Anno di pubblicazione | 2006 |
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Numero pagine | 256 |
Collana | Saggistica |
Formato | Cartaceo |
ISBN | 978-88-8101-398-2 |
Autore |
Palmieri Christian |
Il ‘partito dei lavoratori’ di Crotone (1889-‘92)
Diversamente da quanto avveniva in altre regioni, in prevalenza in quelle settentrionali, interessate, negli anni di fine Ottocento, da un incipiente sviluppo capitalistico manifestatosi in coincidenza con la seconda rivoluzione industriale, in Calabria i primi propagatori dell’ideologia socialista ebbero a che fare con una realtà economica e sociale alquanto diversa, non interpretabile secondo i canoni propri della dottrina marxista. Di conseguenza, il partito, fondato a Genova nell’agosto del 1892 e costituitosi dalla fusione delle varie scuole di pensiero presenti nel panorama politico italiano (operaisti, socialisti, anarchici), se ha trovato nel Nord le sollecitazioni ideali per la sua maturazione sia nelle città e sia nelle campagne, nelle province calabresi, viceversa, in assenza del proletariato di fabbrica, a prendere le redini del nuovo movimento sono state alcune categorie di diversa estrazione sociale, appartenenti alla piccola e media borghesia (intellettuali, avvocati, artigiani, maestri). Principalmente, ad essere più pronti e più attivi sono stati gli avvocati, i quali, in virtù della benefica efficacia, impregnata, peraltro, di un marxismo mutuato dal cassinate Antonio Labriola e recepito nelle università meridionali, Napoli e Roma, dove insegnava il fior fiore dell’intelligenza politica italiana, avviarono una vivace divulgazione delle idee classiste. Animati, poi, dal bisogno di conoscere ed indagare l’ambiente circostante, tutti questi ceti avvertirono ulteriormente l’esigenza di operare qualche modifica, adattandola alla società calabrese, e di creare gli stimoli per riscattarla da un’angusta mentalità provinciale. Era questo dei primi adepti un socialismo prettamente urbano che si è dispiegato nell’ambito dei tre capoluoghi e degli altri centri più grandi della regione, ma non ha avuto che pochi legami con il mondo rurale, lasciato, in un primo lasso di tempo, al proselitismo dei cattolici, i quali non rimasero inattivi ma, nel giro di pochi anni, impiantarono nei casali gravitanti intorno a Cosenza una rete molto fitta di associazioni di vario genere. Solo negli anni immediatamente anteriori alla prima guerra mondiale, in specie nel crotonese, dove sussisteva una compatta contrapposizione tra bracciantato povero e proprietà latifondistica, i socialisti, rendendosi conto della impellente necessità di un allargamento verso l’universo contadino, superarono decisamente questo dualismo tra la città e la campagna.(continua…dall’introduzione di Giuseppe Masi)
Editorial Review
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