Dietro un sorriso
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Questa è una storia vera, una storia di violenza. Violenza di genere. È la storia di una donna che non c è più. Una donna come tante, e proprio per questo, unica nel suo essere, nei suoi sogni, nelle sue aspettative. Sogni che si sono spenti in notti senza fantasie, aspettative obliate in un futuro che qualcuno ha amato massacrare.

Disgrazia in casa Amato
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Scritto fra il 1937 e il 1952, Disgrazia in casa Amato è un vigoroso e inquietante spaccato di un ambiente provinciale dominato da un sistema ancestrale di pregiudizi e di norme consuetudinarie. Il dramma di una famiglia piccolo-borghese vittima di uno “sfregio” scaturisce dal contrasto tra l’etica dell’onore da difendere a ogni costo, nella convinzione di esercitare un diritto sanzionato dalla cultura popolare, e le perplessità di chi, per ragioni psicologiche e sociali, non si mostra in grado di rimediare all’offesa. L’atmosfera cupa e oppressiva è scandita da una tensione narrativa che affianca dimensione documentaria e indagine di smarrimenti esistenziali, impegno conoscitivo e soggezione a un destino cui ci si può sottrarre solo con una lacerante crisi di identità. Romanzo insieme di caratteri e di ambienti, è la storia di una vendetta non realizzata, per quanto continuamente discussa e progettata, ma è anche una intensa riflessione sull’indecifrabilità del reale e sul senso di solitudine e di incomunicabilità dell’uomo.
Disordinatamente
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Caro lettore, lascia che la ragione entri nel cammino della follia e che la follia si faccia ragione. La rivolta toccherebbe il finito nell’infinito e forse solo così l’innocenza potrebbe diventare ribellione. Ribellione in quanto rivolta. Il peccato non sarebbe più una colpa e si vivrebbe in un attimo tutta l’esistenza di una vita. Tengo stretta la memoria. Ha senso? Forse stanotte verrò assolto… ma da che cosa? Comunque. Mi dichiaro colpevole di follia pur essendo innocente.
Dominique
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“Dominique avrebbe potuto emigrare, ma non lo fece, avrebbe potuto diventare famosa ma non lo fu, arricchirsi ma non lo volle! Dominique è un esempio di coerenza, fermezza, modestia e onestà che in un momento come quello attuale in cui la società civile sembra avere smarrito ogni valore morale, ci induce a riflettere”.

Donne di Napoli
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… Comunque sia, la Napoli di Seminara è una città essenzialmente “moderna”, non arcaica e/o pittoresca, dove vengono evocate le arterie commerciali, le vetrine che Ortensia e Antonietta ammirano, le automobili; una città “moderna” dove i personaggi vivono in appartamenti (e non in bassi), fanno feste, si divertono, e aspirano ad una vita comoda e borghese (Ortensia sogna di arricchirsi grazie ad investimenti in borsa). Viene messa in scena una città “normale”, resa vivace e originale dalla scelta dei protagonisti, essenzialmente donne, giovani, non sposate (o separate come Antonietta) che non rientrano negli schemi tradizionali della società. Ne riparleremo.
Posso condividere in parte il giudizio di Pizzarelli per cui il romanzo «avrebb[e] potuto essere ambientat[o] in qualunque altro luogo senza nulla perdere e nulla guadagnare», insistendo però sul carattere indispensabile della dimensione cittadina di Donne di Napoli…
(dall’Introduzione)
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Due fiumi sette colli una città
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La storia di una città può essere scritta e rivisitata in tanti modi e percorrendo tante strade. Può essere scritta spulciando i documenti ammucchiati negli archivi alla ricerca di una inedita e sconosciuta notizia. Può essere scritta analizzando una bibliografia cospicua. E ancora può essere scritta descrivendo l’edilizia civile e religiosa, percorrendo la toponomastica. Ed ancora tracciando la biografia degli uomini illustri. E può essere scritta dando voce alle piccole cose. Benito Patitucci, che occupa un posto di rilievo nel mondo culturale di Cosenza e che ha dato notevoli e qualificati contributi alla storia della sua città, ha imboccato questa strada…(dalla Prefazione di Coriolano Martirano)
Due soli nel sole
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Al Sole dobbiamo la nostra esistenza. Pertanto, da questa prospettiva, non si può che considerarlo come l’astro più rilevante per noi. Che natura possiede? Qual è la sua composizione? Come avviene la sua produzione di energia? Quanti anni ha? Se desiderate approfondire tali quesiti e altri simili, qui potrete trovare risposte adeguate. Oltre a conoscenze scientifiche, sarete coinvolti in un racconto singolare. Un viaggio immaginario ambientato in un futuro prossimo, dove l’umanità si troverà di fronte a scenari imprevedibili. La vita sul nostro pianeta sarà messa a rischio e salvaguardarla richiederà una sfida impegnativa. Gli esseri umani saranno in grado di superare tale prova? Pur trattandosi di una narrazione inventata, si auspica che il lettore possa trarne spunti di riflessione sulla realtà del mondo circostante.
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Duemilaventi
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Una vita d’amore, di affetti, di nostalgia, di ricordi, nella ricerca di un mondo irrimediabilmente perduto e non più ritrovato. Mettendo a nudo la sua anima all’attenzione dei suoi lettori, si può toccare con mano quel groviglio di sentimenti, di passioni e di malinconie di un uomo, che ha sempre sprigionato generosità e amore gratuito, senza mai monetizzarlo. Egli sa che il lettore gli è vicino, perché è un suo alter ego, che trova chi dà voce al suo comune sentire. La lettura delle pagine di Mario Gelsomino, che è poeta dell’anima, rivela il suo innamoramento per i versi, ai quali affida la quotidianità del vivere, l’elevatezza del sentire e lo scavo del suo “io” più profondo. Come Pascoli, ha in sé un “fanciullino”, che trova poesia e consolazione anche negli aspetti più comuni, conservando preziosa la semplicità nel rendere, sentire e tradurre in canto poetico tutto il mondo che lo circonda.
È mancato ai vivi
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Il romanzo “È mancato ai vivi” narra gli orrori della Prima guerra mondiale. L’incalzante racconto sottrae alla dimenticanza le vicende di alcuni giovani che, tra il 1915 ed il 1918, partirono dalla Calabria verso i “campi della gloria”. Descrive le angosce e le speranze dei padri e delle madri che avevano figli al fronte. Dipinge con tratti pungenti un’epoca marziale, la tracotanza dei generali, le sanguinose strategie. Tratteggia le mutevoli opinioni di chi incoraggiò, benedicendolo, l’immane conflitto.
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e poi l’anima mi chiese un altro viaggio
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È una storia che ci “educa” quella raccontata da Giuseppe Farina. Ci educa alla pazienza, all’ascolto, alla resilienza e ci invita a cambiare lo sguardo sulla vita . La malattia è un pretesto, faticosamente doloroso, che apre innumerevoli finestre di senso come se l’Autore stabilisse, fin da subito, un patto e un dialogo con i suoi lettori perché s’interroghino, nel mentre è lui stesso a farlo, sul senso della vita e sulle sue tortuose strade – le sliding doors- sugli affetti, la famiglia, le amicizie, il lavoro, la sanità, la malattia, la religiosità, la bellezza. Ed è in questa dialettica continua e incalzante che viene fuori l’anima dell’avvocato che ha fatto della parola e del pensiero la sua cifra esistenziale e che, pagina dopo pagina, non rinuncia mai ad esercitarla. Con forza e bellezza. E nel dipanare i fili di una vita che “un giorno ti chiede un altro viaggio”, l’Autore, con lucidità chirurgica e un’analisi di scavo profondissima, ci consente di attraversare le paludi del dolore che spaura e disorienta e di toccarlo con mano per chi è “ disposto a farsi toccare”, ci fornisce un bagaglio di coraggio e forza, ci insegna a ridisegnare contorni e sfumature esistenziali e ci ricorda che la vita è gioia. Pagine che trasformano e curano. Pagine d’amore.
Giuseppe Farina dal 2006 è affetto da SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia neurodegenerativa a decorso progressivo.
Attraverso le pagine di questo libro ha scelto di condividere la propria esperienza personale: dalla diagnosi di una malattia dalla quale non si può guarire, alla profonda ricerca dell’anima.
Per volontà dell’autore, il ricavato dei diritti d’autore sarà destinato ad AISLA Onlus, l’associazione italiana che dal 1983 si occupa di tutelare e assistere le persone con SLA e le loro famiglie.
Per maggiori informazioni sull’associazione: www.aisla.it
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e pu…
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Non sono un poeta, né uno scrittore, ma una persona senza pretese che ha voluto solo raccogliere i suoi ricordi (che sono poi i ricordi di tanti) in questo volume, frutto di uno straordinario vissuto. È accaduto tutto per caso, in modo semplice; il tutto, accompagnato da un grande amore per la mia realtà e una fortissima nostalgia per il passato, pregno di significati veri, sinceri e giusti. Ho scritto d’impulso, in un misto di dialetto ed italiano: una simbiosi tutta “cosentina” che mi ha permesso di essere me stesso. Oggi, grazie a Walter Pellegrini e alle sue care figlie Marta e Sara, ho la possibilità di vedere realizzato un sogno. Ringrazio Francesco Kostner, che ha avuto tanta pazienza e disponibilità; Lino, Stefania, Roberta e Paolo, collaboratori affettuosi e professionali della casa editrice. Un grazie particolare ad Alfredo Salzano per avermi fornito le foto. Dedico questo libro di ricordi a mio fratello Paolo, ai miei genitori, ai miei figli, Francesca e Aldo, a mia moglie Erminia, a mia cognata Letizia, ai miei nipoti Fabio e Federica, a mia nuora Tiziana, a mio genero Luigi. Buona lettura. Eugenio Barca
Echi dal cuore
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Esiste una memoria del cuore? Che cosa può accadere alla vita di un uomo dopo la fine di un grande amore? Il romanzo descrive il viaggio interiore ed esteriore del protagonista alla ricerca di una nuova vita possibile nei meandri di una società e un mondo globale che ha allontanato l’uomo dalle sue radici, dal suo legame ancestrale con Madre Natura rendendolo sempre più fragile e indifeso. Un itinerario straordinario di crescita e riflessione in scenari naturali rigeneranti che guidano e accompagnano il protagonista in una riscoperta di sé, del senso della sua vita e dei valori fondamentali dell’esistenza umana.
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Elcar
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L’Italia è ricca di struggenti storie di emigrazioni, di viaggi della fortuna alla ricerca di un’esistenza migliore. Ma non tutte le partenze sono uguali e non tutti lasciano la propria terra con il desiderio di farvi ritorno il più presto possibile. È questo il caso di Rocco Campora che nel 1951, stanco di un’esistenza sterile e apparentemente priva di allettanti prospettive per il futuro, nonché demoralizzato dai continui dissidi con un padre dal quale si sente non compreso e non accettato, abbandona Amantea alla volta del Venezuela con la ferma intenzione di non rimettere mai più piede nel proprio paese. Sulle tracce di questo straordinario personaggio dall’animo bohemien, ribelle, sfuggente e impossibile da intrappolare in stereotipi umani sempre troppo riduttivi per lui, si mette il nipote, dopo tanti anni di silenzi voluti, forse addirittura cercati. Così la realtà comincia a mescolarsi con la leggenda e gli infiniti racconti reperiti sul suo conto si arricchiscono di particolari nuovi e sorprendenti, talvolta in contrasto tra loro, ma concordi nel fornire il resoconto di una vita vissuta in totale libertà. Poi finalmente l’incontro tanto agognato e pieno di aspettative che non possono che essere disattese da un uomo che, avendo sradicato con forza le proprie radici dalla terra nativa, si è perso nel nuovo continente nello sfrenato inseguimento di se stesso.
Elisa tra cielo e terra
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È il settembre 1993. Una domenica assolata e afosa. Elisa cammina per le strade di Potenza. Entra in una chiesa del centro storico. Da qui non uscirà più viva.
Rimarrà inchiodata per diciassette anni tra “cielo e terra”.
È il romanzo di una storia vera quello che si snoda in queste pagine attraverso la voce di Elisa e l’analisi delle complesse personalità che, come in una misteriosa danza, hanno tracciato il solco delle verità negate.
La narrazione ha la struttura di una pellicola che avvolge le emozioni, i sentimenti, i fatti e i linguaggi interiori dei personaggi e delle stesse autrici.
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Elpidopoli
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Da un sogno del protagonista del libro, Don Antonio, scaturisce una fortissima volontà di realizzare un ambizioso progetto ai limiti dell’utopia: la soluzione radicale e definitiva, in un piccolo Centro del Sud, dell’annoso e drammatico problema dei senzalavoro. Responsabile del diffuso fenomeno della disoccupazione e dell’emigrazione viene indicata la classe politica di ieri e di oggi. Tanto che l’Autore così scrive nella prefazione: “Poichè, finora, è stato chiesto, a mio avviso, alla politica dei partiti la soluzione del problema del lavoro, ottenendo i risultati estremamente deludenti che sono sotto gli occhi di tutti, mi son chiesto: perchè non provare a ribaltare i termini di tale rapporto e tentare di far scaturire la politica del lavoro da una profonda motivazione personale e sociale? E’, appunto, quello che ho cercato di fare con questo libro, che ha la struttura narrativa del romanzo, ma l’anima della fiaba, in cui la complessità dei problemi dei senzalavoro si compone, grazie proprio alle fortissime sollecitazioni di profonde motivazioni, nella più positiva e felice soluzione”. Il libro vuole essere, così, un messaggio di augurio e di sprone, soprattutto per i giovani, per affrontare e risolvere il problema del lavoro, cui sono strettamente legate la realizzazione di ogni progetto di vita e la stessa dignità della persona umana, facendo appello, in particolare, all’intelligenza e alla volontà, potentissima molla di ogni successo degli uomini e dei popoli.
Epochè
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Gisella Florio, in questo suo nuovo lavoro, ha risposto compiutamente all’interrogativo se sia possibile dar voce al silenzio senza che la presenza, o meglio, l’intrusione dell’autore, resti impigliata nell’ordito della narrazione. È tanta la sua perizia e la padronanza della materia che tratta che ci riesce benissimo. Ovviamente conosce bene il mondo di cui parla e dal quale trae le protagoniste delle singole storie. Ma non le giudica. Sospende il Giudizio, anche per non far torto al lettore. Il mondo, vario e difforme in cui si muove e che esplora senza lasciarsi coinvolgere, rimanendo ai fatti ed alle loro implicazioni, ha sicuramente un fondo spesso contorto e provvisorio, almeno ad una prima evidenza. Ma chi sa leggere nel guazzabuglio dell’animo umano delle persone segnate da problemi psichiatrici, riesce a dipanare l’intera materia ed a venire a capo dell’ordito. Gisella Florio lo fa bene. Conosce la materia e le mille e più sfaccettature dell’animo umano. Ciò le consente – come ben dice – di edulcorare una realtà di emarginazione, che si esprime in modo indicibile. Ma è proprio da questa informe palude, priva di senso, completamente in balìa di un persistente turbamento psichico, che l’autrice riuscirà a mettere in luce la bellezza delle varie storie, scoprendo l’esistenza di una “vita altra”. È del tutto evidente – e l’autrice lo dice – che soccorre la necessità di mettersi nelle condizioni di ascolto adeguate alla bisogna, cosicché sia possibile dal particulare ascendere all’universale. Ma – per il lettore – sarà necessario dismettere i panni del perbenismo.
Pietro Rizzo, scrittore
Eppure succede
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Questa raccolta di racconti di Grazia Fasanella sono pervasi da uno spirito di positività, che si fonda su un forte credo religioso e su solidi principi morali. Hanno una notevole valenza educativa e morale, inducono a riflettere, a soppesare e dar valore alle piccole, grandi cose della vita, che spesso ogni individuo ignora, preso dalla frenesia e dalle distorsioni percettive dettate dai ritmi stressanti degli impegni quotidiani o dei falsi miti.
Maria Rita Parsi
Benvenuti nel mondo magico di Grace, quello dove tutto succede come per incanto, per magia, segni o coincidenze, chiamatele come volete. Ma di fatto la vita di Grace, la regina delle favole (al secolo Grazia Fasanella) è costellata di episodi per chiunque incredibili. A lei accadono, e forse a tutti noi, solo che non ce ne accorgiamo, li liquidiamo in fretta come “strani, particolari” e andiamo oltre. Lei no, lei sa cogliere i segni e li traduce con dolcezza e poesia in fiabe incantate, che fanno innamorare grandi e piccini.
Barbara Pavarotti
Un bel dono per tutti noi questo libro di Grazia Fasanella.
Un regalo delicato e, contemporaneamente profondo, che ci sollecita a essere migliori e a sapere intravedere nella vita di tutti i giorni i segni del destino. Un destino benevolo che ci supporta nei momenti di solitudine e avversità, ci ricorda che il bene vince sempre e che bisogna sempre credere, con convinzione, nel lieto fine.
Mariella Chiappetta
… Sì, vorrei queste piccole sfere luminose, che, come le stelle per i marinai, mi dicessero dove andare ogni volta che mi sento perso nella notte oscura. Sarebbe bello, poi leggo queste storie che Grazia dona al mondo con coraggio e mi accorgo che la cosa ancor più meravigliosa è che la nostra vita è davvero piena di Lucciole.
Davide Raia
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Evolution
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Ho scritto questo libro per puro divertimento, spinto da un’estrapolazione fantastica del mio lavoro di ricerca all’Università della Calabria. Tra le altre cose negli ultimi anni, soprattutto per merito dei miei giovani collaboratori, ho avuto modo di scoprire alcuni interessanti effetti prodotti dalle radiazioni elettromagnetiche millimetriche sulle cellule umane. Si tratta di effetti risonanti che, anche a potenze bassissime, cambiano l’organizzazione strutturale delle membrane biologiche producendo inaspettate risposte del metabolismo cellulare. Questa è la scienza, ma il divertimento è nato dall’immaginare una scoperta scientifica, prossima a quella realmente fatta, suscettibile di indurre un’importante fase evolutiva della specie umana. Ancora più divertente è stato il collegare il tema della scienza a quello della fede religiosa che ho la fortuna di avere come compagna di vita. Naturalmente per indurre l’eventuale lettore a proseguire nella lettura ho dovuto inventare vicende umane di personaggi spinti ad agire non da riflessioni teologiche, scientifiche o filosofiche, ma da sentimenti umani come l’amicizia, l’amore… Spero tanto che chi avrà la ventura di leggere questo libro possa ricavarne elementi di stimolo alla riflessione ma soprattutto il mio stesso divertimento!
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Fantastici incontri
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Sono quattro racconti scritti per i bambini di oggi, protagonisti essi stessi, le cose che li circondano, gli ambienti e i problemi del nostro tempo.
Favole “moderne”, nelle quali oggetti e animali prendono voce e assumono personalità, come nelle favole di altri tempi, ma questa volta per aiutare i loro piccoli interlocutori ad affrontare e a risolvere le piccole e grandi “questioni” di tutti i giorni.
Incontri, quindi con l’universo della fantasia e dell’immaginazione, dove ciò che non può essere diviene magicamente possibile e col quale i piccoli protagonisti entrano subito in sintonia, dopo un primo momento di incredulità e stupore.
Un mondo che è una risorsa preziosa, che offre suggerimenti e soluzioni, che spiega e dà conforto a chi sa ascoltare, a chi è pronto a ricevere, a chi ha gli occhi, la mente e il cuore aperti alla meraviglia e all’incanto, e che aiuta a prendere contatto col proprio mondo interiore e con le proprie emozioni!
Felix e la gatta di montaigne
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In Felix e la gatta di Montaigne sono ricordati alcuni significativi episodi, dalla prima infanzia alla giovinezza dell’autore, dagli incontri con persone semplici ma di nobili sentimenti alle frequentazioni con artisti, scrittori, poeti e docenti che lo hanno arricchito spiritualmente ed umanamente. Vivendo poi a Cosenza alcuni momenti sono stati oggetto di osservazioni e polemiche non infruttuose, offrendo l’opportunità di riflettere sulla storia con le sue manifestazioni sempre imprevedibili ma ricorrenti che, a quanto pare, nulla o poco hanno insegnato.