Libri
Lungo il Savuto
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a cura di
Gabriella Valentini, Franca Rizzuto, Francesca Erminia, Nicoletti Rosanna Canino
Il presente lavoro è stato realizzato nell’ambito dei: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE). Programma Operativo Complementare “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Asse I – Istruzione – Obiettivi Specifici 10.1, 10.2 e 10.3 – Azioni 10.1.1, 10.2.2 e 10.3.1. Avviso pubblico prot. n. 33956 del 18/05/2022 – FSE- Socialità, apprendimenti, accoglienza. TITOLO DEI PROGETTI: DIVENTO COMPETENTE Codice: 10.2.2A-FDRPOC-CL-2022-170. C.U.P. J21I22000070006 e IMPARARE È FACILE Codice: 10.1.1A-FDRPOC-CL-2022-141. C.U.P. J24C22000780006 MODULI PROGETTUALI 1) BIBLIOTECANDO ESPERTO GABRIELLA VALENTINI Fruitori: alunni Scuola Secondaria di I Grado di Grimaldi 2) MODELLI LINGUISTICI ESPERTO FRANCESCA NICOLETTI Fruitori: alunni Scuola Secondaria di I grado Santo Stefano di Rogliano 3) LA LINGUA FUNZIONALE ESPERTO FRANCA RIZZUTO Fruitori: alunni Scuola Secondaria di I grado di Mangone 4) IMPARO FACENDO ESPERTO ROSANNA CANINO Fruitori: alunni Scuola Primaria di Belsito
Giuseppe Naccari
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Giuseppe Naccari ha iniziato la sua carriera di magistrato nel 1959 come Pretore presso la Pretura di Vibo Valentia, successivamente è stato, tra l’altro, Presidente del Tribunale di Palmi e Consigliere di Corte d’Appello di Catanzaro. Dotato di molteplici talenti, ha scritto numerosi volumi sulle tradizioni e gli autori calabresi e su argomenti di filosofia e spiritualità. Ha collaborato con molte riviste e testate giornalistiche, è stato opinionista della Gazzetta del Sud. Pittore e scultore, ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero ed è stato recensito in prestigiose riviste e cataloghi del settore da autorevoli critici d’arte, ricevendo molti premi. È stato anche appassionato cultore del lavoro artigianale, dedicandosi, tra l’altro, al restauro di diverse statue di alcune chiese calabresi. Di indole sportiva, praticava molto volentieri il ciclismo. Fedele rotariano si è dedicato con slancio e devozione al servizio e ai valori fondanti l’organizzazione internazionale. Le notizie dettagliate sul suo lavoro e le sue varie attività sono proposte, nel decimo anno dalla sua dipartita, in questo volume scritto a più mani con affetto, insieme ai ricordi dei familiari, di colleghi e amici che hanno condiviso con lui parte del proprio cammino di vita…
40 anni di ricerca e divulgazione 1983-2023
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Il 12 aprile del 1983, quarant’anni fa, diciotto intellettuali calabresi fondarono a Cosenza, nello studio del notaio Gullo in via Caloprese, l’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC). Era il secondo organismo meridionale, dopo quello di Napoli, aderente all’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI), che Ferruccio Parri aveva fondato nel 1949 con lo scopo di custodire e studiare il patrimonio documentario del Corpo Volontari della Libertà (CVL) e del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) di cui era stato vicecomandante con il nome di battaglia di «Maurizio». Oggi quell’Istituto, che ha sede a Milano, porta il suo nome e l’ICSAIC fa sempre parte della «Rete Parri» assieme ad altri sessantasei Istituti sparsi su tutto il territorio nazionale, prevalentemente al Nord, com’è logico che sia. È una rete che, ferme restando la valorizzazione della storia della Resistenza e le radici nella cultura costituzionale antifascista, opera a vasto raggio in tutta la materia della storia contemporanea italiana, con lo spirito critico che la storiografia impone. Nei suoi primi quarant’anni l’ICSAIC ha fatto la sua parte per la migliore comprensione storiografica contemporaneistica «vista dalla Calabria», ma senza provincialismi e localismi, a cominciare dalla conoscenza del grande apporto che la nostra regione diede alla guerra di Liberazione, con centinaia di partigiani, tra cui alcuni capi prestigiosi che combatterono al Nord e nella Resistenza romana. Nel solo Piemonte i partigiani calabresi furono 506, di cui 71 caduti. L’ICSAIC ha anche il merito di aver “salvato” e custodito diversi importanti fondi archivistici consultabili dagli studiosi, di aver pubblicato negli anni oltre venti volumi di storia calabrese, decine di numeri di riviste (oggi «Rivista storica della Calabria del ‘900», curata dal direttore scientifico dell’Istituto, Vittorio Cappelli), e di svolgere un’assidua attività didattica nelle scuole della regione attraverso la commissione per la didattica della storia oggi coordinata da Giuseppe Ferraro. È doveroso perciò ricordare i nomi dei diciotto fondatori del nostro Istituto, che quarant’anni fa ebbero la felice intuizione d’inserire la storiografia calabrese nel più ampio contesto nazionale. Ecco l’elenco, secondo l’ordine dell’atto notarile: Fulvio Mazza, Isolo Sangineto, Maria Tolone, Tobia Cornacchioli, Luigi Maria Lombardi Satriani, Amelia Paparazzo, Francesco Volpe, Alfonso Francesco Alimena, Maria Gabriella Chiodo, Fausto Cozzetto, Maria Grasso, Maria Marcella Greco, Giuseppe Masi, Giovanni Sole, Enrico Esposito, Alfredo Aloi, Mario De Bonis, Ottavio Cavalcanti.
I giorni dell’ira
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a cura di Saverio Di Bella, Francesco Campennì, Carlo Simonelli
Questo numero monografico raccoglie gli atti del Convegno di studi svoltosi a Parghelia nell’agosto 2022 in occasione del trecentesimo anniversario della rivolta dei casali contro la città di Tropea. I contadini dei casali per motivi fiscali (a causa della ingiusta ripartizione di un donativo di 300.000 ducati imposto allora al Regno di Napoli dal governo austriaco di Carlo VI d’Asburgo) posero l’assedio alla città, circondandone le mura con bande armate e chiudendone le vie d’accesso, tagliando le condutture degli acquedotti che portavano l’acqua in città, sequestrando la farina ai mulini e privandoli della forza motrice dell’acqua. Il regio governatore, i nobili e gli altri cittadini assediati chiesero soccorso militare al preside della provincia di Calabria Ultra e al governo vicereale, sperimentandosi nel frattempo, grazie alla mediazione del vescovo di Tropea, lo spagnolo agostiniano Lorenzo Ybañez, che si trovava per le ferie estive nel casale di Drapia, la stipula di un capitolato di pace. Arrivati infine i soccorsi militari su una squadra navale napoletana al comando del generale Valles, intorno al 20 agosto 1722, i contadini si sbandarono e alcuni dei capi e partecipanti ai moti dei casali ribelli vennero catturati, sommariamente processati e, due dei tre condannati, furono impiccati alla marina di Levante, alle Quattro pietre. La rivolta finì dunque repressa nel sangue, quel sangue che simbolicamente le popolazioni dei casali vedevano racchiuso nelle tasse da loro versate al governo cittadino. Gli studiosi ricostruiscono il tempo, i protagonisti, le motivazioni, le conseguenze della rivolta. Emergono così, accanto all’importanza del fattore religioso, le condizioni di miseria del mondo delle campagne, tuttavia vivificato da una volontà di migliorare la propria vita col lavoro e l’industria, da un’antica esperienza di mestieri e saperi contadini, da un’imprenditorialità borghese e nobiliare a macchie di leopardo e in generale dalla speranza di possibili cambiamenti; il ruolo di coesione sociale svolto dalle maestranze; le cause e le modalità del dominio della nobiltà di Tropea sulla città e sui casali. L’analisi degli studiosi mette a fuoco anche le differenze tra il centro urbano di Tropea e i borghi costituenti i casali, nonché la capacità delle popolazioni dei casali di progettare un futuro politico che li veda sottratti al dominio della città dominante. Si scoprono cioè i primi segnali di una capacità politica, che si sarebbe affermata come conquista dell’autonomia amministrativa da Tropea circa un secolo più tardi rispetto agli anni della rivolta. Sarà, infatti, il re Gioacchino Napoleone Murat con la legge sulle circoscrizioni amministrative a creare i Comuni di Drapia, Parghelia, Ricadi, Spilinga, Zaccanopoli, Zambrone, dividendo l’antico demanio tropeano.
Controluce
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A cura di Rosalba Baldino, Carla Chiappini, Elena Giorgiana Mirabelli
I racconti “controluce” degli allievi e per la prima volta delle “allieve” dei laboratori di scrittura creativa e autobiografica nelle carceri di Cosenza e Castrovillari. Il punto di vista di uomini e donne che vivono i “dentro” di spazi circoscritti, i “dentro” che indagano l’anima, “i dentro” di una vita che fa bilanci. Parole come messaggi in bottiglia per “i fuori” i recensori che si sono soffermati sulle righe sofferte di una pagina accompagnando i detenuti e le detenute in un percorso reale e virtuale che è tassello verso una nuova consapevolezza, e l’augurio di un nuovo inizio. “Controluce” testimonia il valore della scrittura come strumento che consente di indagare il proprio vissuto e al contempo tracciare prospettive. Un ambito di valore su cui l’associazione Liberamente ha inteso sperimentare.
Fata morgana 48
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Il numero 48 di “Fata Morgana” è dedicato al tema “Rete”. Il numero si apre con una conversazione con il filosofo Pietro Montani, a cura di Angela Maiello.
Nata alla fine degli anni Sessanta come strumento per l’intelligence militare, la Rete è diventata il dispositivo attraverso cui si sono ridefiniti gli spazi pubblici e privati, la velocità e i modi di trasmissione delle informazioni, le modalità di produzione e circolazione del sapere, trasformando radicalmente non soltanto l’ambito della comunicazione ma le forme stesse dell’esperienza. Dinanzi a questa innovazione tecnologica e alle sue conseguenze, molteplici sono stati gli sforzi, creativi e riflessivi, per pensare il nuovo mondo e progettarne le forme di vita.
All’interno del volume si trovano saggi che indagano il tema secondo prospettive, autori e opere diverse: dal rapporto tra rete e movimenti di protesta (quella iraniana, per esempio) a una serie televisiva come Black Mirror al recente film di Steven Soderbergh, Kimi.
Il paesaggio degli autori
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Il paesaggio è una invenzione della modernità, e il cinema è l’arte che lo ha saputo meglio reinventare, oltre le codificazioni di genere della tradizione pittorica. In questa reinvenzione, il paesaggio meridiano ha svolto un ruolo particolare perché ha saputo catalizzare un immaginario, connesso da un lato al tempo disteso ed inoperoso della vacanza, dall’altro alla poesia della ritualità e della festa. Ma com’è stato raccontato il paesaggio meridiano nel nostro cinema? Con quali immagini e attraverso quali storie si è creato un racconto del Sud Italia? Gli autori del libro ripercorrono le immagini cinematografiche del paesaggio meridiano, attraverso i registi e i film che meglio lo hanno raccontato: dai documentari di Vittorio De Seta, Luigi Di Gianni e Cecilia Mangini ai classici del cinema italiano come Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe De Santis. Mettendo in dialogo le opere più conosciute come quelle di Michele Gandin, Gianfranco Mingozzi, Florestano Vancini, e riscoprendo autori meno noti come Ugo Saitta, Mario Gallo, Elio Ruffo, il libro arriva ad interrogare anche le recenti opere di Jonas Carpignano, Emanuele Crialese e Niccolò Ammaniti per mostrare l’eco nell’immagine contemporanea di una memoria condivisa del Sud che il cinema ha saputo e continua a saper raccontare, configurandosi come uno strumento decisivo per ripensare l’immaginario meridiano.
Arctic
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a cura del Seminario Permanente di Studi Itnternazionali Napoli-Ventotene
The Arctic is a unique region. Almost a “continent,” a “nation,” like an “ice state.” The Arctic is the essence of the whole world! Starting from these provocative expressions, we will try to engage with authoritative Colleagues on the Arctic and try to explain in this e-book our interdisciplinary point of view in a few words.
Libro in formato PDF