Anno di pubblicazione | 2021 |
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Numero pagine | 304 |
ISBN | 978-88-6822-988-7 |
Formato | Cartaceo |
Collana | Check-in |
Autore |
Mazza Fulvio |
Il Golpe Borghese Quarto Grado di Giudizio. Seconda edizione ampliata e aggiornata
La leadership di Gelli, il golpista Andreotti, i depistaggi della “Dottrina Maletti”
Esattamente 50 anni fa (nella notte fra il 7 e l’8 dicembre 1970), Junio Valerio Borghese mise in atto un colpo di Stato che è passato alla Storia come il “Golpe Borghese”.
L’azione eversiva si bloccò all’1,49 dell’8 dicembre quando diversi commandos erano già penetrati nel Ministero dell’Interno e altri stavano per mettere a segno tre ulteriori azioni cruciali: l’occupazione della Rai, il sequestro del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e l’assassinio del capo della Polizia Angelo Vicari.
La causa del blocco fu un perentorio “contrordine” emanato dallo stesso Borghese subito dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. Nei mesi successivi vennero avviate svogliate indagini che non portarono a nulla.
Il quadro cambiò quando un agente segreto del Sid, il capitano Antonio Labruna, aprì una nuova inchiesta riuscendo a scoprire mandanti ed esecutori. Produsse un “Malloppo documentario” che fu però censurato dal suo capo, il generale Gian Adelio Maletti, e dal ministro della Difesa, Giulio Andreotti. Il depistaggio andò in porto e la Cassazione sentenziò che il “Golpe” non era mai accaduto.
Questo libro, attraverso un “Quarto grado di giudizio”, ribalta siffatta “verità giudiziaria”.
Ciò è stato possibile grazie alla documentazione archivistica, spesso inedita, proveniente dal Sid, dalla Commissione parlamentare P2 e dalla Commissione parlamentare stragi.
Nel libro emergerà anche, con certezza documentaria, che gli Usa, in cambio del proprio appoggio, imposero a Borghese il nome di Andreotti quale premier del governo golpista. Emergerà altresì come Licio Gelli fu uno degli elementi di vertice del “Golpe” stesso.
Non tutto però è stato ancora acclarato. Fra i punti che verranno esposti in chiave non risolutiva, i principali riguardano la morte dello stesso Borghese, probabilmente assassinato, il rapimento dell’ex legionario della “Decima” Mauro De Mauro, che verosimilmente fu ucciso perché stava per svelare i rapporti fra i golpisti e la mafia, il ruolo di finanziatore svolto da Michele Sindona, la manomissione di un atto giudiziario e il “Piano antinsurrezionale” predisposto dai Carabinieri.
Nel libro si ragiona anche, dulcis in fundo, su chi indusse Borghese a emanare il “contrordine”: alcuni documenti conducono verso Andreotti, altri verso Gelli…
Editorial Review
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