Anno di pubblicazione | 2005 |
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Numero pagine | 240 |
Formato | Cartaceo |
ISBN | 978-88-8101-260-2 |
Autore |
Grassi Tiziana |
La guerra negli occhi dei bambini
Le immagini dei conflitti tra critica e proposta. Testimonianze, interviste e ricerche - A cura di Mario Morcellini e Tiziana Grassi
Dalla Prefazione …. Dalla parte dello sguardo dei bambini Invito alla lettura – Se nell’età della globalizzazione la tv rovescia la guerra sui bambini, a noi resta il compito di capovolgere il punto di vista. Per i termini crudi che essa ha avuto, questa è la prima guerra che è letteralmente cascata addosso ai bambini. Prima essa era filtrata dai discorsi degli adulti, edulcorata e stemperata dal racconto mediale, sdrammatizzata dai giochi della memoria. Stavolta è stata in agguato dentro le mura domestiche, dallo stesso piccolo schermo da cui arrivavano l’intrattenimento, il sogno e gli stessi programmi di target pomeridiani. Sappiamo che tutto questo è il peso della globalizzazione. Sappiamo che un meccanismo così insinuante non si arresta davanti ai più piccoli. Allora se c’è un compito per i ricercatori è quello di domandarsi come i bambini hanno patito questa vicenda. La comunicazione globalizzata muta radicalmente la narrazione del conflitto, la sua rappresentazione e la sua percezione. In questo scenario inedito l’immediatezza del flusso informativo rende la guerra un elemento ineludibile nel vissuto infantile. Nei conflitti più recenti, il coinvolgimento delle popolazioni civili e, con maggior profondità, la presenza e il protagonismo dei bambini, sono diventati l’emblema dell’atrocità della guerra: lo spettacolo mediatico del conflitto rende consapevoli i più piccoli che questo evento riguarda anche loro. I contributi raccolti in questo volume vogliono delineare un percorso di lettura relativo alla percezione della guerra da parte dei bambini, pienamente contestualizzato nell’impegno che perseguiamo da anni di rendere più chiaro il rapporto tra i bambini e la tv e che, obbligatoriamente, ha dovuto tematizzare il rapporto tra i bambini e il cartoon televisivo della guerra. Le testimonianze dei giornalisti, le interviste, i saggi e le ricerche che interpretano le diverse dimensioni del racconto mediale della guerra, cercando di tradurre il delicato rapporto che esso istituisce con l’universo infantile, compongono un quadro ricco e articolato della rappresentazione mediale del conflitto e delle sue implicazioni sul vissuto dei bambini. Il libro sceglie di stare dalla parte dello sguardo dei bambini, non solo di quelli che direttamente vivono lo scempio della guerra, ma anche di quanti attraverso gli schermi televisivi entrano in contatto con questa drammatica realtà. Il legame empatico con i protagonisti reali, aldilà dello schermo, scatta sul filo dell’identificazione immediata e acuisce la consapevolezza di un evento assolutamente ingiusto e in palese contraddizione con i principi morali proclamati dagli adulti; un evento che parallelamente sembra ratificare il destino spietato e immodificabile dei bambini dell’altra faccia del pianeta, quella che costantemente traspare attraverso le immagini degli schermi televisivi. Dinanzi alle giovanissime vittime della miseria e della povertà del mondo, le domande dei più piccoli non possono restare senza risposta. L’informazione che circonda la guerra custodisce, tuttavia, anche lo spazio possibile di significazione e rielaborazione di un evento che, spogliato del carico di fascinazione muscolare della gloria patriottica, rivela drasticamente il lato irrazionale e violento di una realtà mondiale sempre più complessa. Informare significa anche scegliere cosa mostrare, cosa dire e come farlo. Sappiamo bene come la visibilità mediatica di un avvenimento determini la sua esistenza. Così, le omissioni, la mancanza di un approfondimento adeguato alla complessità degli eventi, come anche le diverse scelte di contestualizzazione che animano le narrazioni mediali, giocano un ruolo di primo piano nella percezione e nell’attribuzione di senso all’evento bellico, così come alla pace. Su questo nodo nevralgico del fare informazione pesano i criteri di notiziabilità e le esigenze economiche delle agenzie d’informazione, quanto le strategie militari e politiche che intervengono a tessere la trama narrativa di una guerra che attraverso la sua rappresentazione dispiega, adesso molto più di un tempo, la sua valenza comunicativa. L’informazione gioca un ruolo fondamentale non soltanto durante i conflitti ma, in misura forse più acuta, dopo e aldilà della fase di emergenza mediatica rappresentata dalla guerra, quando è necessario mantenere viva l’attenzione su luoghi e Paesi assolutamente estranei alla nostra cultura. Pensiamo al silenzio che avvolge i numerosi conflitti ancora aperti che si consumano sullo scenario internazionale, cui si accompagnano ripetute violazioni dei diritti umani. Ancor prima che l’informazione la renda visibile, la guerra è un evento reale; è una soluzione che ubbidisce a precise logiche politiche, culturali ed economiche. Si tratta di una logica che è opportuno esplicitare, e non avallare tout court poiché una informazione deontologicamente corretta dovrebbe renderci partecipi e consapevoli che ci sono anche altre soluzioni e altre scelte possibili. Dinanzi alle immagini cruente che dissolvono la meraviglia nello sguardo dei bambini, all’informazione spetta il delicato compito di spiegare, di interpretare le notizie e contestualizzarle in maniera oggettiva. L’informazione è sfidata a tutelare il valore di testimonianza delle scene che affollano la ribalta mediale, sollecitando una consapevolezza più profonda delle circostanze, delle logiche e delle ragioni che conducono alla guerra. Le parole possono correggere la brutalità delle immagini, ridurre l’irrazionalità di un evento e circoscriverlo entro una cornice di senso che permetta di metabolizzarlo e rielaborarlo in maniera consapevole. – I bambini e il cartoon televisivo della guerra – Le riflessioni e il dibattito sul sistema dei media e sul suo ruolo educativo e informativo, pur nelle diverse dimensioni interpretative che caratterizzano le sezioni di questo lavoro, riflettono la necessità di fornire ai più giovani quegli strumenti culturali adeguati a leggere e comprendere una realtà comunicativa complessa. Con questo intento, le diverse prospettive di lettura delineano le quattro sezioni che compongono il testo. La prima parte del volume, “Racconti e linguaggi di guerra”, raccoglie le testimonianze sul campo degli inviati di guerra delle più autorevoli testate giornalistiche nazionali e si focalizza sulle modalità di costruzione della notizia di cronaca anche in relazione ad un pubblico in formazione. Gli interventi dei giornalisti, oltre a mettere in rilievo gli aspetti deontologici della comunicazione, non tralasciano di illustrare la doppia narrazione che riguarda il vissuto emozionale dei bambini che sono stati testimoni diretti degli avvenimenti bellici e di quelli che hanno vissuto questa esperienza dall’altra parte dello schermo, come telespettatori. Le considerazioni sull’etica della comunicazione e sulle dinamiche innescate dall’aumento esponenziale dell’informazione, caratterizzano i contributi di esperti nel campo dell’etica della comunicazione e dell’educazione ai media raccolti nella seconda sezione del lavoro, “Gli interrogativi sulla rappresentazione: una riflessione sull’etica”. La terza parte, “La guerra come cartoon? La percezione dei conflitti da parte dei bambini: prospettive di analisi” individua la dimensione bambini/media attraverso un’analisi dell’impatto dell’informazione televisiva di guerra, realizzata secondo un approccio socio-psico-pedagogico. I contributi di neuropsichiatri infantili, psicologi, pedagogisti, antropologi e sociologi definiscono il ruolo e le funzioni del mezzo televisivo nella rappresentazione della realtà, anche in relazione ai diversi modelli culturali ed alle appartenenze di genere che condizionano l’elaborazione delle emozioni. La quarta parte del volume, “L’epica dello scontro nelle immagini e nelle parole dei bambini”, riporta le evidenze di ricerca sulla percezione infantile del conflitto, illustrando l’indagine compiuta dall’Osservatorio Mediamonitor Minori/Children Mediawar del Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma. La ricerca, focalizzata sull’impatto e sul ruolo dei media in relazione ai processi infantili di decodifica e di attribuzione di significato agli eventi della guerra in Iraq, è stata condotta su un campione di bambini dei Comuni di Roma, Pescara, Chieti, Sala Consilina, Lecce e Mazara del Vallo. L’adozione di strumenti d’indagine qualitativa, come temi, disegni, questionari e focus group, ha permesso di delineare una lettura dello scenario relativo al rapporto fra universo minorile, informazione mediale e “guerra”, mettendo in luce il rapporto fra normalità ed eccezionalità della guerra in relazione alla fruizione mediale, oltre che le abitudini relazionali, comunicative e mediali dei più piccoli nei diversi contesti di socializzazione. Infine, l’epilogo accoglie una sintesi della ricerca diacronica (da prima dell’11 settembre fino al conflitto in Iraq) sul rapporto bambini/tv/guerra, che studia le nuove dinamiche comunicative della tv nel passaggio dalla funzione specificamente ludica e di intrattenimento a quella marcatamente informativa. I contributi di scrittori e giornalisti che osservano il rapporto tra i mezzi di comunicazione, la contemporaneità e la guerra in un’ottica interpretativo-immaginifica completano le diverse sezioni del volume. – MARIO MORCELLINI ………………………………………………………….. Saggi di Patrizia Adamoli, Massimo Ammaniti, Sabrina Barba, Annarita Bini, Giovanni Bollea, Giovanna Botteri, Ernesto Caffo, Matilde Callari Galli, Vincenzo Cerami, Andrea Cerase, Fausto Colombo, Ida Cortoni, Pietro Cusinato, Domenico De Masi, Franco Di Mare, Roberto Farnè, Barbara Forresi, Chiara Gamberale, Roberto Giannatelli, Pasquale Mallozzi, Nicoletta Martinelli, Michela Mastrodonato, Franco Mazza, Paola Minelli, Stefania Mordeglia, Anna Oliverio Ferraris, Pamela Pantano, Maria Rita Parsi, Sandro Petrone, Agata Piromallo Gambardella, Ennio Remondino, Giuseppe Saggese, Giovanni Scancarello, Fulvio Scaparro, Ugo Serra, Gabriella Simoni, Rossana Sisti, Simona Tirocchi, Maurizio Tucci
Editorial Review
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