.. mi pare si chiamasse MANCINI…
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Chi meglio di un figlio può raccontare la storia di suo padre? Soprattutto se il figlio ha vissuto accanto al padre le sue tante battaglie politiche, le vittorie, i trionfi, le giornate amare, gli attacchi, le aggressioni, oltre ai lutti e alle gioie familiari. Al professor Sabin, che con il suo vaccino antipolio salvò milioni di bambini, sembrò, come disse in un’intervista, che il ministro della Sanità dell’epoca, non narratore ma concreto-”Giacomo non fu tra i socialisti scrittori”, sottolinea Giuliano Amato-si chiamasse Giacomo Mancini(1916-2002) : governante efficiente,
leader storico del socialismo italiano, politico “con la schiena dritta”, primo cittadino innovatore e moderno.
Il libro, introdotto da una brillante e godibile prefazione di Paolo Guzzanti-tra i giornalisti più noti e nei primi anni 70 protagonista de “Il Giornale di Calabria”, il primo quotidiano stampato nella regione- non è un monumento all’uomo infallibile, che ha commesso anche errori. Ma è una carrellata di fatti, non pochi inediti, di tanti scontri politici, di vicende drammatiche, come la “strategia della tensione”, la rivolta di Reggio Calabria, la brutale sostituzione con De Martino al vertice del PSI, il processo kafkiano a Mancini. Da giornalista attento e ironico,
Pietro Mancini consegna ai lettori e agli storici la vita, lunga e non facile ma vissuta con passione, fino alla morte, che lo sottrasse al suo ufficio-per Mancini il più gratificante, secondo l’amico Francesco Cossiga-di amatissimo e rimpianto Sindaco di Cosenza. Secondo l’autore, Giacomo Mancini “ha dato alla politica e al Sud più di quanto abbia ricevuto”. Pietro Mancini concentra la sua analisi anche sui personaggi-big e comparse- della Calabria, della politica, del Sud, del giornalismo del dopo-Giacomo. Giudizi taglienti, con una narrazione tutt’altro che
pesante, dalle quale emerge il rimpianto non solo per il padre, affettuoso pur se timido, come il figlio e il nonno, Pietro Mancini senior.
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….democrazia è femmina:
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In una Calabria arcaica e letargica, in un paese antico e maestoso, alcune donne si incontrano e decidono di sconfiggere la rassegnazione, spezzare il cerchio dell’omertà, agire, parlare, denunciare, svegliare l’opinione pubblica, cercare soluzioni, mostrare alternative e difendere i diritti del cittadino uscendo dalle logiche del «favore», della sudditanza e dell’assistenzialismo. È un caso che forme di resistenza civile sempre più spesso si coniughino al femminile? Il libro non vuole essere solo la descrizione di un’esperienza, ma il punto di partenza per un dibattito sulle componenti innovative, i modelli di sviluppo e le prospettive ideali della società calabrese.
‘Ndrangheta: la setta del disonore
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Uno studio tanto succinto quanto risoluto e determinato, quasi un pamphlet contro la scontata congerie di luoghi comuni su pretesi codici di onore della ’ndrangheta. Saverio Di Bella traccia un’essenziale storia di questa associazione a delinquere, ‘scremando’ anche le prime fasi sette-ottocentesche di essa dalla falsa retorica dell’onore che ha fatto spesso di truculenti briganti improbabili antieroi dei Borboni o della Santa Sede.
‘A barracchella ‘e Muccune
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La prima parte, in versi, si salda strettamente alla seconda, le storie in prosa, che anzi costituiscono il contorno, dipingono lo sfondo e la scena di questo meraviglioso viaggio nei ricordi e nei sentimenti. La baracchetta che si vede in copertina è il simulacro di tutto questo volume, permeato di nostalgia, non solo per i tempi andati, ma per tutte le cose sparite, consunte e perdute, assieme alla baracchetta di Moccone, una baracchetta dalla figura materna. Così come una figura paterna è il maestro Eduardu (Luàrdu) della scuola di Camigliatello, aperta solo nei sei mesi di buona stagione. Quella buona stagione, quando 2 Prefazione Il titolo “’A barracchella ‘e Muccone – Storie piccole d’a Sila ‘Ranne” è una sintesi perfetta di quello che ci trasmette questo libro : piccola era la baracca e piccole sono le storie, a volte quadretti, a volte ricordi, a volte sentimenti personali; e grande è la Sila, non solo per i toponimi e la varietà dei luoghi che nelle Storie ricorrono (Moccone, Camigliatello, Votturino, Cecita, Lagarò e tanti altri), ma per i colori che le sue montagne, i suoi prati, i suoi torrenti (le jimare) acquistano nella memoria dell’autore, tingendosi di nostalgia per un tempo e un ambiente che non ci sono più. Quanti dei lettori, che hanno conosciuto quella realtà, ci si ritroveranno dentro. La prima parte, in versi, si salda strettamente alla seconda, le storie in prosa, che anzi costituiscono il contorno, dipingono lo sfondo e la scena di questo meraviglioso viaggio nei ricordi e nei sentimenti. La baracchetta che si vede in copertina è il simulacro di tutto questo volume, permeato di nostalgia, non solo per i tempi andati, ma per tutte le cose sparite, consunte e perdute, assieme alla baracchetta di Moccone, una baracchetta dalla figura materna. Così come una figura paterna è il maestro Eduardu (Luàrdu) della scuola di Camigliatello, aperta solo nei sei mesi di buona stagione. Quella buona stagione, quando 8 3 esplodevano i colori, i profumi, i canti degli uccelli della “Sila bella, Sila ‘ranne”, e quando a volte rimbombavano i tuoni e il bambino rimaneva col naso appiccicato ai vetri della finestra ad ammirare lo spettacolodi una “trupìa” estiva. In verità, come confessa il poeta,” ‘a cascia d’i ricuordi mi se sbota,/ca ‘e tantu tiempu la tenìa ammucciata” (si rovescia la cassetta dei ricordi, che tenevo nascosa da tanto tempo). Sono innumerevoli, questi ricordi : tra essi, per esempio, il ricordo dolcissimo della nonna che lava la mano sporca d’inchiostro dello scolaretto, e poi gliela scalda al camino.
‘Ndavi pe tutti
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Ricca di talenti, la poesia dialettale in Calabria testimonia la molteplicità delle aree culturali che caratterizzano la regione e nelle quali è possibile risalire a chiarificatori precedenti storici, unitamente a una serie di esperienze esistenziali profondamente radicate nei contesti sociali di appartenenza, ai quali si fa puntuale riferimento. Se si tiene conto di ciò e delle note condizioni generalizzate di difficoltà del vivere a Sud della Penisola, si capisce perchè il verso tende ad esprimere denunzie, invettive con forte connotazione popolare, risentimenti, condanne, non escludenti, tuttavia, speranze, talora larvate, magari affidandosi, con implorazioni, alla benevolenza divina.
‘ne la faccia che a Cristo / più si somiglia’: la poesia mariana di Dante
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‘Trasumanar significar per verba / non si poria’
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Prefazione di Antonio D’Elia
Pubblicazione curata dall’Accademia Cosentina
“Progressioni” Dell’uomo. Verso la “civil società”
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a cura e con Introduzione di Valentina Zaffino e una Premessa di Franco Crispini
Francesco Saverio Salfi fu protagonista degli avvenimenti culturali e politici che caratterizzarono il passaggio tra il XVIII e il XIX secolo. Egli si rivelò un intellettuale molto attento agli sviluppi filosofici e antropologici e alle elaborazioni critiche che si ebbero negli anni compresi tra Riforme, Rivoluzione e Restaurazione: caratteristiche di pensiero, quelle di Salfi, che denotano in lui una sensibilità storiografica particolare e profonda. I manoscritti, finora rimasti inediti, delle Lezioni di diritto pubblico, o delle genti suggeriscono la fonte salfiana quale spia significativa per conoscere a fondo tutto un percorso di idee che da Vico porta all’Illuminismo e alla Idéologie, non trascurando i contributi culturali offerti da personaggi come Genovesi, Filangieri, Romagnosi e Condorcet.
“Neutralismo” cattolico e socialista di fronte all’intervento dell’Italia nella 1a guerra mondiale”
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È da tempo che stavo riflettendo sulla “Questione
dei cattolici” nell’attuale momento politico.
Certo, le mie antiche e recenti letture sull’argomento
“cattolici” – dal “Tevere più largo”
di Spadolini a “Chiesa e Stato in Italia” di Arturo
C. Temolo e tanti altri saggi sul rapporto tra
“cattolici e politica” – hanno costituito per me,
anche per il mio impegno politico, elemento di
attenzione sotto il profilo culturale. La recente
presenza in Parlamento di un Papa, Giovanni
Paolo II, le “presunte” interferenze” con i continui
richiami dell’attuale Pontefice teologo, il
tedesco Benedetto XVI, sono anch’esse delle
“novità” che pongono questioni di rilievo sul
rapporto tra sfera religiosa e realtà politica. Con
in più il “ritorno” in campo di un Islam che non
può non preoccupare, per la sua incidenza…
#iodamorenonmuoio
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Le donne nella storia. Donne geniali, donne vittime, donne ribelli che hanno caratterizzato la vita del mondo: Ipazia di Alessandria, Olympe de Gouges, Giovanna d’Arco, Beatrice Cenci, Isabella Morra, Artemisia Gentileschi, Francesca La Gamba, Oriana Fallaci, Angelica Balabanoff, Margherita Sarfatti, Anna Kuliscioff, Ada Negri, Oriana Fallaci, Franca Rame, Isabella Aleramo. E, poi, donne assassinate da uomini brutali: Roberta Lanzino, Maria Rosaria Sessa, Fabiana Luzzi. Madri uccise dai figli: Patrizia Schettini e Patrizia Crivellaro. Infine donne capaci di ribellarsi alla ’ndrangheta come Giuseppa Mercuri e Maria Concetta Cacciola. Eppoi le sconosciute, le donne straniere rese schiave, costrette a prostituirsi per le strade della Calabria. Questo libro è un lungo viaggio nell’universo femminile compiuto tra la letteratura e la cronaca per aiutare a comprendere le devianze criminali e sub-culturali che hanno determinato i femminicidi nel corso dei secoli. Un viaggio appassionante e istruttivo accompagnato da testi teatrali e letterari che consentono di riscoprire come, accanto al mostruoso che si cela dietro ogni delitto, esista anche il bello capace di riscattare il lato oscuro dell’umanità. Un bello che ha un’accezione largamente femminile.
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#nidi&radici#
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Un nuovo volume di versi di Carmen Creaco.
È nella continuità della sua espressione lirica
che va colto il senso e il significato di una poesia
che, attraverso lo scorrere agevole e suggestivo
dei versi, ti coinvolge con una profondità di
contenuti e di tematiche esistenziali da darti l’esatta
misura di una sensibilità e umanità autentiche.
E ciò si coglie attraverso immagini felici
presenti in alcune liriche (“E io aspetto/seduta/
alle rive dei miei piedi” – “di sapore acredine/sa
il mio cuore” – “… catturavano cieli/ e ci impadronivamo
di sfuggente aria” –) dove viene a
emergere la grande capacità di rappresentare le
proprie sensazioni e motivazioni interiori in un
rapporto con la realtà esterna.
01 – Comunità e soggettività
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Il volume raccoglie gli atti del Convegno Comunità e Soggettività tenutosi a Napoli dal 14 al 16 novembre 2005 a cura della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Alle relazioni iniziali, divise per sezioni, si aggiungono alcune comunicazioni che danno la misura della vivacità del dibattito.
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02 – Per una sistemazione canonistica delle relazioni tra diritto della Chiesa e diritto dello Stato Condizioni e limiti di contributo da parte della dottrina statualistica [1954]
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A distanza di oltre cinquant’anni da quando fu scritto, il volume di Piero Bellini sulle Relazioni tra diritto della Chiesa e diritto dello Stato, inaugura la Collana annessa alla nuova Rivista Diritto e religioni, per l’importanza e l’attualità che ancor oggi rappresenta per tutta la dottrina canonistica ed ecclesiasticistica. Il lavoro ha una coerenza, una linearità e un’onestà esemplari, ed è svolto con una logica stringente, su un aspetto centrale per un giurista di formazione laica, che pone in rapporto il diritto canonico con il diritto dello Stato, su un piano di teoria generale del diritto.
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03 – Riflessioni preliminari su tolleranza, dissenso e attuazione della libertà religiosa
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Il cammino ininterrotto dell’idea di libertà segnala l’opportunità di un lavoro sui nuovi percorsi dialettici del diritto di libertà religiosa in cui lo spazio per l’indagine scientifica sia maggiore di quello occupato dalle riflessioni di taglio pratico. Il progresso degli studi ne ha favorito la rappresentazione come diritto garantito, a livello legislativo primario, in regime di eguaglianza giuridica e lecita. Le carenze dei sistemi di attuazione stimolano la concentrazione di mezzi suppletivi di tutela che, nel ridisegnare un clima di tolleranza, non di rado animano forme inedite di dissenso religioso.
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04 – Diritto privato globale, Objective Pluralism e libertà di religione
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Lo studio esamina il Value Pluralism, secondo la tesi dell’Objective Pluralism, come carattere del globalismo nel diritto privato, ed evidenzia la sua idoneità a mutare lo statuto ontologico dell’ordine giuridico, a rendersi cioè, precipuamente mercé il carattere della Incommensurability, un Complexity Maker. Muovendo dagli elementi teorici rintracciati in capo alla formulazione della General System Theory, si esaminano i motivi che inducono alla falsificazione del paradigma dominante di homo oeconomicus e dei relativi elementi riassunti attorno alle nozioni di Rationality e di Knowledge ed inoltre, nel diritto dei soggetti, all’adozione entro la tradizione della Rule of Law (‘what the law ought to be’), dei parametri ordinanti del ‘True’ Individual e di Regola Universalizzabile secondo l’Evolutionary Approach to Law. Si ripercorrono i caratteri ontologici del valore nella prospettiva del- l’Objective Pluralism, focalizzando i problemi giuridici che ne derivano e le potenziali incompatibilità regolative e predittive, rilevabili presso taluni approcci, in ordine all’assunzione ed all’applicazione del Valore nella fattispecie regolativa di diritto privato. La complessità, come carattere ontologico dell’ordine giuridico prodotto dal Value Pluralism e dalla Incommensurability, delinea quindi il terreno giustificativo e la Ratio esclusiva della Regola Universalizzabile, secondo l’Evolutionary Approach to Law, ai fini della Governance del diritto privato globale. La libertà di religione è esaminata lungo talune situazioni giuridiche soggettive ed alcuni atti individuali di esercizio dedotti come espressione del relativo diritto, essa viene eletta come ambito di corroborazione posta la sua collocazione fra i diritti c.d. fondamentali degli ordinamenti occidentali in pari tempo all’orizzonte metodologico derivabile dal Value Pluralism. Alla luce dei criteri risolutivi e degli elementi critici già individuati, questo studio esamina il nucleo teorico di alcune regole giuridiche del diritto anglosassone, specie nordamericano, in quanto la presenza di innumerevoli appartenenze religiose, il riconoscimento giuridico al più alto grado gerarchico della libertà di religione nel contemporaneo e diffuso riconoscimento del Value Pluralism, paiono costituire tale area giuridica come un ‘laboratorio’ ideale per la scienza giusprivatistica quanto all’applicazione ed all’elaborazione di regole giuridiche concernenti i c.d. diritti fondamentali. La corroborazione si sviluppa sulla compatibilità ordinante di siffatte regole, quanto agli interrogativi concernenti la qualità ed i limiti dei diritti individuali ascrivibili alla libertà di religione ed i loro conflitti con altri diritti e posizioni giuridiche riconosciuti come ‘fondamentali’ negli ordinamenti giuridici contemporanei.
05 – La Chiesa e l’Europa
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Il convegno su “La Chiesa e l’Europa” si giustifica con la necessità
di evidenziare le nostre radici di cittadini europei in un periodo di
tempo nel quale si assiste al tentativo di ignorare tali radici o di negarle
in toto, quasi che la storia europea prenda avvio solo dall’Illuminismo
e dalla rivoluzione dell’ottantanove, assegnando a tutto il
precedente, lungo periodo, una qualifica fortemente negativa in quanto
caratterizzata dalla presenza cristiano-cattolica.
Urgono alcune precisazioni, per quanto sommarie. La negatività
della predominanza cristiano-cattolica, soprattutto nel campo politico,
non ha impedito, anzi ha favorito il fiorire di una civiltà immensa
della quale dobbiamo essere fieri, paronabile solo a quella grecoellenistica.
In secondo luogo, non possiamo valutare negativamente
quel lungo periodo storico, imponendo come metro di giudizio il
nostro attuale modo di pensare e la nostra sensibilità, partendo dalla
considerazione che oggi possiamo godere di garanzie e di diritti, i
quali, non presenti nel passato cristiano, lo qualificano di conseguenza,
negativamente. Io penso invece che la maturazione dei diritti e
delle garanzie delle quali godiamo, si sarebbe comunque verificata
come progressivo sviluppo dell’umanità, come affinamento della sensibilità
dell’uomo, sia in presenza, sia in assenza del cristianesimo.
Credo, anzi, che la presenza del cristianesimo abbia facilitato tale
processo di maturazione e di sviluppo, quanto meno come reazione
fortissima alla onnipresenza cristiana.
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06 – Il danno da uccisione di religioso, negli ordinamenti francese, tedesco ed italiano
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In generale, “il principio della riparazione integrale dell’insieme
dei danni ha come corollario il risarcimento completo di ciascuno di
essi” 1, e, a proposito della famiglia della vittima, si parla di ‘danno di
terzi’ 2.
La Cour de Cassation ha, per lungo tempo, mostrato, nello stesso
tempo, un orientamento restrittivo, sostenuto dalle Sezioni di diritto
del lavoro e di diritto sociale, uno estensivo, della seconda Sezione
civile, ed anche uno intermedio, della Sezione penale.
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07 – La tradizione dottrinale nel diritto ecclestiastico
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Vengono raccolti in questo volumetto una serie di saggi sulla tradizione dottrinale del diritto ecclesiastico italiano, pubblicati nel corso degli anni in varie Riviste, volti a definirne l’oggetto e il suo sviluppo storico. In particolare, si fa riferimento ai contributi di Ruffini, Simoncelli, Coviello, Condorelli, De Luca, Bellini, Catalano e Dossetti, ai problemi didattici delle discipline ecclesiasticistiche e alle relative polemiche dottrinali, con riferimento anche ai contributi canonistici più recenti.
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