Anno di pubblicazione | 2008 |
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Numero pagine | 184 |
ISBN | 978-88-8101-487-3 |
Formato | Cartaceo |
Autore |
Stancati Mario Lino |
Enzo Moscato Il Teatro del Profondo
“Noi viviamo in momenti, non in anni”.
Ecco ciò che di più tangibile e reale ho appreso da mio padre, e
che m’insegna ancora ogni giorno.
Ci sono dei momenti debilitanti che ognuno vorrebbe dimenticare,
oscurare per sempre. Ma dimenticare non è facoltà dell’uomo:
la mente – che poi è il corpo (de-mente) – non scorda nulla, e ogni
istante incide il suo graffio indelebile sul muro-foglio di quell’indecifrabile
graffito d’organo che soliamo chiamare mente. Allora
non resta che nascondere, allontanare, sotterrare, ricoprire il vuoto,
così come il loto ha molti petali a proteggere il suo cuore, o, meno
romanticamente, come i mille veli fascianti l’aroma della cipolla.
E questi veli delicati, questi petali bianchi non sono altro, e quale
altro, che i momenti ri-creativi, ri-animativi e luminosi da opporre,
da sovrapporre al buio. Per oscurare il nero non servono altri colori,
bensì la luce, la forza/slancio della vita, la bellezza.
Uno di questi momenti davvero resistenti e vivifici è stato per me
l’incontro con Enzo Moscato. Un incontro molto lento, articolato e
curioso. Fu la cara prof.ssa Valentina Valentini, con la quale decisi
d’affrontare la mia tesi di laurea in DAMS, a parlarmi per la prima
volta del soggetto Moscato.
Editorial Review
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