Anno di pubblicazione | 2003 |
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Numero pagine | 144 |
Formato | Cartaceo |
ISBN | 88-8101-170-0 |
Autore |
Sireno Umile |
Il lupo vegetariano e altre fiabe
Le fiabe di Umile Sireno sono accompagnate da tanti significati. Sono, quindi, multiple. Fiabe da intendersi, intanto, quali profondissimi cilindri di mago che in un gioco di “abracadabra” sanno regalare le magie più accattivanti e, ad un tempo, pensose, perché il cappello erutta storie tanto immaginifiche quanto ricche di pensieri nobilissimi. Fiaba, allora e ancora, come luogo e tempo dell’educazione in una prospettiva formativa che la trascende nella sua componente fantastica e la ricarica, come già le antichissime fiabe di Fedro ed Esopo, di contenuti solo apparentemente ludici. Ed è per questo motivo che in tre fiabe della raccolta viene proposta la centralità di un personaggio vecchio a voler sottolineare, nella scelta, l’importanza della sapienza senile al pari, stilisticamente, dell’importanza della fiaba antica. Quasi a dire che solo col capo volto al passato si può recuperare significatività di vita da intendersi come “profondità di.. sentire”. C’è questo nelle trame delle fiabe, ognuna delle quali gioca sulla forza d’urto che nasce a fronte della positività di comportamenti etici e morali che, a dirla tutta, sembrano non esistere più. È la farfalla della prima storia che insegna la necessità del rispetto dell’ambiente e la cura dei luoghi dove ci si trova a vivere. Così come ne- il lupo vegetariano si sfata il topos del lupo carnivoro e molesto che invece si trasforma in amico di un gregge di pecore e, in tal modo, l’apparente leggerezza della tramatura narrativa, lascia intravedere un altro ribaltamento di prospettive, l’uomo lupo all’altro uomo nella giungla dell’esistenza che è condizione ribaltabile. Le stelle cadenti insegnano ad avere fiducia in se stessi senza, tuttavia, smettere mai di guardare l’Alto che ci sovrasta e ci congloba con la sua magnificenza. La principessa guastafeste mostra le discrepanze che spesso si creano tra realtà e sogno, superabili solo a patto di calarsi appieno nella vita e toccare con mano il dolore e la sofferenza che sono fonte di conoscenza e approfondimento di se stessi e, quindi, di crescita. La fiera dei sogni si intesse dei sogni di Fortunato, che ha undici anni e il sogno grande di conoscere il padre creduto morto. E il sogno si fa desiderio, tenacia, orgoglio, sentire immenso, preghiera fino a diventare realtà. Fiaba, infine, come racconto di noi, della nostra esistenza, del nostro cuore.
Editorial Review
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