Anno di pubblicazione | 2007 |
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Numero pagine | 2008 |
ISBN | 978-88-8101-423-1 |
Formato | Cartaceo |
Autore |
Seminara Fortunato |
Il vento nell’oliveto
Introduzione e nota al testo di Carmine Chiodo
Seminara come altri scrittori, Fenoglio, Calvino, Rigoni-
Stern, Lalla Romano, Tobino, Ottieri, la Ortese sono passati
per i “Gettoni” di Vittorini e ne rappresentano l’aspetto positivo:
erano allora gli scrittori nuovi, alcuni molto giovani, sicuramente
partecipi anche come uomini dei problemi del loro
tempo. Dopo la pubblicazione dei libri di Franco Lucentini (I
compagni sconosciuti), di Lalla Romano (La metamorfosi),
di Pietro Sissa (La banda di Döheren), di Marguerite Duras
(Una diga sul pacifico, traduzione di Giulia Veronesi) sono
stati pubblicati Il deserto della Libia di Mario Tobino e Il vento
nell’oliveto, apparso subito quest’ultimo, un libro più complesso
e importante. Dell’opera Elio Vittorini così scrive nella
presentazione: «Di Fortunato Seminara, calabrese residente
in Calabria, e uomo che, pur occupandosi di lettere, aiuta i
genitori contadini a piantare e a raccogliere, aveva avuto successo
alcuni anni fa un libro intitolato Le baracche. Innestato
sul vecchio tronco del romanzo paesano, era forse la prima
manifestazione italiana della nuova ondata di populismo che
ha preso il nome di neo-realismo. Poi Seminara non ha pubblicato
più nulla. E in questo momento che il neo-realismo
ripete i motivi ormai convenzionali su temi sempre più schematici
e sempre più velleitari, Seminara ritorna con un romanzo,
Il vento nell’oliveto, che riporta un po’ di spontaneità
e di equilibrio umano entro i limiti della tendenza.
Editorial Review
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