Altomonte e dintorni
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Nuccio Provenzano ha il merito di essere riuscito con tenacia e caparbietà a condurre in porto un’operazione editoriale che aggrega borghi, territori e specificità di un esteso comprensorio (da Altomonte a Lungro, Firmo, Acquaformosa, San Donato di Ninea, San Marco Argentano, Malvito, Tarsia, Civita, Castrovillari etc.) non limitando la propria progettualità ai meri aspetti municipalistici, ma cercando con energia il pieno recupero dell’uomo e del territorio – i due occhi della storia – attraverso clips di paesaggio, riti religiosi, tradizioni popolari, luoghi della fede, produzioni agricole e, con una sezione riservata, testimonianze dello spirito, poesia e fotografia. In questo modo cerca di apparentare le testimonianze e le esperienze umane di un esteso e articolato comprensorio legato dal sottile filo rosso delle loro molteplici espressioni identitarie di vita, consapevole che “Omnes artes quae ad humanitates pertinent, habent quoddas commune vinculum, et quasi cognatione quadam inter se continentur”. (Cicerone, Pro Archita).
In fondo, se è indubbio che l’azione sapienziale del ricercato- re si nutre della partecipazione e del consenso di diverse energie sociali e politiche, è apprezzabile che di questa operazione editoriale, che è un fatto culturale rappresentato da valori memoriali, se ne siano giustamente appropriate le comunità civili che costellano il circondario di Altomonte: perché essa è di tutti, appartiene alla storia di questo popolo.
Dall’Introduzione di PIETRO DALENA
Professore ordinario di Storia Medievale
Democrazie e democratizzazioni
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I temi della democrazia e della democratizzazione sono
oggi centrali nel dibattito delle scienze politiche e non, già
per il fatto che la maggioranza dei regimi politici del mondo
non è democratica. La grave crisi economica che a partire dal
2008 ha colpito il mondo occidentale ha, talvolta, attaccato
il sistema economico e politico attuale e diffuso un’elevata
sfiducia nelle popolazioni, come dimostrato dalla comparsa
di numerosi partiti o movimenti di protesta, talvolta populisti
e anti-sistema. E, tuttavia, sempre più Stati cercano di avvicinarsi
alla democrazia combattendo le dittature. È chiaro
che la democrazia, in assenza di alternative migliori, è il
regime politico maggiormente auspicabile per l’umanità. La
democrazia è, infatti, l’unico regime politico in cui vengono
rispettati appieno diritti civili e politici, le libertà di stampa,
di associazionismo, di protesta e le libertà economiche, quali,
ad esempio, la proprietà privata, la libertà d’impresa e molte
altre. Inoltre, gli stati democratici sono di gran lunga quelli
in cui vi è un maggiore benessere economico dei cittadini.
Di alcuni problemi ed orientamenti della psicopedagogia moderna
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Un viaggio lungo più di un secolo tra le organizzazioni criminali che hanno infestato l’area settentrionale della Calabria. Un viaggio tra boss e picciotti prima della “picciotteria” e poi della ’ndrangheta compiuto esaminando sentenze, documenti di archivio, pubblicazioni e giornali d’epoca e ricercando, come una volta facevano i grandi giornalisti, le foto più significative di personaggi che hanno dominato città e paesi forti, a volte, di un impressionante consenso sociale.
Il libro di Arcangelo Badolati è l’opera più completa ed esaustiva scritta sulle organizzazioni criminali della provincia di Cosenza. Traccia la mappa delle cosche calabresi e la catena di comando che ne determina strategie e interessi individuando l’esistenza di due “crimini”, uno a Cirò e l’altro a San Luca, così come emerge dalle più recenti indagini condotte dalle procure antimafia di Reggio e Catanzaro.
dalla Prefazione di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso
Educare all’onestà oggi nella famiglia nella scuola nelle istituzioni
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Antonio Pieretti – Pro-rettore nell’università di Perugia, presidente
dei convegni internazionali della fondazione Serio – nella
sua introduzione, propone una Società più civile e meno politica.
È la proposta condivisa dalla comunità scientifica dell’associazione
culturale Gfr. Serio.
Inizia parlando della “globalizzazione [che] ha mutato anche la
comunicazione: l’ha rinnovata profondamente e l’ha resa più agevole
e spedita; al tempo stesso, però, gli ha conferito una fisionomia
inquieta e sconcertante. Sono, infatti, le grandi reti di inter-comunicazione
elettronica che oggi dettano i modi del dire e del fare, imponendo
nuove e impreviste forme di espressione e rendono possibili
ambigue modalità di relazione”. Si, riducono le distanze tra le persone,
eliminano le barriere spazio-temporali che le separano, fanno
del mondo un villaggio globale “dove ciascuno, oltre a spersonalizzarsi,
può essere sempre ovunque e, insieme, da nessuna parte”.
Poi aggiunge che gli “stessi stili di vita non sono più quelli di un
tempo; hanno assunto una connotazione più fluttuante, più evanescente
e aperta a qualsiasi forma di novità, in uno sperimentalismo
che non prevede limitazioni”. La globalizzazione, perciò, “rendendo
meno stabili e meno duraturi i rapporti, gli impegni, le responsabilità”,
ha aperto le porte alle “tante morali, per lo più modulate secondo
le inclinazioni e gli interessi personali o, meglio ancora, nessuna
morale, se non quella che si ispira al raggiungimento del massimo
profitto e del massimo piacere ottenuti con il minimo sforzo”.
Educazione XXI secolo
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L’Italia è ricca di struggenti storie di emigrazioni, di viaggi della fortuna alla ricerca di un’esistenza migliore. Ma non tutte le partenze sono uguali e non tutti lasciano la propria terra con il desiderio di farvi ritorno il più presto possibile. È questo il caso di Rocco Campora che nel 1951, stanco di un’esistenza sterile e apparentemente priva di allettanti prospettive per il futuro, nonché demoralizzato dai continui dissidi con un padre dal quale si sente non compreso e non accettato, abbandona Amantea alla volta del Venezuela con la ferma intenzione di non rimettere mai più piede nel proprio paese. Sulle tracce di questo straordinario personaggio dall’animo bohemien, ribelle, sfuggente e impossibile da intrappolare in stereotipi umani sempre troppo riduttivi per lui, si mette il nipote, dopo tanti anni di silenzi voluti, forse addirittura cercati. Così la realtà comincia a mescolarsi con la leggenda e gli infiniti racconti reperiti sul suo conto si arricchiscono di particolari nuovi e sorprendenti, talvolta in contrasto tra loro, ma concordi nel fornire il resoconto di una vita vissuta in totale libertà. Poi finalmente l’incontro tanto agognato e pieno di aspettative che non possono che essere disattese da un uomo che, avendo sradicato con forza le proprie radici dalla terra nativa, si è perso nel nuovo continente nello sfrenato inseguimento di se stesso.
Educazione 2000
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Il volume tratta dell’educazione così come si sta evolvendo nella sua essenza e delle idee disponibili per il futuro. Una visione d’insieme dei problemi educativi, scaturita da un’esperienza di vita, viene data attingendo accortamente ai caratteri essenziali dell’intersoggettività.
Educazione in prospettiva duemila
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L’Autore suggerisce le possibili strade che scuola materna e scuola elementare possono percorrere per ‘difendere’ le energie intellettive e umane di fronte alla prepotenza della ‘galassia’ semiotica. Un programma indispensabile se si considera la fallibilità dell’informatica computerizzata quando opera automaticamente senza il controllo dell’esperienza umana e dell’intuito, anche in ambiti fatti prevalentemente di numeri come la finanza.
dalla Prefazione di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso
Etica e pedagogia – volume I
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L’attualità e la vivacità del dibattito intorno alla problematica etica rendono indispensabile uno studio capace di fornire una sintesi complessiva dei princIpi classici dell’etica sui quali esercitare la propria riflessione alla luce degli sviluppi etici di oggi. Questo libro che fa parte dello studio “Etica e Pedagogia” articolato in tre volumi – presenta alcuni esempi di problemi etici nel pensiero filosofico classico e medievale. Il proposito è di coglierne i nessi e i legami logici con la pedagogia. A tal scopo si è proceduto differenziando strutturalmente l’etica in altri discorsi, come quello concernente la “paideia” e la formazione teleologica (pensiero greco classico) e la formazione teologica (pensiero medievale). Tali dottrine assumono a tutt’oggi un rilievo specifico nell’ambito di una teoria com’è quella pedagogica che ha conseguito ormai autonomia e specificità proprie rispetto alle varie discipline, considerato che delineano varie ipotesi di soluzione rispetto all’educazione e alla formazione che dimostrano già alle origini del pensiero filosofico occidentale la difficoltà di fondazione teorica del discorso pedagogico. Ma quello che è più significativo è che il linguaggio etico ha denotato profonde implicazioni pedagogiche, non solo nell’ambito del rapporto tra condotta umana e valori, ma soprattutto come problema storico-sociale in cui la teoria pedagogica ha ritrovato vasti territori di esplorazione e punti di riferimento decisivi
Etica e pedagogia – volume II
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Lo stretto rapporto dell’educazione con i più diversi aspetti, fattori ed interessi della vita umana, colloca la pedagogia in relazione con le più distinte discipline che apportano materiali di riflessione per la sua comprensione e spiegazione. La proposta che prende forma con questo secondo volume dello studio “Etica e Pedagogia” si specifica nel tentativo di individuare e comprendere il significato educativo di distinti orientamenti etici puntualizzati nell’orizzonte storico della modernità fino alla loro drastica confutazione in Nietzsche. In quest’ottica, la proposta a cui tende tutto il ragionamento dell’Autrice consiste nel passare al vaglio della traducibilità pedagogica le distinte forme che va assumendo l’etica dal Rinascimento a Nietzsche, studiandone gli sbocchi nell’ottica di una teorizzazione sulla formazione umana che assomma in sè oltre a contenuti del sapere e strumenti di chiarificazione culturale, valori e norme di condotta, idealità, che variano col mutare dei paradigmi etici. In questo quadro l’etica nella multiformità delle sue espressioni rinforza e stimola la possibilità di aprire i percorsi educativi ad una varietà di punti di riferimento e valori. Ogni paradigma etico con i suoi valori e principi viene trasferito nel discorso pedagogico consentendo l’elaborazione di progetti di formazione sulla base di valori e principi che hanno un riferimento immediato alle prospettive etiche prese in esame. Si tratta di un cammino etico-filosofico nella prospettiva di mete pedagogiche. Il richiamo alle motivazioni etiche in periodi che vanno dal Rinascimento fino a Nietzsche discende dall’esigenza di comprendere l’evoluzione storica del concetto di etica nel suo sostanziale mutamento di prospettive.
Etica e pedagogia – volume III
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Dall’impostazione generale di questo terzo volume dello studio “Etica e Pedagogia”, ispirato alla ricerca etica dal Novecento ad oggi, emerge anzitutto l’imprescindibilità della traducibilità in termini pedagogici degli orientamenti etici via via precisati. Tale impostazione comporta una convinta sottolineatura dell’importanza che rivestono i temi etici nel discorso pedagogico. La multiformità della teorizzazione etica – tema obbligato ed essenziale della filosofia – diventa un percorso pedagogico obbligato tutto teso a comprendere la teorizzazione sulla formazione umana come itinerario educativamente orientato verso principi e valori. L’analisi differenziata e la rielaborazione critica delle categorie etiche prese in esame hanno consentito di evidenziarne i nessi e i legami logici con la pedagogia. E’ stata centralmente discussa l’etica nella diversità dei suoi approcci, attraverso un’ampia e rigorosa esamina delle voci centrali del pensiero etico contemporaneo nei suoi contesti teorici e di legittimità. L’obiettivo che si propone questa terza monografia dello studio “Etica e Pedagogia” è tra l’altro quello di mostrare come la pedagogia può far proprie le aspirazioni etiche più varie e i loro ideali. Queste aspirazioni accompagnano e sollecitano da sempre il cammino della pedagogia che trova in esse la sua dignità ontologica insopprimibile.
I laboratori nella scuola
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L’ammonimento di Célestin Freinet secondo cui «l’educazione nuova sarà come la faranno il materiale e l’organizzazione», può essere ritenuto il filo conduttore di queste riflessioni di Balduzzi sulle innovazioni tendenti a migliorare i processi di educazione scolastica. Per laboratorio si intende «il momento che offre una dimensione intenzionale e costante per attività rivolte allo sviluppo e alla realizzazione di un progetto didattico, nel quale l’identificazione del ‘problema’ da risolvere funga da connettivo interdisciplinare, privilegiando l’attivazione di processi mentali che permettono di costruire conoscenze e di produrre cultura».
Il Cyberbullismo
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Negli ultimi anni il bullismo, fenomeno prevalentemente scolastico, a causa dei cambiamenti sociali e culturali si è evoluto ed è diventato sempre più articolato e complesso nelle sue forme di manifestazione, nella tipologia dei soggetti coinvolti e nelle modalità di diffusione. La sua evoluzione è stata anche favorita dal continuo sviluppo degli strumenti di comunicazione che lo hanno reso sempre più vistoso e, spesso, lo hanno anche favorito. Proprio su questo nuovo aspetto del fenomeno, denominato cyberbullismo, il presente volume focalizza l’attenzione. Alla luce dei più tradizionali e recenti modelli teorici si cerca di rispondere ad alcune domande: Quali sono le nuove forme di bullismo? Cos’è il cyberbullismo? Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza? Quali sono i fattori di rischio individuale e contestuale che lo favoriscono? Il lavoro prosegue con l’analisi degli strumenti di assessment più idonei alla rilevazione dei comportamenti di prevaricazione e con la presentazione di un’indagine esplorativa sul fenomeno del cyberbullismo. In conclusione si tracciano alcuni orientamenti educativi e ri-educativi contestualizzati principalmente in ambito familiare e scolastico. .
Il messaggio di Don Milani
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Giulia D’Amico ricostruisce fedelmente il pensiero di don Milani, interrogandosi sull’attualità delle proposte educative del prete di Barbiana e sull’incidenza di esse nella realtà scolastica italiana. Ne deriva una convinzione profonda, avente il valore di una vera e propria rivelazione: la scuola di Barbiana oggi non esiste più, ma i ragazzi di Barbiana dell’èra planetaria sono gli extracomunitari, portatori di culture diverse da quella dominante, che rischiano il conflitto con la società che li accoglie o li dovrebbe accogliere. Per loro e per tutti gli emarginati del nostro Paese è necessario proporre l’attuazione del processo di piena umanizzazione – a partire dalla parola, dalla lingua – nella prospettiva dell’integrazione delle culture che costituisce il principio basilare del messaggio di don Milani.
Il professionista dell’educazione
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Che cosa significa, scientificamente, rigorosamente, fare ricerca? E come si fa ricerca nella scuola, che cos’è e come si svolge la didattica come ricerca? In che senso l’insegnante può essere un professionista, e quali ne sono implicazioni sul suo modo di esercitare e sugli allievi, sulle famiglie, sulla società intera? Che cosa significa sistema, che cosa figura di sistema? In che senso, e a quali condizioni, l’insegnante può essere visto come figura di sistema? In che senso l’insegnante è un mediatore, e che cosa ne consegue circa la responsabilità dell’allievo, e della sua stessa figura? Che cosa significa, per l’insegnante, essere un interlocutore di un processo educativo, come lo è uno qualunque dei suoi allievi? Che cosa può recare la cultura scientifica, con la relativa metodologia, alla professionalità di qualunque docente, quali ne siano le materie o discipline d’insegnamento? Quali contributi possono venire dai professionisti sociali di cultura pedagogica agli insegnanti, per quel che riguarda (ad esempio) la metodologia di esercizio, i rapporti sociali e personali, la programmazione?… A queste ed altre domande di fondo sulla scuola, sulla didattica e sulla professione docente, una professione sempre più difficile e sempre più necessaria e cruciale, l’autore cerca di offrire possibili linee di risposta su una salda base culturale, metodologica e di esperienza professionale multiforme. L’insegnante, come professionista dell’educazione, è chiamato ad una nuova consapevolezza, e può provvedersi di strumenti concettuali ed operativi che gli consentano di far fronte positivamente alle aspettative, sempre nuove e assolutamente legittime, che la società di oggi ripone in lui. Egli deve agire in questo senza lasciarsi condizionare dalle vicissitudini e dalle contingenze legislative, pur dovendone tener conto: sotto un tale profilo, egli non è diverso da un medico o da un ingegnere o da un architetto, la cui professionalità segue linee di evoluzione sue proprie ed interne, scientifiche e tecniche, pur tenendo doverosamente conto del contesto normativo in divenire continuo nel quale è chiamato a prestare la sua altissima opera.
Il razionalismo critico come problema pedagogico Banfi,Bertin e il senso della pedagogia
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Il razionalismo critico ha dato vita ad un movimento di pensiero
estremamente composito e differenziato, al punto che è spesso
difficile rintracciarne una presenza unitaria entro il dibattito europeo
più recente. A tutt’oggi manca del resto una storia articolata e
sistematica del razionalismo critico degli ultimi secoli, col risultato
che spesso questa corrente di pensiero o è sottovalutata o è
posta in ombra da altre scuole o da altri movimenti.
Nondimeno non è nostro interesse volerne ricostruire il percorso
storico, quanto sottolineare una sua precisa e feconda attualità
teoretica in campo pedagogico, attraverso l’analisi del pensiero
di due autori, Antonio Banfi e Giovanni Maria Bertin, che di
questa tradizione concettuale hanno alimentato la loro riflessione
filosofico-pedagogica: Banfi teorizzando una pedagogia fenomenologico-
critico-dialettica; Bertin sviluppando il pensiero banfiano,
che considera come carico di potenzialità euristiche e di una forte
valenza metodologica e criteriologica, e portando – in una sua
ricerca inquieta e paradigmatica – il razionalismo critico ad esiti
più vicini all’ermeneutica critica e ai suoi richiami ora decostruttivi
ora utopici.
L’istinto materno nuoce gravemente alla salute
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Se devo essere sincera, il mio primo ricordo è quel
gusto di zafferano sulle mie papille arse. Non il primordiale
vagito di mia figlia, e nemmeno la sua nuca
berlusconiana: improbabili capelli da Playmobil scolpiti
a suon di bruciori di stomaco. Altri ricordi potrebbero
sgomitare per occupare il podio di quella mattina:
l’improvvisa senzazione di svuotamento – risucchio
volgare e irriverente – o la pungente, sorprendente
sutura: drastico ritorno alla realtà post-epidurale. No,
tutto ciò non è che sottofondo al ricordo preponderante:
lo zafferano. Tutto era cominciato pochissime ore
prima. Come da copione, perdita delle acque in piena
notte, da una parte e dall’altra del letto (Mosè stesso
non avrebbe saputo far di meglio). Reduci da corsi
pre-parto e letture post-coito, ci lanciamo a capofitto
in quel breve tunnel che ci avrebbe portati da duo a
trio, da dittico a trittico, da duetto a terzetto.
L’educazione motorio-sportiva
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Il tramonto della concezione del corpo come ‘corpo-macchina’, di origine cartesiana più o meno egemone fino a tutto il secolo XIX, ha scatenato una miriade di concezioni alternative che questa ricerca vuole risistemare imperniandole intorno al concetto di corpo come sistema aperto, nel quale correlare tanto l’aspetto psicomotorio quanto quello sociomotorio.
La pedagogia Italiana contemporanea I volume – 3 edizione
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Contributi: Giuseppe Acone: Pensare l’educazione oggi; Franco Bertoldi: Pedagogia della crisi o crisi della pedagogia?; Piero Bertolini: La mia pedagogia; Michele Borrelli: La ricostruzione della pedagogia come scienza o della pedagogia come ermeneutica critico-dialettica; Andrea Canevaro: Pedagogia istituzionale; Giacomo Cives: Per una pedagogia storica, duttile, mediatrice e insieme civile. Pedagogia come incontro di istanze e spinte diverse; Luciano Corradini: Ripensamento di un itinerario pedagogico; Elio Damiano: La pedagogia scienza pratica dell’educazione; Giuseppe Flores d’Arcais: Autotestimonianza della pedagogia; Franco Frabboni: Nel nome del problematicismo pedagogico; Alberto Granese: Il concetto di pedagogia; Mauro Laeng: La formazione del mio pensiero pedagogico; Raffaele Laporta: La mia pedagogia; Ferdinando Montuschi: Costruire la pedagogia; Fabrizio Ravaglioli: L’apprendistato; Cesare Scurati: Approdi di un itinerario; Giuseppe Vico: Dall’attenzione alla diversità alla pedagogia del coinvolgimento; Aldo Visalberghi: Per una pedagogia aperta; Michele Borrelli: La pedagogia tra ideologia e scienza. Intervista a Antonio Santoni Rugiu.
La pedagogia Italiana contemporanea II volume
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Contributi: Michele Borrelli: La pedagogia – Teoreticità e scientificità. Nota introduttiva; Bruno Bellerate: Un itinerario aperto: l’educare; Giovanni Maria Bertin: Il principio di ragione nella riflessione pedagogica; Enza Colicchi Lapresa: La teoria storico-empirica dell’educazione. Ragioni e linee di elaborazione; Remo Fornaca: Educazione e pedagogia: componenti e dinamiche; Duilio Gasparini: Storia di un itinerario didattico-pedagogico; Giovanni Genovesi: Pedagogia e scienze dell’educazione. Alcune riflessioni; Guido Giugni: Ipotesi pedagogiche per l’educazione in una società in trasformazione; Carlo Nanni: La ricerca del senso dell’educare; Luisa Santelli Beccegato: Itinerari pedagogici. Per strade e per sentieri; Luigi Secco: Pedagogia e educazione giovanile contemporanea; Vittorio Telmon: Un percorso personale; Claudio Volpi: Introduzione alla Global Education; Luciano Corradini: La pedagogia, l’educazione e la scuola viste dai banchi del governo.
La pedagogia Italiana contemporanea III volume
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Contributi: Franco Blezza: Una via di ricerca in Pedagogia generale; Michele Borrelli: Fine della modernità e rinascita della pedagogia. La risposta pedagogica al Postmoderno in filosofia; Franco Cambi: L’autocomprensione del sapere pedagogico: tra metateoria e costruzione di senso; Vittoriano Caporale: Per una ricerca storico-pedagogica in situazione; Hervé A. Cavallera: Il sogno di una vita più libera; Antonio Erbetta: L’educazione come critica dell’educazione; Mario Gennari: Pedagogia generale. Ricerca educativa e interpretazione; Domenico Izzo: Problemi aperti; Antonino Mangano: La mia proposta socio-pedagogica; Roberto Maragliano: Il caso della multimedialità; Riccardo Massa: Da una epistemologia pedagogica alla clinica della formazione; Leonardo R. Patanè: Un itinerario pedagogico sotto il segno della relazionalità; Michele Riverso: Le scienze dell’educazione come ricerca empirica; Giuseppe Spadafora: Ipotesi di fondazione del sapere pedagogico; Mauro Laeng: Postfazione.