Benjamin il cinema e i media
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“Trasferire piante dal giardino dell’arte alla terra straniera del sapere, per poter individuare i piccoli cambiamenti di colore e di forma che in tal modo si manifestano. La cosa più importante è la delicatezza nell’afferrare, la cautela con cui l’opera viene rimossa con le sue radici, che poi vanno ad arricchire il terreno del sapere. Il resto viene da sé, poiché nell’opera stessa sono contenuti quei pregi che dovrebbero chiamarsi critica nel soli senso più alto” (Walter Benjamin) – scritti di Theodor W. Adorno, Marcello Walter Bruno, Vincenzo Cuomo, Monica Dall’Asta, Roberto De Gaetano, Daniele Dottorini, Paolo Jedlowski, Suzanne Liandrat-Guigues, Bruno Roberti
Fata Morgana 44 – Finzione
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Il numero 44 di “Fata Morgana” è dedicato al tema della Finzione. Il numero si apre con una conversazione, a cura di Luca Bandirali e Pietro Masciullo, con il grande regista francese Olivier Assayas, autori di film quali L’eau froide, Irma Vep, Qualcosa nell’aria e dei più recenti Sils Maria, Personal Shopper, Wasp Network e di una serie come Carlos, che hanno al centro il rapporto tra messa in scena e verità anche in rapporto al nostro universo mediale. All’interno del volume si trovano poi saggi che declinano il tema in rapporto ad autori e film importanti della classicità e della contemporaneità: da Ingmar Bergman a Michael Haneke, da Jacques Demy ad Alfonso Cuarón, da Orson Welles a Hong Sang-soo.
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Fata Morgana 45 – Paesaggio
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Il numero 45 di “Fata Morgana” è dedicato al tema del Paesaggio. Il numero si apre con una conversazione con il regista Michelangelo Frammartino, a cura di Daniele Dottorini. Il cinema di Frammartino è anche al centro del saggio di Roberto De Gaetano contenuto nel volume, che insieme ad altri contributi articolano il tema del paesaggio in rapporto ad autori e film diversi: da Vittorio De Seta a Luigi Di Gianni, da Agnès Varda a Luigi Ghirri e Gianni Celati, da Frantic di Roman Polanski a Verso il sole di Michael Cimino a Quo vado? di Checco Zalone.
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Fata Morgana 46 – Biografico
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Il numero 46 di “Fata Morgana” è dedicato al tema del Biografico. Il numero si apre con una conversazione con la regista Susanna Nicchiarelli, a cura di Roberto De Gaetano. La recente proliferazione di opere di carattere biografico ha mostrato come raccontare la vita sia un’esigenza trasversale alle culture e alle forme di espressione, cinema e letteratura su tutte. Questo numero ne dà conto declinando il tema attraverso prospettive, autori e cinematografie diverse: dal cinema italiano contemporaneo ai biopic musicali americani alla fotografia a un film come American Sniper di Clint Eastwood.
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Fata Morgana 47 – Voce
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Il numero 47 di “Fata Morgana” è dedicato al tema “Voce”. Il numero si apre con una conversazione, a cura di Alma Mileto, con la grande poetessa Mariangela Gualtieri. Se nel nostro presente ad essere preponderante è un “visuale” che stordisce lo spettatore fino a prosciugarne attenzione e prestazioni intellettuali, la voce ricostruisce e preserva una dimensione dell’“indicibile” e dell’“immaginabile” grazie alla sua disintegrazione del corpo e alla sua ricerca continua di un’ulteriore “alterità” da innestare nella narrazione.
All’interno del volume si trovano saggi che declinano il tema in rapporto ad autori e film importanti dalla classicità alla modernità fino alla contemporaneità: da Playtime di Tati a La rabbia di Pasolini, da Il sogno della farfalla di Bellocchio a Kill Bill di Tarantino al cinema di Alice Rohrwacher, Chantal Arkeman e Agnès Varda.
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Fata morgana 48 – Rete
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Il numero 48 di “Fata Morgana” è dedicato al tema “Rete”. Il numero si apre con una conversazione con il filosofo Pietro Montani, a cura di Angela Maiello.
Nata alla fine degli anni Sessanta come strumento per l’intelligence militare, la Rete è diventata il dispositivo attraverso cui si sono ridefiniti gli spazi pubblici e privati, la velocità e i modi di trasmissione delle informazioni, le modalità di produzione e circolazione del sapere, trasformando radicalmente non soltanto l’ambito della comunicazione ma le forme stesse dell’esperienza. Dinanzi a questa innovazione tecnologica e alle sue conseguenze, molteplici sono stati gli sforzi, creativi e riflessivi, per pensare il nuovo mondo e progettarne le forme di vita.
All’interno del volume si trovano saggi che indagano il tema secondo prospettive, autori e opere diverse: dal rapporto tra rete e movimenti di protesta (quella iraniana, per esempio) a una serie televisiva come Black Mirror al recente film di Steven Soderbergh, Kimi.
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Fata morgana 49 – Corpo
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Il numero 49 di “Fata Morgana” è dedicato al tema “Corpo”. Il numero si apre con una conversazione con due artisti di cinema, teatro e televisione Antonio Rezza e Flavia Mastrella, a cura di Alessia Cervini e Andrea Inzerillo.
Il cinema, così come altre arti visive, è partito dalla rappresentazione del corpo per riflettere sull’identità personale e su quella della rappresentazione, sulla dimensione performativa e politica della sessualità maschile e femminile, nonché sui regimi della corporeità spettatoriale (a partire da quello “immersivo”). Su queste e altre riflessioni sul tema in oggetto, all’interno del volume si trovano saggi che indagano il Corpo secondo prospettive, autori e opere diverse: dal corpo in Pier Paolo Pasolini a quello degli eroi della Marvel, dalla riflessione su una cineasta della modernità come Agnès Varda a quella di Brian Yuzna e Ulrich Seidl.
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Fata morgana 50 – Estremo oriente
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Il n. 50 di Fata Morgana è un numero speciale dedicato a una delle cinematografie più influenti della cinematografia mondiale, quella dell’Estremo Oriente. Dopo aver dedicato gli altri fascicoli speciali all’Italia (n. 30) e agli Stati Uniti (n. 40), Fata Morgana con il suo terzo numero speciale ha scelto di prendere in considerazione il cinema di cinque importanti nazioni: Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Taiwan.
Il fascicolo, nella sua prima parte, ospita contributi di autori nazionali e internazionali su alcuni dei film più significativi della tradizione cinematografica asiatica: da Il tempo del raccolto del grano di Ozu (Dario Tomasi) a Lanterne rosse di Zhang Yimou (Marco Dalla Gassa), da Millennium Mambo di Hou Hsiao-hsien (Daniele Dottorini) a La samaritana di Kim Ki-duk (Andrea Bellavita), da Yi Yi di Edward Yang (Pietro Masciullo) a 2046 di Wong Kar-wai (Nathalie Bittinger) ad Obaltan di Yu Hyun-mok (Antoine Coppola), e così via.
Nella seconda parte registi, critici, direttori di festival hanno indicato il proprio film preferito dell’Estremo Oriente: Adriano Aprà, Luca Bandirali, Alberto Barbera, Carlo Chatrian, Pedro Costa, Roberto De Gaetano, Leonardo Di Costanzo, Massimo Fusillo, Amos Gitai, Emanuela Martini,
Roy Menarini, Paolo Mereghetti, Amir Naderi, Giona A. Nazzaro, Bruno Roberti, Paul Schrader, Roberto Silvestri, Claire Simon, Shin’ya Tsukamoto, Wim Wenders, sono i nomi di chi ha partecipato al volume.
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Fata morgana 51 – Prassi
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Il numero 51 di “Fata Morgana” è dedicato al tema “Prassi”. Il numero si apre con una conversazione con il filosofo e attivista politico Franco Bifo Berardi, a cura di Alessandro Calefati. Che cos’à la prassi? Il termine è uno dei più polisemici della tradizione culturale occidentale: pratica, abitudine, uso, consuetudine, rito, ma anche esercizio, esperienza, azione, opera. Il XX secolo è il secolo in cui il problema della prassi ha affondato maggiormente le proprie radici, vedendo l’imporsi di due generi di esperienza affatto diverse che, in maniera spesso intrecciata, hanno portato su di sé il sigillo di un simile genere di attività formativa: l’esperienza rivoluzionaria e quella cinematografica. Il numero, che contiene tra gli altri contributi di autori come Pietro Montani, Alberto Abruzzese, Gianluca Solla e Roberto De Gaetano, indaga il tema da prospettive e film diversi: dalla prassi sportiva a quella della scrittura, dal gesto in Vermeer al cinema di Ozu, Agnès Varda e Harun Farocki.
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Fata morgana 52- Storia
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Il numero 52 di “Fata Morgana” è dedicato al tema “Storia”. Il numero si apre con una conversazione con uno dei registi italiani contemporanei più apprezzati a livello internazionale, Pietro Marcello, a cura di Alma Mileto. I contributi che compongono il fascicolo declinano il tema secondo prospettive e ambiti diversi, spaziando dall’America tra geografia e mito (Roberto De Gaetano), all’azione rivoluzionaria del cinema italiano del neorealismo (Fabio Andreazza), dall’analisi del cortometraggio di animazione La lunga calza verde di Roberto Gavioli su soggetto di Zavattini, realizzato in occasione del centenario dell’Unità d’Italia (Christian Uva), alla Nouvelle Vague (Marco Grosoli) al cinema sovietico (Alessio Scarlato) all’attualità di La corazzata Potëmkin di Ejzenštejn (Giuseppe Previtali). Fanno inoltre parte del numero interventi sul cinema di Edgar Reitz, su Radu Jude e su film e serie tv recenti.
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Fata Morgana Web 2020
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Da Miss Marx a Undine, da Favolacce a Tenet, agli ultimi film di Clint Eastwood, Gianni Amelio e Woody Allen, a speciali dedicati a Rohmer e Felleni e al cinema di animazione, a serie televisive come La casa di carta e Babylon Berlin, fino omaggi a figure come Max Weber, Georg Simmel, Eduard Limonov e Bernard Stiegler, questo volume racconta tutto ciò che di importante è apparso sugli schermi del cinema e nelle nostre librerie nell’ultimo anno.
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Il paesaggio degli autori
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Il paesaggio è una invenzione della modernità, e il cinema è l’arte che lo ha saputo meglio reinventare, oltre le codificazioni di genere della tradizione pittorica. In questa reinvenzione, il paesaggio meridiano ha svolto un ruolo particolare perché ha saputo catalizzare un immaginario, connesso da un lato al tempo disteso ed inoperoso della vacanza, dall’altro alla poesia della ritualità e della festa. Ma com’è stato raccontato il paesaggio meridiano nel nostro cinema? Con quali immagini e attraverso quali storie si è creato un racconto del Sud Italia? Gli autori del libro ripercorrono le immagini cinematografiche del paesaggio meridiano, attraverso i registi e i film che meglio lo hanno raccontato: dai documentari di Vittorio De Seta, Luigi Di Gianni e Cecilia Mangini ai classici del cinema italiano come Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe De Santis. Mettendo in dialogo le opere più conosciute come quelle di Michele Gandin, Gianfranco Mingozzi, Florestano Vancini, e riscoprendo autori meno noti come Ugo Saitta, Mario Gallo, Elio Ruffo, il libro arriva ad interrogare anche le recenti opere di Jonas Carpignano, Emanuele Crialese e Niccolò Ammaniti per mostrare l’eco nell’immagine contemporanea di una memoria condivisa del Sud che il cinema ha saputo e continua a saper raccontare, configurandosi come uno strumento decisivo per ripensare l’immaginario meridiano.