l 4 aprile del 1999 moriva a Todi, all'età di 72 anni, Francesco Grisi, calabrese d'origine (Cutro), come ricorda lui stesso nella prefazione de "Il mantello di Faust" pubblicato nel 1981. "Allora i miei genitori sono calabresi. I primi 15 anni della mia vita li ho trascorsi a Cutro, come ricorda lui stesso nella prefazione de "Il mantello di Faust" pubblicato nel 1981: "Allora i miei genitori sono calabresi. I primi 15 anni della mia vita li ho trascorsi a Cutro, un paese dove nacque l'avventuriero Giovan Dionigi Galeni che con il nome di Occhiali partecipò come generale dei turchi alla battaglia di Lepanto". Sei anni sono trascorsi ma di lui anche dopo la morte si continua a parlare e a scrivere.
Non a caso in occasione del suo quinto anniversario il Centro Studi e Ricerche, dedicato al Grisi e diretto da Francesco Bruni, ha curato l'ultimo suo romanzo inedito "I giorni non si somigliano tutti". L'editore è la casa editrice Pellegrini di Cosenza. Il romanzo, inedito, è stato consegnato al Bruni dallo stesso autore prima di morire e risale agli anni '50.
Anche da parte nostra, dacché avemmo occasione di conoscerlo in vita, un momento di meditazione rapida e spontanea a ricordo della sua memoria. A lenti passi, dopo la sua morte, siamo entrati cautamente nel vasto mondo della sua luminosa intellettualità e quel profeta di se stesso non è morto, vive e con l'eterna sua lezione ancora detta consigli: "Credo in Dio perché ho bisogno di perfezione nella mia disarmonia. E l'aiuto concreto che mi assicura la religiosità accompagna e accresce la pazienza del mio cuore. Mi auguro di non giudicare mai. Amo l'amicizia più dell'amore. Ma l'amore è l'alba che annunzia ogni giorno. Per me la morte è una nuova stagione. Chi muore continua a vivere. Non per il nostro ricordo ma in sé".
Francesco Grisi ha vissuto e lavorato a Roma esercitando numerosi mestieri ed è stato anche docente al liceo ed all'università. Ha viaggiato moltissimo ed ha scritto diversi libri di narrativa e di critica letteraria: "Il mantello di Faust", "Ipotesi per l'intellettuale integrato", "Leggende e racconti popolari della Calabria", "A futura memoria" (romanzo finalista al Premio Strega 1986), "Incontri in libreria", "Avventura del personaggio", "Si tratta di una rosa", "Cronaca di una distrazione", "I sigari di Brissago", "Incontro con i contemporanei", "La protesta di Iacopone de Todi", "Il Natale, storia e leggenda".
Riportiamo una lettera di Riccardo Bacchelli inviata da Milano il 20 maggio '64 a Francesco Grisi in occasione della pubblicazione de "Il brigante di Tacca del Lupo".
"Caro Grisi, l'antologia mi sembra ben riuscita, buona la scelta, che è essa stessa critica e insieme pedagogica, come il volume esige; buoni i momenti, ai quali apporrei semmai d'esser alquanto scarsi e troppo rari; belle, se a me stesse dirlo, la prefazione e le presentazioni, nelle quali troverà chi la accuserà d'essermi troppo benevolo. Però, dico io, è una benevolenza ragionata, critica, e "interessante", e assai originale. Nella nota ho trovato qualche inesattezza storica e due o tre imprecisioni nomenclative. Siccome il Mangella mi dice di sperare in una non troppo lontana ristampa, gli passo una copia del volume coi rilievi in margine. Con i più cordiali e lieti saluti, Bacchelli".
Francesco Grisi è stato un grande testimone della cultura calabrese ed italiana, uno specchio per il Novecento, infatti, nei suoi scritti ha saputo racchiudere magistralmente l'infinito dentro il finito.
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