Anno di pubblicazione | 2024 |
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Numero pagine | 112 |
ISBN | 979-12-205-0279-5 |
Formato | Cartaceo |
Autore |
Mannarino Renato |
Paola
TRA OTTOCENTO E NOVECENTO
Immagini di Leopoldo e Bernardo Mandarini
Nel regno usa e getta del digitale, dove l’immagine è frenetica, volatile, gratuita, prodotta in modo compulsivo e consegnata acerba alla bulimia dei social, è confortante, quasi salvifico, il contatto ritrovato con la foto d’epoca, col passo lento, l’approccio studiato e la sapiente artigianalità della fotografia su lastra. Riaprire a distanza di un secolo le enormi e complicate fotocamere di legno, maneggiare gli chassis, gli obiettivi d’ottone, i torchietti, gli strumenti da ritocco, gli ariosi e fragilissimi negativi di vetro è come reimmergersi in un’età perduta, in cui vigeva un rapporto diverso dell’uomo col tempo e con la materia. Personalmente, grazie alla cura e all’amore che mio padre riservava alle memorie e alle antichità di casa, ho potuto apprezzare fin da bambino il sapore antico, evocativo e un po’ magico dell’archivio fotografico di famiglia. Volti senza nome, scorci misteriosi, schegge di esistenze sconosciute affioravano come reperti da quelle scatole di cartoncino, impressi con forza, a toni invertiti, nell’alchimia del bromuro d’argento. A volte le lastre accusavano il peso degli anni, si mostravano con angoli scheggiati, bordi abrasi, perfino ridotte in frammenti, col velo setoso di gelatina che si strappava come una pelle dalla superficie del vetro, e tutto ciò che si poteva fare Prefazione Fotocamera da campagna e accessori 6 era ricomporle, ritumularle con devozione nei loro involucri originali, auspicando un futuro restauro. Non c’erano, allora, strumenti accessibili per procedere alla stampa o alla duplicazione dell’intero fondo. Mio padre tentò, con mezzi di fortuna, di riportare alla luce qualche immagine a campione, ricavando positivi su pellicola, ma i risultati non rendevano giustizia, e dovette limitarsi a un accurato inventario. A parte il vincolo di appartenenza, non gli sfuggiva il valore storico dell’archivio. Io, dal canto mio, potevo soltanto intuirlo. Solo alle soglie dell’età adulta, quando una foto del mio bisnonno mi saltò in faccia, onorata di una doppia pagina, dal libretto di un CD di Battiato, cominciai a sentire la sua voce chiamare: il lavoro di mio nonno, e di suo padre prima di lui, doveva essere recuperato. La vita, però, mi distrasse dall’opera. Passarono altri trent’anni. Poi, finalmente, i miei zii, coeredi dell’avo Leopoldo, decisero che il tempo era venuto. Forti di una passione intramontabile e di una pazienza infinita, avvalendosi di tecnologie oggi abbordabilissime che un dì potevamo soltanto sognare, hanno iniziato a digitalizzare tutto. A loro va la mia personale riconoscenza e il merito oggettivo se il materiale contenuto in questo libro è uscito una buona volta dallo “stipo” di Corso Garibaldi per incontrare nuovamente Paola. Nessuno, tra quanti sono ancora in vita, ha avuto in sorte di conoscere gli autori. Però le memorie sono state tramandate, e il loro lascito parla abbondantemente per loro. (Continua… )
Dalla prefazione di Lucio Valerio Mandarini
Editorial Review
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