Istruisce ma non educa

Educazione morale e pedagogia civile per formare cittadini competenti attivi e responsabili.

Perchè il rinnovamento della società ha bisogno di una scuola pubblica in grado di proporre un’educazione civile. Nel migliore dei casi la scuola istruisce, ma non educa: fornisce ai giovani nozioni e conoscenze, ma non sviluppa in loro la capacità di orientarsi in modo razionale e pluralistico sui valori morali e civili della vita individuale e di quella pubblica. In particolare, non forma cittadini competenti, attivi e responsabili. In questo senso, i modelli educativi del passato non sono più validi rispetto alle profonde trasformazioni della società globale, spesso afflitta da smarrimento morale e degrado civile, che ricadono sulle nuove generazioni e mortificano la speranza in un futuro migliore per loro e per la collettività. Per affrontare e risolvere la questione morale nella vita pubblica è necessario iniziare dalla formazione etico-civile dei giovani in generale, rilevando e valorizzando gli ideali che essi esprimono nei propri comportamenti e proponendo loro, con spirito dialettico e critico, i valori etici di una pedagogia della cittadinanza consapevole e vissuta non solo nella dimensione locale e nazionale, ma anche e sempre più in quella europea e mondiale, come portato del mondo globalizzato e di una cultura cosmopolita: un’educazione civile costruita con l’apporto di tutte le discipline fondamentali del curricolo, non solo quindi della tradizionale e fallimentare Educazione civica, diventata Cittadinanza e Costituzione con la riforma Gelmini. Di questa esigenza devono convincersi insegnanti e genitori, intellettuali e legislatori, a cominciare dagli studenti stessi, perché una buona educazione costituisce la cifra di una buona scuola e la condizione, quindi, di una buona cultura, di una buona società, di una buona economia e anche di una buona politica; è perciò una garanzia per le nuove generazioni, che sono chiamate a interrogarsi sulla propria formazione come condizione per saper progettare il futuro della propria vita e di una rinnovata società, radicato nel terreno di una feconda tensione morale e intriso di passione intellettuale e civile. Un terreno che giustifica il decalogo, qui proposto, dello studente etico: quello dotato di una intelligenza competente, sociale, partecipativa, locale, nazionale, europea, mondiale, digitale, bioetica e utopico-realista come riferimento globale per l’esercizio delle virtù civiche. Questo libro è rivolto a studenti, educatori, genitori e a tutti quei cittadini che sono consapevoli della carenza di una cultura dell’educazione e della necessità di superare le vecchie logiche della politica dell’istruzione e di un sistema formativo che nulla hanno a che fare con la costruzione delle competenze culturali e la promozione dei valori civili in una scuola a misura di futuro. Ciò perché nelle scelte culturali ed educative di oggi è in gioco il futuro delle nuove generazioni, che vogliono vivere da protagoniste l’inizio del nuovo secolo e del nuovo millennio, forti di una cultura dell’educazione incentrata sull’autonomia personale e sulla responsabilità verso gli altri e verso il mondo: una cultura educativa capace di trasformare il cinismo in civismo, di ridurre, quindi, il deficit di etica pubblica ed accrescere “la virtù dei cittadini”, coltivando la passione del conoscere e il piacere del vivere civile con lo sguardo rivolto al futuro, nella prospettiva di una società plurale segnata da scenari di ragionevole speranza nel rinnovamento della vita pubblica, ispirata dall’etica della solidarietà e orientata al bene comune. Insomma, nella transizione di secolo e di millennio che equivale a una svolta epocale e a un passaggio di civiltà, è sempre più necessario ragionare di educazione dei nuovi cittadini: di educazione etico-civile in particolare, perché senza il senso morale dei cittadini le comunità muoiono e le democrazie si corrompono.

 

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COD: 9788881017638 Categorie: ,

Anno di pubblicazione

2011

ISBN

978-88-8101-763-8

Numero Pagine

272

Autore

Deiana Giuseppe

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Editorial Review

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