ARTE ARTICA

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Una piccola raccolta di piccoli lavori.
Questo è Arte Artica, niente di più e niente di meno, la mia unica speranza è di poter suscitare delle sensazioni vere e sincere nei lettori, solo in quel caso potrò dire davvero che la missione è compiuta, non è questione di gloria o di fama, ma di sfIorare lo spirito di qualcuno, che magari domani non ricorderà più nemmeno il mio nome… Ma ricorderà qualcosa che ho scritto… E di questo non posso far altro che essergliene grato.

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Asmà e Shadi

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Pierfranco Bruni continua a cercare tra le pieghe del tempo, si intrattiene con i mercanti arabi e ne ascolta la voce. Lancia dadi e racconta la magia del Mediterraneo perché ne conosce il vero segreto: l’incontro. Percorsi tra la sabbia e la pietra, partenze e ritorni, dove l’altro non è nemico ma ‘Aki’, fratello nella storia.
Scambia il grano del suo Sud con olio profumato di nardo, quello che un giorno Maria Maddalena versò sui piedi del Nazareno, cogliendo la sua verità di passaggio per la Galilea.
Gerardo Picardo

I versi di Asmà e Shadi hanno in sé l’ondivago delle onde, dell’alta e della bassa marea insieme, sono un’eco che risuona e risuona e ancora risuona, sono un dialogo a due voci in cui si sente, come in una sorta di straordinaria nenia di sottofondo, un alitare costante di malinconia, un fruscio strisciante ma tenace di lacerazione che rende il verso tremendamente bello e “bellissimamente” tremendo in un perenne, ineludibile ossimoro che dura, inevitabile, fino alla fine.
Antonietta Cozza

 

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Aspersa

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Bianca, figura centrale di Aspersa, ama memorizzare i luoghi e le persone nei loro spostamenti. La sua passione, a partire dai dodici anni, “dopo aver fatto gavetta con scatti esclusivi e unici conservati gelosamente nella sua mente, vasta e piena di ricordi, suggestioni, odori, musica”, trova naturale applicazione nella macchina digitale.
Bianca vive nel centro storico di Cosenza e di questo luogo “unico” coglie, con autentico candore, la calda, difficile dolente umanità.
Il centro storico finisce per essere coi suoi umori, odori, sapori il vero protagonista del romanzo.
Stefania Chiaselotti “ferma” Cosenza “vecchia” nella sua dimensione materiale e immateriale in pagine che – grazie ad uno stile tutto suo – diffondono una malinconia energetica, che avvince e intriga.

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Aspetti cognitivi e semantici dell’espressione del possesso predicativo in greco antico

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L’idea di questo lavoro è nata nell’ambito della ricerca
che la collega M.C. Benvenuto e io stiamo conducendo
sul sincretismo del genitivo e del dativo nelle lingue
indoeuropee di antica attestazione. Nel corso dell’analisi
delle funzioni di questi due casi nel greco, è stato in un certo
senso necessario, se non quasi obbligatorio, confrontarsi
con le espressioni del possesso predicativo tramite le
costruzioni «εἶναι più dativo» ed «εἶναι più genitivo». La
differenza tra queste due strutture, che, sulla scia del noto
lavoro di Émile Benveniste (1960), sono state denominate
rispettivamente prédicat de possession (con il dativo) e
prédicat d’appartenance (con il genitivo), costituisce un
fenomeno interessante ma complesso, che coinvolge vari
piani di analisi linguistica.

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Atmosfere locali: spazi e pratiche di vita urbana

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Bar e caffè, pub e osterie, enoteche e music club occupano interstizi delle nostre città e della nostra vita quotidiana. Sono luoghi di socialità e spazi di conversazione, dove i confini tra privato e pubblico, tra solitudine e rapporti con altri, si scompongono e  ricompongono incessantemente.
Sulla base di un’indagine etnografica condotta a Bologna in alcuni locali dell’intrattenimento serale, il libro mira a descrivere e a comprendere i significati e le pratiche che questi luoghi ospitano.
Cuore dell’analisi sono i modi di relazione e le forme di esperienza che le persone costruiscono nei locali e con i locali, in un rapporto mobile con le loro storie, le loro configurazioni materiali, le loro atmosfere.
Una ricerca originale e rigorosa, che riguarda un argomento che sempre di più sta interessando chi si occupa delle città contemporanee, osservando la multiformità e la ricchezza delle nuove forme della nostra vita sociale.

 

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Atti 2018-2020

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Prefazione di Antonio d’Elia

Pubblicazione curata dall’Accademia Cosentina

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Atti del convegno

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Sono riunite in questo volume relazioni e comunicazioni presentate al convegno svoltosi nell’Aula magna del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Ferrara nei giorni 16-17 ottobre 2009 sul tema: “La Chiesa in Italia: oggi”. I problemi da trattare avevano ad oggetto il rapporto tra la Chiesa e la politica, la Chiesa e il sociale, la Chiesa e l’economia, la Chiesa e il diritto. Tali problematiche sono state analizzate partendo dall’inquadramento storico-teologico, supportato dalle varie interpretazioni dottrinali e giurisprudenziali proposte e imposte a partire dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana. La pluralità e le diversità delle opinioni sono state l’alimento coadiuvante del dibattito nonché motivo di ulteriore esplicazione dei concetti espressi dai vari Autori a dimostrazione della perdurante attualità della materia ecclesiasticistica e della imprescindibilità in Italia del fatto religioso nelle sue varie articolazioni. Nella speranza di avere, sia pure limitatamente, contribuito ad alimentare lo studio e il dibattito su alcuni dei più sensibili temi legati alle materie ecclesiasticistiche, il curatore ringrazia chi ha voluto contribuire scientificamente con i propri scritti e chi ha voluto contribuire economicamente per la realizzazione del convegno. Un particolare ringraziamento va indirizzato alla dottoressa Federica Tapparello per il suo contributo alla realizzazione del convegno, sia durante il suo svolgimento, sia successivamente per la realizzazione degli atti.

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Atti del convegno di Ferrara

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Sono riunite in questo volume alcune relazioni e comunicazioni
presentate al convegno svoltosi nell’Aula magna del Dipartimento di
Scienze giuridiche dell’Università di Ferrara nei giorni 26-27 ottobre
2007 sul tema: “La Carta e la Corte”. I problemi da trattare avevano
ad oggetto la tutela penale del fatto religioso presente nel Codice
Rocco in rapporto sia alla Carta costituzionale, sia alle interpretazioni
proposte e imposte negli ultimi trenta anni dalla Corte costituzionale.
La pluralità e le diversità delle opinioni sono state l’alimento vitale del
dibattito e la giustificazione del convegno stesso a dimostrazione della
perdurante attualità della materia ecclesiasticistica e della centralità
in Italia del fatto religioso nelle sue varie articolazioni.
Nella speranza di avere, sia pure limitatamente, contribuito ad
alimentare lo studio e il dibattito su alcuni dei più sensibili temi legati
alle materie ecclesiasticistiche, il curatore ringrazia chi ha voluto contribuire
scientificamente con i propri scritti e chi ha voluto contribuire
economicamente per la realizzazione del convegno

 

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Attraverso i suoi occhi

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Rebecca è matricola all’università. Dopo quello che chiama “l’incidente” e di cui non parla mai, cerca di mostrarsi fredda e indifferente al mondo esterno, ma si scioglie in pensieri dolorosi nell’intimità del suo Quaderno delle Riflessioni.
Una sera, recandosi ad un concerto dei Dream Theater, si scontra con Lorenzo, cupo e introverso musicista, con il quale instaurerà fin da subito un rapporto di odio-amore: entrambi nutrono un segreto senso di colpa per qualcosa che in passato ha sconvolto la loro vita e questa consapevolezza reciproca li farà sentire legati fin da subito. A seguito di una serie di incomprensioni però, le strade dei due ragazzi sembrano destinate a dividersi.
La mente dubbiosa di Rebecca troverà le risposte a tutte le sue domande? Lorenzo imparerà qualcosa su sé stesso, guardando attraverso i suoi occhi?
Soltanto quando questo accadrà, la loro sofferenza potrà lasciare spazio a nuove emozioni che, nonostante la paura, riusciranno a farli tornare a sorridere, almeno fino alla prossima sorpresa del destino.

 

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Attraverso lo specchio:

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Lo sguardo di Renate Siebert esplora e interroga con curiosità e passione, intelligenza e partecipazione i cambiamenti più profondi della società contemporanea, adottando una prospettiva che di volta in volta la conduce a situarsi dalla parte di soggetti scomodi, o perché tacitati dalla storia o perché complici, con i loro silenzi e le loro strategie, di una violenza totalitaria che suscita angoscia e semina morte. In questo volume, un gruppo di studiosi rende omaggio alla persona e al lavoro della sociologa tedesca che da anni ha scelto di vivere e lavorare in Calabria, ponendosi simbolicamente di fronte a uno specchio che riflette, ma che al contempo induce ad andare oltre ciò che appare. Essi assumono come punto di partenza tre parole-chiave del dibattito teorico contemporaneo – i concetti di riconoscimento, culture e identità – e avviano un dialogo che li conduce a esplorare, secondo un approccio multidisciplinare, territori tuttora incogniti della nostra società.

Scritti di:
Laura Balbo
Monica Massari
Detlev Claussen
Anna Salvo
Geneviève Makaping
Anna Curcio
Donatella Barazzetti
Sabrina Garofalo
Giovanna Vingelli
Teresa Grande
Rocco Sciarrone
Alessandra Dino
Ercole Giap Parini
Francesca Viscone
Umberto Santino

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Avanti!

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L’Avanti! racconta come tutte le conquiste di democrazia e di civiltà siano state ostacolate, denigrate, derise dai partito comunista fino a ridurre il Psi al minimo storico e alla resa politica. Poi il miracoloso risorgimento opera di un uomo solo, Bettino Craxi, che ha capito che la colpa delle sconfitte elettorali non è della politica socialista di collaborazione con i cattolici, ma è responsabilità unica della faziosità comunista, della sua pretesa superiorità culturale, della sua ideologia ottocentesca e pseudorivoluzionaria che va combattuta a viso aperto. “Se a sinistra c’è qualcuno che sbaglia – proclama Craxi – non siamo noi, sono i comunisti”. Ed il PSI rinasce. Col governo Craxi l’Italia entra fra i grandi della terra. Di questa mirabile avventura il giornalista Sante Casella è partecipe fin dal 1970, quando inizia la sua collaborazione al giornale. Una collaborazione attenta precisa, puntuale, che si ripete nella nuova edizione dell’Avanti! che torna a vedere la luce dopo lo sfascio del 1994. Cito per tutti la grande inchiesta sulla sanità nella sua regione, che sfata menzogne e dicerie e prospetta con energia la realtà della situazione. Sante Casella scrive dalla Calabria, terra sempre generosa con i socialisti che qui hanno anche avuto il 27 per cento dei consensi. La diaspora del partito ha colpito anche la Calabria. Rivalità, personalismi, interessi particolari hanno frazionato e disperso un grande patrimonio di energie sociali. L’elettorato socialista è sempre forte, ma il socialismo a pezzi non è più il grande motore della Calabria. Possiamo dire con ragione che il terremoto socialista calabrese non ha colpito l’idealista Sante Casella. La sua ispirazione, i suoi scritti sono rimasti quelli delle sue convinzioni riformiste e libertarie. Auguro a Sante Casella anni e anni ancora di proficua collaborazione. dalla presentazione dell’On. Stefania Crax Ho ripreso la collaborazione col nuovo Avanti! dal 1998 al 2003. A quest’ultimo periodo si riferiscono gli articoli, i servizi e le interviste riportati nella presente raccolta. Per il primo lungo periodo – 1970/1993 – sarebbero occorsi diversi volumi. (del primo periodo riporto in apertura l’ultimo mio articolo dal titolo “La politica vera e pura ha un futuro certo”; come risposta preventiva agli sfascisti dell’antipolitica presenti anche nel panorama sociale e politico attuale). Le linee fondamentali di tutti i miei scritti pubblicati sull’Avanti! rivelano una personale e profonda convinzione politica, ideologica e culturale – che credo e spero sia condivisa da molti ex militanti e/o ex elettori socialisti – che poggia sui seguenti principi: 1- Anche se appare arduo e difficile, bisognerà un giorno ricomporre ad unità la diaspora socialista, coinvolgendo le nuove generazioni e superando gli egoismi, le ambizioni di potere e la corsa al “dio denaro”; 2- La difesa dell’ideale, della tradizione e della cultura del socialismo democratico e libertario serve ai riformisti ed al sistema democratico e repubblicano del nostro Paese; 3- Non dimenticare mai che i socialisti ovunque abbiano governato (in Italia e nel mondo) non hanno mai tolto la libertà a singoli individui e/o a intere popolazioni; 4- I veri socialisti, per sopravvivere a tutti i terremoti veri o presunti, non devono fare mai alleanze politiche od elettorali con partiti e movimenti totalitari ed illiberali; 5- I socialisti, sulla base degli insegnamenti che promanano dalla storia passata e recente, non avranno un futuro alleandosi o confondendosi con partiti comunisti o post-comunisti eredi dell’ideologia marxista-leninista.” dall’introduzione dell’Autore

 

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Avrà gli occhi come il mare

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La prima ecografia rivela impietosamente a Ines e Marco che il battito del bambino non c’è mai stato.
Inizia per loro una dolorosa odissea di nuove gravidanze, aborti spontanei e pellegrinaggi da un medico all’altro.
Ines si sottopone ad ogni terapia anche contro il parere di Marco, che fatica a riconoscere in lei la donna che ha sposato ma che non può non assecondarla. Pensando a se stessa come a una donna a metà, Ines si annulla pur di avere un figlio, a volte mettendo a rischio l’unione con Marco.
Una storia d’amore, di dolore ma anche di speranza, dove il lieto fine non è scontato ma sicuramente auspicato da tutti coloro che si commuoveranno nel leggerla.
Una storia che, tra tutti i colori dell’arcobaleno, sceglie di tingersi di azzurro. Proprio come il mare.

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Ballata delle attese

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Erminio Maurizi è poeta originale, come formazione, non legato a sintassi preordinate. La sua poesia trova la migliore espressione nella breve misura del frammento che dà vita a testi di assoluta semplicità e trasparenza. I suoi componimenti sono caratterizzati da una dimensione narrativa e musicale del tutto particolare.

(Alberto Bevilacqua)

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Bambini a perdere

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L’infanzia è invisibile all’umanità, una realtà senza diritti nonostante leggi e convenzioni internazionali. Un inferno sulla Terra: ogni anno circa 15 milioni di bimbi muoiono prima di festeggiare il loro quinto compleanno, attesta l’Onu. Quando ad annientare bambini e adolescenti non sono la sete, la fame, le malattie, il lavoro sporco è imbastito dalle guerre infinite. Capitolo a parte è la sparizione di 8 milioni di minori ogni 365 giorni, Europa inclusa. Un perverso sistema che alimenta il cancro della pedofilia e il traffico di organi umani. Da considerare in Italia il sequestro di Stato di tanti minori mai resi adottabili, per garantire con sperpero di denaro pubblico, un affare miliardario, nonostante le denunce di genitori, avvocati e associazioni. E il governo Renzi non risponde agli atti parlamentari, inclusa la dilagante pedofilia che non risparmia i neonati. Dei pargoli non si butta via niente, come attesta il fiorente mercato degli organi.

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Banditi e schiave

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’Ndrine, albanesi e il codice Kanundi. “Negli anni Novanta, era la strada della speranza, la nuova America. Oggi dall`Adriatico a bordo dei gommoni che un tempo trasportavano clandestini, arrivano droga, armi e schiave. E` il nuovo business della mafia albanese, clan potentissimi rinserrati nei loro vincoli di sangue, un familismo inviolabile, come quello della ‘ndrangheta. Le fis, le famiglie allargate patrilocali e patrilineari, costituiscono l`ossatura di una mafia che rischia di diventare uno dei problemi più seri per l`intera Europa, una sfida nella sfida, o meglio la sfida delle sfide. Quando ancora in Italia passavano per straccioni, gli schipetari nel Queens, la frontiera dei boss italo-americani, mettevano in discussione il potere dei Gambino, dei Lucchese e dei Colombo… Il libro di Arcangelo Badolati e Giovanni Pastore ha la forza dell`inchiesta giornalistica, la capacità di scrutare in ambienti poco conosciuti e, pertanto, finora, fortemente sottovalutati. “Banditi e schiave è un volume che si legge tutto d`un fiato con le sue storie di violenze, abusi e omicidi, ma soprattutto colma un vuoto, dovuto alla mancanza di studi seri e approfonditi sulla mafia albanese” (Dalla prefazione di Antonio Nicaso). In questo testo si parla tra l`altro di inchieste non ancora approdate al dibattimento o processi che ancora non sono giunti a sentenza definitiva. Per tutti i protagonisti di queste vicende, vale la presunzione di innocenza.

 

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Banditi e schiave. I femminicidi

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Scritto a quattro mani dai giornalisti Arcangelo Badolati e Giovanni Pastore, Banditi e schiave è un libro che, per la prima volta, scruta tra le maglie di un fitto intreccio criminale rimasto nell’ombra e  offre una ricostruzione del sodalizio stretto tra la mafia albanese e la ‘ndrangheta, attivo soprattutto nella parte settentrionale della Calabria, divenuta una sorta di “laboratorio criminale”.
I banditi sono i criminali albanesi riuniti in clan che mostrano tratti distintivi assai simili a quelli della ‘ndrangheta calabrese.
Le schiave sono le donne albanesi che, rapite o adescate con l’inganno, vengono comprate, vendute e costrette alla mercificazione del proprio corpo, per produrre danaro col sesso. Sono donne alle quali è stato tolto tutto, anche la loro identità.

Nelle pagine prendono corpo, appunto, le operazioni che hanno portato alla luce il turpe mercato che ruota intorno alla schiavizzazione delle donne straniere in Calabria e nell’intera penisola e le testimonianze di alcune di loro disegnano scenari agghiaccianti. Strappate alle loro famiglie, caricate come merce su gommoni, una volta giunte in Italia, non possono più tornare indietro.
Vengono ammazzate.
Ma le donne ammazzate non sono solo quelle albanesi. Accanto a queste donne senza nome vi sono quelle italiane e calabresi che sono tante e stanno diventando tantissime. Le pagine del volume entrano con forza anche nei femminicidi consumati in Calabria, alcuni diventati eclatanti come quello della giornalista Maria Rosaria Sessa, di Tiziana Falbo e della giovanissima Fabiana Luzzi che, accoltellata e bruciata viva a Corigliano il 24 maggio del 2013, è in ordine di tempo il delitto più raccapricciante perché compiuto dal fidanzatino, giovanissimo come lei.
A riprova che la crudeltà è una matrice comune di tempi e spazi diversi tra loro. Ma solo apparentemente.

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Benevolenza

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Benjamin il cinema e i media

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“Trasferire piante dal giardino dell’arte alla terra straniera del sapere, per poter individuare i piccoli cambiamenti di colore e di forma che in tal modo si manifestano. La cosa più importante è la delicatezza nell’afferrare, la cautela con cui l’opera viene rimossa con le sue radici, che poi vanno ad arricchire il terreno del sapere. Il resto viene da sé, poiché nell’opera stessa sono contenuti quei pregi che dovrebbero chiamarsi critica nel soli senso più alto” (Walter Benjamin) – scritti di Theodor W. Adorno, Marcello Walter Bruno, Vincenzo Cuomo, Monica Dall’Asta, Roberto De Gaetano, Daniele Dottorini, Paolo Jedlowski, Suzanne Liandrat-Guigues, Bruno Roberti

 

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Bernardino De Bernardis

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Bernardino De Bernardis da semplice frate calabrese di Fuscaldo inizia una carriera punteggiata da successi tra Roma, Venezia e Varsavia con funzioni di alta responsabilità. Dalle sue lettere emerge un vero e proprio spaccato dell’epoca in cui visse. Trascorse quasi un lustro (1739-1743) in Polonia, quando per i buoni uffici di una dama di corte, Zanetta Farussi, madre di Giacomo Casanova, venne eletto Vescovo di Martirano in Calabria. Secondo noi, è qui il vero nodo di tutta la storia, perché una consolidata ‘vulgata’ ritiene che è il veneziano a conferirgli un alone di leggenda e di eternità. Dalla lettura del suo intero epistolario e delle carte d’archivio, emerge la figura di uno studioso colto e di un uomo di chiesa di integerrimi costumi. Per questo abbiamo ritenuto il De Bernardis degno della massima attenzione e abbiamo stilato una biografia che, accompagnata al romanzetto casanoviano, rafforza il valore e il contenuto della sua vita di uomo e di religioso”. Roberto e Francesco Musì

 

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Bernardino Telesio

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Mi sembra che si debba festeggiare, quando è dato incontrarla,
la buona divulgazione, in particolare in un saggio
come questo in cui tra l’autore e l’interprete si notano
gli elementi di ciò che mi piace chiamare un “necessario
rapporto”, la consapevolezza cioè che di quell’autore (nel
nostro caso il grande Bernardino Telesio) è diventato un obbligo
parlare ai giovani, al popolo, perché c’è una lezione
che preme per essere conosciuta a distanza di secoli; una
verità remota che si dichiara ineludibile, per spiegare un
mondo, la cultura di un’intera comunità, in un dato momento
storico o per sempre.
È il necessario rapporto per cui Vincenzo Segreti, assai
noto ed apprezzato storico di Amantea e come critico
di elegante, ma esigente talento, nelle pagine di “Calabria
Letteraria” e altrove, ha ritenuto opportuno dedicare la sua
ultima fatica a Bernardino Telesio, un filosofo, uno scrittore,
assolutamente caratterizzato dalla cultura dell’irripetibile
Umanesimo latino, un autore non facile né per lingua, né
per scelte intellettuali, tutte – comunque – lontane dal Novecento,
sinora prediletto da Segreti.

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