Segnaposto

Un architetto racconta Domanico

[wc-ps]

Questo lavoro, che ha origine dagli studi effettuati per la redazione del Piano di Recupero, può considerarsi un canovaccio su cui sono stati riportati appunti, documenti e considerazioni utili per fare luce sul passato di questa comunità di cui nessuno si è mai occupato. Vi si trova un po’ di tutto, dalle vicende storiche alla descrizione meticolosa delle chiese e dei fabbricati più rappresentativi, dai personaggi alle loro famiglie, con nomi, condizioni sociali e localizzazioni delle abitazioni, così come furono censiti nel catasto onciario del 1743, raccontato in modo semplice e diretto, spesso attraverso la riproposizione autentica dei documenti ritrovati. Si parla anche dell’organizzazione amministrativa che il paese ebbe in passato, delle condizioni economiche e sociali dei suoi abitanti, dell’articolazione urbanistica, delle strade, dei quartieri, degli sconvolgimenti che ebbe a subire nel corso dei secoli, sia per effetto dei terremoti che per la realizzazione di alcune opere pubbliche epocali. Un progetto iniziato tanto tempo fa, con la speranza di far crescere nella popolazione la consapevolezza dell’impor- tanza della propria storia anche attraverso la rivalutazione del proprio patrimonio edilizio come eredità da salvaguardare nell’interesse comune, di cui queste pagine vogliono essere la continuazione ideale.

15,00

Un calabrese con troppe Calabrie

[wc-ps]

LA CALABRIA CHE LO SCIROCCO

La Calabria che lo scirocco sferza

non so se venendo o andando verso il mare.

La campagna ora arsa ora verde

con pompa magna d’aranceti e ulivi

è sempre qui, ingombra la mia anima,

la tesse e la distesse nei giulivi

pomeriggi d’estate, negli inverni amari

e tristi d’ore interminabili.

 

La Calabria che pretende amore

– e non sa bene se sia donna o falco –

io la sradico, la esalto, la sotterro,

la benedico e maledico e poi

la invoco: madre, tomba, cielo,

condanna, luce che non tramonta mai,

casa aperta sul mare,

mio rifugio eterno.

12,00
Segnaposto

Un chiodo nel cuore

[wc-ps]

Non c’è niente di più sorprendente nella vita della vita
stessa. Il suo dispiegarsi con l’avvicendarsi degli eventi supera
di gran lunga il limite consentito all’immaginazione
umana. E, purtroppo, ciò che il destino riserva non è sempre
caratterizzato da piacevoli sorprese.
Quella di Stefano, protagonista di questo romanzo, è
una storia di grande dolore, infinite sofferenze e amare ingiustizie
perpetrate ai danni di persone semplici e oneste.
Una vicenda ambientata in un tempo e in un luogo in cui
era facile perire inconsapevole e innocente vittima dell’altrui
angheria: il potente contro il debole, il forte contro
l’indifeso, il fato contro i desideri degli uomini.
E così il sogno di Stefano, quello di una vita tranquilla
da vivere in semplicità con la donna amata, diventa un
calvario senza fine, un peregrinare lungo e angosciante,
costellato da tristi accadimenti che sembrano fare a gara
tra loro a chi riesce a portare il fardello di sofferenze più
pesante da offrire ai protagonisti della vicenda.
Sicari, entrando in medias res, sin dalle prime parole
del testo lascia intendere al lettore che la storia che andrà
a leggere non sarà un divertente e spensierato racconto,
bensì un’odissea intensa e commovente.

15,00
Segnaposto

Un chiodo nel cuore 2

[wc-ps]

Il secondo volume del romanzo Un chiodo nel cuore porta il lettore nel cuore pulsante delle vicende già note e diventa subito una storia riconoscibile con i suoi personaggi, le tragedie familiari, gli affetti divisi, i luoghi, le atmosfere, i tempi. Il lettore si ritrova, ancora una volta, a seguire Stefano e Mara, i protagonisti, attraverso i tanti sentieri esistenziali che troveranno, alla fine, uno sbocco intenso e positivo. Stefano, finalmente, dopo le ingiustizie patite, riuscirà a realizzare un sogno atavico: acquistare “un grosso gregge con dei pecorai sui pascoli dell’Altopiano”. Ed è qui che pare prendere corpo il desiderio di una vita intera che è stata spezzata in gioventù per un omicidio non commesso. Mara nutre il sogno di Stefano con quella dolcezza e sensibilità che il lettore ben conosce. Eccoli, dunque, Mara e Stefano, davanti agli occhi di che legge, eccoli, non più giovani ma tenacemente avvinti dall’amore a compiere una scelta importante: Stefano sull’Altopiano e Mara a San Damiano a vivere di attese e speranze. Ma è qui che qualcosa cambia e, in particolare, il personaggio di Mara subisce una metamorfosi. Narrativamente, dunque, il romanzo si sposta sull’asse esistenziale di Mara e, a livello, geografico ci trascina a San Damaso che è un paese alle pendici dell’Altopiano dove Stefano trascorre le sue ore di lavoro e si presenta ricco di storia, delicato e fascinoso. Ed è qui, ancora, che la narrazione trova il suo diapason perché San Damaso non è solo il luogo in cui Mara e Stefano trovano modo di riallacciare la poesia delle loro anime ma nuovi ed emblematici personaggi costellano la storia arricchendola e problematizzandola. Decisiva, in questo microcosmo paesano, la presenza di Elisabetta che potremo definirla il “deus ex machina”, depositaria di un segreto che, una volta svelato, scioglierà uno dei nodi più drammatici del romanzo con dei colpi di scena che hanno dell’incredibile e che fanno sussultare l’animo del lettore di sensazioni ed emozioni mai provate fino all’ultima pagina.

15,00

Un divo nella nebbia

[wc-ps]

Il viaggio intorno al più amato dei cantanti cosentini è un’intensa passeggiata tra musicofili, poeti, collezionisti di ricordi, appassionati di cultura popolare, abitanti delle periferie. Alcune delle canzoni più belle di Mario Gualtieri accompagnano il racconto di aneddoti legati alla sua personalità e alla carriera. “Nei sotterranei del cuore, tra luci soffuse e muri scrostati dal tempo, la tua voce rassicurante la sento ancora, in quel posto così intimo e riservato dove nessuno ha accesso, ci siamo ancora noi due, quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora”. Max

15,00
Segnaposto

Un giorno di Dicembre

[wc-ps]

Chi ha vissuto in prima persona la vicenda umana di Gianluca
Sciortino e della sua famiglia trae dalla lettura di questo
lungo racconto sensazioni intense e dolorose. Così è capitato
a me. Ho rivissuto nella mia mente un lungo flashback
che mi ha ricondotto ad una lunga e dolorosa vicenda personale.
Nella vita di Nino Manfredi e nella mia è arrivato un giorno
in cui, all’improvviso, tutto è cambiato: un malore, la corsa
in ospedale verso un destino sconosciuto, la porta della
rianimazione che si chiude. Una porta al di qua di una soglia
invalicabile, come il limite che divide la vita dalla morte.
C’era un gioco nella nostra vita coniugale che Nino faceva
con me ogni sera quando lasciava la mia camera da letto.
Nel darci la buona notte rimaneva in uno stato di sospensione
e, con la sua area fanciullesca, diceva “chiudo?”. Ma l’idea
di chiudere quella porta tra noi gli procurava angoscia come
se avesse terrore di non riuscire a vincere il buio della notte.
E, proprio come era accaduto nel suo fim “Per grazia ricevuta”,
Nino, per superare l’incognita delle tenebre, si era
costruito rudemente la statua del suo “amico” protettore,
Sant’Eusebio, mettendosela accanto al letto. Solo così finalmente
cedeva al sonno. Il priore del convento, nello scoprire
il suo segreto, lo costrinse a mettere la statua in cantina.

12,00

Un giorno il sole uscirà

[wc-ps]

In questo libro si celebra la speranza. I ricordi che vi ho raccontato vogliono essere un devoto omaggio a mio padre, che ha tenuto sempre puntato l’ago della bussola di tutta la sua esistenza verso il sole della speranza. Per proseguire vincente nella lotta della vita, il suo motto era: un giorno il sole uscirà. Quando tramonta la speranza, arrivano lo sconforto, l’amarezza, l’abbandono. L’avvilimento e la rinuncia prendono il sopravvento sui sogni e sui progetti per il futuro. Con i cancelli della speranza aperti, ogni azione è protetta; si superano più facilmente gli ostacoli; si diventa più audaci e si raggiungono mete importanti; lo sguardo è rivolto sempre in alto. La speranza, dunque, è l’energia della vita di ogni essere che pensa. La speranza non è soltanto un sentimento individuale. Esiste, infatti, una speranza collettiva, che può essere riferita all’umanità intera, a una nazione, a un paese, o, più semplicemente, a una comunità, a un gruppo, a un’associazione. Quando i due tipi di speranza, individuale e collettiva, interagiscono in equilibrio, com’è accaduto per la famiglia creata da mio padre e mia madre, vale davvero la pena vivere.

7,9914,00
ebook - cartaceo
Segnaposto

Un nuovo cammino

[wc-ps]

La sofferenza esiste in ogni essere, è come una malattia che va curata attraverso l’auto-conoscenza e l’auto-realizzazione del vero sé.
Dopo aver imparato come si possa trasmutare la negatività, dopo averla conosciuta attraverso la propria interiorità e focalizzato la fonte della sofferenza, si può iniziare finalmente a vivere come raccontano le pagine di questo libro.
Un’autobiografia dell’autore autentica e intensa, fatta di momenti difficili e complicati che hanno segnato un discrimine significativo nella sua vita. Perché da qui, da questo punto di rottura, è iniziata una nuova fase esistenziale ricca di felicità.

14,90

Un periòdico “fascista”: Il Mattino d’Italia y la sociedad argentina

[wc-ps]

En un país como la Argentina, caracterizado por un fuerte impacto de la migración ultramarina entre fines del siglo XIX e inicios del XX, la función de la prensa en lengua extranjera adquirió un valor social, cultural, económico y político inevitablemente central, tanto a nivel simbólico como material. La parábola de Il Mattino d’Italia, cotidiano argentino fascista en italiano, se sitúa en una fase particularmente compleja de la historia argentina, en la que revistió un papel significativo. Este trabajo, basándose en el análisis sistemático de los números del diario publicados entre 1930 y 1944 y de documentación archivística y otras fuentes argentinas y extranjeras (italianas y estadounidenses), pretende indagar y profundizar desde perspectivas inéditas la historia del periódico. Una historia que, como surge de las páginas del texto, se configura además como la historia de un sector particular de la sociedad argentina en la década de 1930, entrelazándose de forma variada y compleja con la cultura y la política de Buenos Aires, así como del interior de la República.

 

8,9916,00
ebook - cartaceo
Segnaposto

Un piccolo “grande” ospedale

[wc-ps]

“Paola, la città col nome di donna, delicato e breve (Mauro F. Minervino, La Calabria brucia, Ediesse 2009, p. 78), la mia città, merita un “grande” Ospedale. Penso che un ospedale sia “grande” quando i suoi dottori (dal latino docere, insegnare) abbiano molte cose da insegnare e tante altre di cui discutere.
Ho lavorato sedici anni al San Francesco (due da studente e quattordici da medico) dal 1970 al 1986 e qui ho conosciuto molte persone che mi hanno insegnato tante cose, con molte altre abbiamo discusso di tutto il resto, e non erano solo medici.”
Così inizia il racconto della storia di questo ospedale, dei suoi medici, infermieri, suore, impiegati e altri operatori sanitari (quasi tutti citati nel corso della narrazione), che in 45 anni hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo di questa bella struttura sanitaria, oggi necessaria ancora più di ieri per la conservazione della salute dei cittadini di Paola e di tutto il territorio del Tirreno cosentino.
Nella seconda parte del libro l’Autore, dopo un lungo e paziente lavoro di ricerca in archivi di stato, biblioteche comunali e di privati cittadini, di consultazione di giornali d’epoca, di raccolta di testimonianze e interviste a storici e persone di cultura, racconta la storia “probabile” degli antichi ospedali paolani a partire dal XII secolo (la Badia di Fosse) fino alle soglie della 2^ guerra mondiale (l’ospedale distrettuale del S. Agostino). Si sofferma, poi, su tutte le attuali realtà sanitarie di Paola, dai Donatori di sangue, agli Amici del cuore, dall’Associazione diabetici alla Croce Rossa, dall’Associazione dei medici di Cure primarie alla Clinica S. Chiara, alle Farmacie paolane delle quali si è celebrato nel 2014 il Centesimo anniversario della loro istituzione, e così via.
Non dimentica, infine, nessuno dei circa 200 medici che dall’inizio del Novecento fino ad oggi a Paola sono nati o qui hanno esercitato o  tuttora esercitano la loro nobile professione e tutti li cita in un lungo elenco, frutto della collaborazione con l’Ordine dei medici di Cosenza. Il libro termina con le “Storie parallele” in cui sono rappresentati i principali avvenimenti storici, politici, sanitari che si sono succeduti contemporaneamente nel mondo, in Italia e a Paola a partire dagli anni ’50 (epoca di inizio dei lavori del piccolo “grande” ospedale) fino ad oggi.

9,9920,00
ebook - cartaceo

Un popolo una fede

[wc-ps]

Giustina Aceto archeologa, archivista, bibliotecaria, si occupa da oltre quindici anni della ricerca e promozione dei santuari calabresi in Italia e all’estero.

Ha realizzato la prima classificazione giuridica-pastorale dei luoghi di culto nelle dodici diocesi della Calabria (2002).

Ha pubblicato molti articoli per riviste scientifiche e i seguenti volumi: I Santuari dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000; I Santuari dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001; Classificazione e Decreti dei Santuari Calabresi, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2002; I Santuari dell’Arcidiocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003; Alla Scoperta dei Santuari Calabresi: guida ai luoghi di culto, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009.

Nel 2005 ha fondato l’associazione Alla Scoperta dei Santuari Calabresi con lo scopo di far conoscere, attraverso attività culturali, una fitta rete dei luoghi di culto e di accoglienza.

12,00

Un posto nel mondo

[wc-ps]

L’intreccio tra la migrazione in Italia e la pratica della scrittura letteraria in lingua italiana accomuna le donne le cui storie, raccolte in lunghe interviste biografiche, sono presentate e analizzate in questo volume.
La migrazione può configurarsi come esperienza di sradicamento e di solitudine, anche in ragione delle forme di esclusione attive nella società d’approdo. Ma la pratica della scrittura, nella nuova lingua, può essere strumento attraverso il quale costruire nuove appartenenze e sentire di poter avere, ancora, «un posto nel mondo», come afferma una delle donne intervistate.
Le biografie raccolte mettono in crisi l’immaginario egemonico sulle “donne migranti”, popolato da stereotipi in cui si intersecano assunti razzisti, sessisti ed eurocentrici. L’esperienza della scrittura in migrazione viene interpretata e discussa come una pratica di soggettivazione, una pratica cioè attraverso la quale le donne migranti cessano di essere soggetti narrati e si rendono soggetti narranti, potendo così contribuire a ri-nominare e ri-significare i processi di costruzione e reificazione dell’alterità.

«Questo è un libro in cui la sociologia è vivente. Promuove e articola la percezione di uno scarto fra le esperienze di chi questo mondo lo abita e i modi in cui le narrazioni più correnti le deformano. Promuove e articola curiosità e critica. È un libro molto bello. Io spero che lo leggano in tanti».
Dalla Prefazione di Paolo Jedlowski

 

9,9918,00
ebook - cartaceo
Segnaposto

Un pupazzo nel buco

[wc-ps]

Nello scenario di Vallerosa, fittizia cittadina meridionale
peraltro raffigurata mediante tratti rapidi ma alquanto
espressivi, si svolge la vicenda di Carlo, giovane docente
di Lettere diretto alla volta di Pizzo Calabro, luogo ‘reale’
eppure destinato a restare sullo sfondo e consegnato, così,
alla medesima sfera immaginaria nella quale è situata Vallerosa,
che diventa giocoforza la meta del viaggio intrapreso
dal professore. Questi, peraltro, è reduce da una fallimentare
esperienza matrimoniale, foriera di un profondo
senso di scacco contro il quale, appunto, egli cerca di opporre
la ‘smemoratezza’ di una vacanza i cui esiti saranno,
invece, assolutamente diversi da quanto comunemente reputato
dall’immaginario collettivo, compreso quello del
protagonista.
Tutto ha inizio con l’interruzione di un tratto autostradale
che costringe Carlo a deviare la rotta e a trovarsi, così,
catapultato in un posto di cui ignorava l’esistenza: mentre
sta percorrendo una delle strade alla ricerca di un percorso
alternativo, viene letteralmente folgorato dalla vista di una
donna bellissima che suscita in lui il desiderio di conoscerla.
Inizia una sorta di pedinamento che si conclude felicemente:
grazie ad un pretesto, invero neanche particolarmente
originale, l’uomo consegue il suo scopo e, al di là delle
più rosee prospettive immaginabili, ella accetta di recarsi
con lui a cena la sera stessa. Dopodiché

13,00
Segnaposto

Un secolo di sport

[wc-ps]

Ho tracciato un viottolo a colpi di penna.
E chissà che un domani a qualcuno verrà
l’uzzolo di approfondire, ciò che io ho abbozzato.

7,9912,00
ebook - cartaceo

Un sogno chiamato Ciampino

[wc-ps]

Il genere umano, nel corso della storia, ha trovato di volta in volta modi diversi di abitare un luogo, seguendo le caratteristiche del territorio e del clima, modificandolo a seconda delle proprie esigenze e per le proprie finalità. Questo romanzo, attraverso le vicende personali di Dino e Giulia – prima – e di Giuseppe e Lorena – poi – segue l’evoluzione dai primi anni del ’900 fino agli Anni ’60 di quell’insediamento umano fatto della forza lavoro proveniente da tutte le regioni italiane, che, da una realtà contadina – campi sterrati e ampi vigneti – è diventato un centro urbano che oggi rivendica il suo posto nella storia, Ciampino. La distanza da Roma l’ha da sempre resa una zona franca di provincia. E le sue vicissitudini – dal primo dopoguerra coi suoi campi, l’aeroscalo e i dirigibili, il tentativo della realizzazione della città-giardino, fino al secondo dopoguerra, con gli sfollati in attesa di una casa e i primi servizi di istruzione – rappresentano bene il passaggio verso l’industrializzazione del paese. Ma “Un sogno chiamato Ciampino” vuole essere anche un omaggio alla città, a una dimensione collettiva che rappresenta più di quanto si è soliti raccontare. L’Autrice, Lina Furfaro, ciampinese d’acquisizione, ha messo a disposizione le sue ricerche storiche e antropologiche per mischiarle a una storia romanzata dove le vicende umane e sentimentali prendono il sopravvento. Ne viene fuori una riflessione intensa sulla natura umana e sulla sua condizione, anche in relazione alla terra. Il libro si apre, non a caso, con Pier Paolo Pasolini che, nei suoi tre anni di insegnamento alla scuola media “Francesco Petrarca”, vive la periferia romana che di lì a poco lo porterà a scrivere delle borgate e della piccolissima borghesia, dando vita a un legame tra la sua figura e Ciampino che da allora è diventato indissolubile. La veridicità testimoniale dei ricordi, la ricerca d’archivio e la penna sapiente e armonica, sempre delicata, di Lina Furfaro rendono questo libro una perla preziosa della scrittura, da custodire gelosamente sia per coloro i quali conoscono bene la realtà ciampinese sia per quelli che ignorandola possono trovare qui l’occasione giusta per scoprirla.

8,9916,00
ebook - cartaceo

Un tracciato di lacrime

[wc-ps]

Un percorso formativo e iniziatico alla vita è quello
del giovane Teo che, giovanissimo pastore di pecore
rintanato, quasi in maniera claustrofobica, in un piccolo
borgo della Calabria, cammina lentamente per scoprire
le sue origini, quella “parte buia della sua storia e quella
del Massaro che l’aveva cresciuto ed amato come un figlio”.
Massaro e Ragazzo sono i termini che il narratore
adopera per descrivere la storia dei due protagonisti; una
storia fatta di fatiche e pesantezza fisica e psicologica
che si dipana attraverso una matassa complessa perché
il Massaro, giunto ad un’età particolare, quella dei “riflussi,
delle rivisitazioni, del resoconto” e, risentendo di
molti acciacchi fisici, sente il bisogno esistenziale di raccontare
al Ragazzo/Teo la storia di una strana adozione
avvenuta quasi casualmente: “mentre pascolavo le pecore,
udii piangere un bambino, che trovai avvolto dentro
un panno di tela bianca. Lo presi in braccio e mi recai a
bussare alla porta del convento. Avrei voluto consegnarlo
ai frati ma…loro mi spiegarono se non mi fossi occupato
di allevarlo, sarebbe finito presso una casa di carità”.

12,00
Segnaposto

Un tuffo nel passato

[wc-ps]

Il libro, semplice e chiaro nella struttura e nel linguaggio, nasce
dalla voglia dell’autore di tuffarsi nel passato, per far sì che,
attraverso il racconto di fatti ed eventi, di luoghi e sensazioni, i
giovani possano riflettere su alcune tematiche che rappresentano
un sistema di valori intramontabili.
Giannino, il protagonista-narratore, vive la sua infanzia e
adolescenza in un piccolo paese del Sud dove gli anziani parlano
sempre di lavoro nei campi, di emigrazione, di guerra, ma nello
stesso tempo trasmettono con la loro saggezza insegnamenti di
vita.
Gli argomenti trattati spaziano dall’amicizia ai primi fremiti
d’amore, dai piccoli e grandi sacrifici alla gioia di vedere realizzati
i propri sogni, dal dolore per la lontananza e per la perdita di
persone care alla gratificazione di sentirsi felice per aver spontaneamente
dato più che ricevuto.
Si affrontano temi dolorosi e attuali come il rapporto genitorifigli,
la violenza, la solitudine, la disabilità, e si sperimenta l’accoglienza,
la fede, il perdono, la donazione di organi, la solidarietà
nei confronti degli altri.
Giannino è un ragazzo molto sensibile e disponibile verso gli
altri e lo dimostra nel suo piccolo, nei suoi gesti quotidiani offrendo
il prorpio tempo, mettendo a disposizione degli altri ore
della propria vita, la capacità di ascolto, il dialogo, l’amore, e
quando vede tornare il sorriso sul volto di chi ha aiutato non è
una soddisfazione da poco!

15,00
Segnaposto

Un vento dall’urlo selvaggio

[wc-ps]

Un’atmosfera onirica, quasi fiabesca avvolge le prime
pagine di questo romanzo. Un sogno che si avvera. L’emersione
dalla soffocante condizione di povertà, da parte anche
di uno solo dei membri di quella classe contadina meridionale
di fine Ottocento, può essere concepita come la rivalsa
di un intero ceto sociale, perennemente tenuto sotto il giogo
di una sorte avversa. Ma le vicende umane sopraggiungono
con il loro impeto a piegare la testa di chi aveva osato
inorgoglirsi.

15,00
Segnaposto

Un viaggiatore tra borghi e città

[wc-ps]

Perché questo libro? Perché ho voluto proporre un percorso storico e culturale, che è stato un viaggio suggestivo, molto spesso non facile. Ho visitato luoghi, borghi e città da un fascino straordinario. Questi sono stati i miei compagni di viaggio. Un viaggio questo alla scoperta delle nostre debolezze, delle nostre capacità e di luoghi a molti di noi sconosciuti. Questo mio libro vuole essere un percorso che superi l’antico e affermi il nuovo. Spero che queste pagine coinvolgano il lettore nello scoprire paesaggi e luoghi affascinanti, interessanti e ricchi di memorie culturali e storiche. Per me il viaggiare è il sapere della conoscenza, come afferma anche in questo suo scritto l’antropologo francese Marc Augé: “Forse uno dei nostri compiti più urgenti consiste nell’imparare di nuovo a viaggiare, eventualmente nelle nostre vicinanze, per imparare di nuovo a vedere”.

8,9916,00
ebook - cartaceo
Segnaposto

Un’altra vita

[wc-ps]

Percorrere i labirinti sepolcrali di un cimitero come fossero sentieri di parco e raccogliere nelle testimonianze dei morti l’idea della vita. In questi elementi apparentemente contraddittori si sviluppa il lavoro di Giuliana Traverso che rifuggendo la facile lettura del monumento-documento (esercizio di stile fotografico diffuso e comunque apprezzabile quanto tuttavia ripetitivo e per certi versi scontato) realizza un album di visioni attraverso la scomposizione delle figure.

8,9918,00
ebook - cartaceo