maria Borio introietta una tensione centrale per la poesia dei nostri anni: il passaggio da un Io singolare, monadico, alla liquidità del punto di prospettiva. In questo libro, l’autrice non afferma ‘io sono’ ma ‘io siamo’. Integrando dei testi rari usciti su «die horen» e in «Ultima», il volume assume una veste e un orientamento nuovo – illumina i passaggi di spazio e di forma che intercorrono tra la prima pubblicazione (vero e proprio esordio di Borio) e il suo rinnovamento estetico. Un documento prezioso, che testimonia sia il cammino autoriale di una poeta tra le più importanti della sua generazione, sia uno stato dell’arte collettivo. Stefano Bottero