Uno sguardo al cielo

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Perché osservare il cielo stellato? Cosa è una costellazione e quali storie ci tramanda? Come ci si orienta usando gli astri? È facile distinguere un pianeta da una stella?
Se vi è capitato di alzare gli occhi verso le “luminose”, in una bella notte limpida, e nella vostra mente sono affiorati e riecheggiano simili interrogativi, allora questo è il libro che state cercando! Qui troverete delle risposte.
Il testo, scritto in maniera sintetica e fruibile, vuole essere il davanzale di una finestra che guarda al firmamento, e fornire elementi utili per un primo approccio (e non solo) verso alcuni dei tanti aspetti che ci può offrire la pratica dell’astronomia visiva: una delle esperienze più affascinanti che gli esseri umani possano compiere.

7,9915,00
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Urlare la libertà

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Pier Paolo Pasolini, «poeta dello scandalo», è stato un uomo e un intellettuale  libero, che seguiva il filo di un suo pensiero e si muoveva fuori dai recinti, all’epoca esistenti e oggi rimossi per lasciare il posto ad un pensiero sonnacchioso e inconsistente. Questa sua libertà l’ha urlata in versi bellissimi, rappresentativi e fortemente suggestivi: Sui miei compagni disoccupati / Su tutti i popoli schiavi del mondo / scrivo il tuo nome: / Libertà; Se non si grida evviva la libertà con amore / non si grida evviva la libertà, e in pagine critiche e polemiche graffianti e urticanti su temi scottanti come lo stragismo, il consumismo, la televisione, i rapporti tra borghesia e potere politico e persino sulla crisi della Chiesa.
L’urlo di libertà ha attirato sul poeta l’ostilità, e talvolta il disprezzo, di intellettuali, politici, giornalisti e gente comune, ma Pasolini non si preoccupò delle critiche e restò «coerente proprio nella sua incoerenza. La coerenza non riguarda i comportamenti, ma i valori che li generano.
Pasolini, intellettuale scomodo perché libero, ha avuto il coraggio di andare controcorrente, persino di scandalizzare i moralisti, per scuotere le coscienze di un’Italia troppo soggiogata dai media e dal malaffare. In definitiva, un “provocatore” e combattente di battaglie, spesso, senza vittorie.

6,9912,99
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Verso Emmaus

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“Il desiderio che si compie, e un andare che si rinnova per tanti e tanti anni. E ogni volta incontri, ed emozioni sempre nuove, e scoperte, e il ritornare a quei pomeriggi d’infanzia nella bottega di mio padre che con il suo raccontare accese quel desiderio.
E di ogni viaggio conservo ricordi, emozioni, disavventure, appunti, pagine di diario, volti e luoghi; e su tutto il Suo andare, le sue mani, il suo sguardo dolce e penetrante, e la voce del Maestro, e gli olivi di Galilea, e il deserto arido di Giuda, e l’acqua calda del mare, e il pianto di Pietro… e la gioia di Magdalena, e lo stupore di Maria…appunti di un diario sempre aperto, il viaggio si rinnova da anni, ed anche un antico quaderno di appunti avuto tra le mani …”.

“Verso Emmaus” è un diario essenzialmente di carattere culturale e spirituale sui viaggi compiuti e guidati in Terra Santa nel corso degli anni. Un libro, dove il pastore di anime ha annotato e commentato impressioni, fatti, avvenimenti, ricordi e considerazioni, con la sapienza del padre e l’animo del poeta che si è ispirato dai luoghi santi.
Il libro è molto di più di un semplice diario di viaggio, come, con modestia, l’autore desidera definirlo. A mano a mano che il lettore si addentra nella narrazione, si rende conto che il “reportage spirituale” di don Rosario, assume i contorni di un “diario dell’anima”…

Domenico Nunnari

L’originalità di questo “diario” è quella di non soffermarsi tanto sulla descrizione dei luoghi vissuti come “pietre del passato” ma come “pietre vive del presente”,  come ad esempio l’esperienza dell’incontro a Cana di uno sposalizio descritto con dovizia di particolari. Nell’incontrare le comunità e le persone che vivono oggi in Terra Santa l’autore le vede con gli occhi di Gesù…

Mons. Liberio Andreatta

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Vetri d’anima

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Ci sono le emozioni in questi versi di Anna Francesca La Rosa.

Intense. Potenti. Totali.

Quelle che graffiano l’anima come “schegge di vetro” e la fanno sanguinare.

Ed è proprio per questo che i versi sono palpitanti e pulsanti.

5,9910,00
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Vicolo cieco

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Nel decennio immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale l’atmosfera provinciale e tranquilla di una città del Sud Italia viene turbata da un fatto di cronaca, la morte improvvisa ed inspiegabile di una giovane signora paraplegica.
L’Ispettore Pietro Riccio sospetta trattarsi di omicidio ma non ha prove per sostenere la sua intuizione.
Prima di arrendersi e dichiarare chiusa l’inchiesta per morte naturale, con caparbietà riuscirà a dimostrare che il suo presentimento ha un fondamento.
Inizialmente, però, sarà indotto a dichiarare colpevole la persona sbagliata fino a quando, per caso, verrà a conoscenza della verità e il disegno diabolico di chi ha ordito un atroce delitto verrà scoperto.
Un giallo ambientato negli anni cinquanta che trova la sua ispirazione nei ricordi di un fanciullo che forse si è trovato nella situazione di essere involontario testimone di un omicidio

4,9914,00
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Virale.Il presente al tempo dell’epidemia

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La pandemia di Coronavirus ha scoperchiato il vaso di Pandora del nostro tempo presente, facendo emergere riflessioni e interrogativi che sembrano mettere in questione le forme di vita che fino a ieri davamo per scontate come individui e come comunità.

Qual è il rapporto tra l’essere umano e il suo ambiente? Quale forma assume il potere nelle sue manifestazioni eccezionali? Qual è il ruolo dei media in quella che è la prima emergenza su scala globale del mondo iperconnesso in rete? Come possiamo costruire la relazione con gli altri nelle forme del distanziamento? L’immaginario, distopico e non, aveva in qualche modo previsto il nostro presente?

Questo volume raccoglie i contributi di studiosi, italiani e internazionali, pubblicati sulla rivista “Fata Morgana Web”, e restituisce una riflessione che si è articolata nel tempo sospeso dell’emergenza, dando forma alle questioni della vita sociale e comunitaria, politica e mediale, che riguardano il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro.

Scritti di: Olimpia Affuso, Pierandrea Amato, Paulo Barone, Marcello Walter Bruno, Gianni Canova, Alessandro Cappabianca, Mauro Carbone, Dario Cecchi, Francesco Ceraolo, Alessia Cervini, Felice Cimatti, Roberto De Gaetano, Daniele Dottorini, Roberto Esposito, Ruggero Eugeni, Manuela Fraire, Richard Grusin, Andrea Inzerillo, Nidesh Lawtoo, Federico Leoni, Angela Maiello, Caterina Martino, Tommaso Matano, Marco Pedroni, Chiara Scarlato, Emidio Spinelli, Tommaso Tuppini.

9,9920,00
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Vita e opere dello scrittore raccujese Rinaldo Bonnano

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Tra la fine del secolo XV e l’inizio del successivo Messina è una città portuale aperta sia agli scambi commerciali come anche a quelli artistico-culturali e, nel contesto isolano, occupa un ruolo di guida insieme a Palermo. La floridezza economica e culturale della città indubbiamente favorisce anche l’accoglimento di quelle novità che altrove si erano consolidate nel campo artistico.
In tale periodo infatti, accanto al linguaggio tardogotico, si afferma il classicismo, importato dai marmorari che provenivano dall’Italia centro-settentrionale e si ha come conseguenza che il Nord-Est della Sicilia vive la sua “rinascenza” artistica attraverso l’opera di alcuni architetti, scultori e pittori che con la loro operosità abbellirono chiese, cappelle, altari, portali, monumenti funebri, e tant’altro della sfera estetica. È sufficiente ricordare la presenza a Messina e a Catania di numerosi artisti di origine lombarda o toscana, come Giorgio da Milano, Andrea Mancino, Domenico Pellegrino, Gabriele Battista, ma anche Antonello Gagini e, un po’ più tardi, Giovan Battista Mazzolo, i quali portano con loro l’esperienza tardogotica e quella recente legata alla vena artistica rinascimentale.
Assistiamo così ai lavori del duomo di Messina, alla fornitura di innumerevoli statue, all’erezione di portali in pietra locale o in marmo e a edifici di influsso gotico con finestre bifore o trifore archiacute, come, ad esempio, i palazzi Corvaja e Ciampoli di Taormina o il palazzo Clarentano di Randazzo, nei quali, non escludendone altri costruiti fino agli anni trenta-quaranta del Cinquecento, è possibile individuare la coesistenza di linguaggi artistici differenti, che tuttavia agiscono in modo parallelo sotto forma di sperimentazione, di intrecci tra la cultura artistica tradizionale e quella classica…. (continua)

7,9915,00
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Vittime di mafia

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Se la ’ndrangheta pensava (attraverso l’autobomba che ne ridusse a brandelli irriconoscibili le carni) di cancellare dalla memoria della storia Gennaro Musella, si sbagliava di grosso! A trent’anni dalla sua morte, egli è ancora qui, accanto a noi, ad indicarci, con il suo esempio, la strada da seguire.
Diceva Milan Kundera: “La lotta dell’uomo contro il potere, è la lotta della memoria contro l’oblio”.
Ma il non dimenticare deve oggi servire a non rendere vana la sua morte ed a costruire sulle basi della memoria il nostro futuro e quello della Calabria, dell’Italia tutta…
L’esempio di Gennaro Musella non può che costituire un punto di riferimento valido per gli imprenditori di oggi, per i cittadini e per i giovani…
La memoria dei fatti, puntualmente ricostruiti da questo libro, deve costituire un segnale chiaro e forte di cambiamento, di rinascita, di riscossa morale e sociale…
Sconfiggiamo l’atavica rassegnazione, la neutralità, l’indifferenza che ancora albergano diffusamente in queste terre: la storia, la vita, il sacrificio di Gennaro Musella deve rimanere in eterno come un monito alle coscienze di tutti gli italiani.

8,4916,00
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Vittime e ribelli

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Non si può capire la particolare natura della ’ndrangheta, se non si comprende il ruolo delle donne. Un importante aspetto che Umberto Ursetta riesce a cogliere con questo libro che va ad aggiungersi nella storiografia sulla ’ndrangheta a un altro testo fondamentale, quello di Renate Siebert. Ursetta, una vita a insegnare diritto, ricostruisce in modo scrupoloso fatti, circostanze, indagini e processi. Quello che ha scritto è un libro di cui si sentiva il bisogno e che merita di essere letto.

http://da Lea Garofalo a Giuseppina Pesce

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Volevo essere Bogart

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William Profeta, giovane stella del cinema e delle serie televisive, nonché idolo degli adolescenti, scompare in circostanze misteriose dal Caliban Hospital di Los Angeles. Unico indizio: uno strano messaggio d’addio scritto sul cuscino con un rossetto rosso cremisi…
Un terribile incidente sul set gli ha sfigurato il volto e da quel giorno è costretto a combattere contro demoni interiori che non gli concedono un attimo di tregua. Inquietanti visioni lo perseguitano. Mentre è vittima di questo calvario psicologico, si prepara ad interpretare il ruolo che fu di Humphrey Bogart nel remake del film IN A LONELY PLACE (1950), uno dei capolavori del regista Nicholas Ray. William studia la sua parte con una dedizione maniacale che lo porterà a vivere il confronto con il mitico attore del passato come una vera e propria ossessione…
Una storia nella storia, densa di suspense, romanticismo e poesia, che omaggia la stagione d’oro del Noir e un’icona indimenticabile del cinema americano come appunto “Bogie”. Nel suo romanzo d’esordio, Diego Mondella si misura con un genere classico come quello della Hollywood novel, offrendone però una rivisitazione assolutamente personale.

6,9914,00
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Zibaldone Norvegico

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«Scelsi la poesia lasciando perdere tutto il resto, vivo in Norvegia dal 1957, la mia lingua quotidiana è il norvegese, la lingua italiana l’ho adoperata completamente per scrivere. Il vangelo adoperato come poetica. Mia moglie ha avuto quattro figli avendo una vagina particolarmente esplosiva, dopo lavorato in fabbrica mi rinchiudevo in una cameretta e mi preoccupavo solo della scrittura … il sottoscritto poeta è tanto delinquente che se la ride di tutto il nostro male … Corpi di reato reperibili: Poesie blasferiche e tutte sgraffigniate».

Se c’è una cosa che più di tutte è riuscita a Luigi Di Ruscio è mettere in difficoltà non solo i suoi lettori, ma anche i critici, persino gli studiosi che più di altri lo hanno sostenuto e apprezzato … Come capita in tutti gli autori classici ha continuato a scrivere sempre lo stesso libro approfondendo gli identici temi.
ANGELO FERRACUTI

Di Ruscio è stato il poeta ruzzante di un corpo titanico mai separato dalla vertigine dell’anima e dalla materiale quotidianità dell’esserci per la vita, fino alla morte. La sua ostinazione etico-politica, il suo comunismo fragorosamente poe- tico, unito alla sua olimpica trascuratezza per le strategie letterarie, hanno fatto il resto.
MAURO F. MINERVINO

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Prefazione di Angelo Ferracuti
(Nota di Mauro F. Minervino)[koo_icon name="undefined" color="" size=""]


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