Anno di pubblicazione | 2010 |
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Numero pagine | 366 |
ISBN | 978-88-8101-693-8 |
ISBN ebook | 978-88-6822-044-0 |
Formato | Cartaceo, eBook (epub) |
Autore |
Curcio Peppino |
Ciccilla
La storia della brigantessa Maria Oliverio, del brigante Pietro Monaco e della sua comitiva.
Il brigantaggio fu guerra civile? Oppure una reazione alla conquista del Sud da parte dei Mille di Garibaldi e, quindi, una conseguenza, nefasta e negativa, della guerra per la nostra indipendenza nazionale? Sono punti di vista differenti che partono da presupposti e sistemi di valori diversi, che hanno influenzato e influenzano grandemente le interpretazioni dei fatti, ma sono due facce della stessa medaglia.
Il libro si inserisce in questo contesto, offrendo un terzo elemento di analisi. Non più lotta filo-borbonica contro gli stranieri invasori o lotta per l’Italia unita contro la reazione borbonica, ma il tentativo da parte di un gruppo organizzato di banditi o briganti di imporre la propria egemonia nell’uso della forza in concorrenza con quella del potere costituito in un ambito territoriale limitato a gran parte dei paesi presilani e al territorio della Sila, in Calabria.
Pietro Monaco e Maria Oliverio sono stati al centro dell’attenzione di importanti studiosi e letterati come Nicola Misasi (scrittore verista cosentino) e Vincenzo Padula (sacerdote, patriota e scrittore. Contemporaneo dei due briganti). Il primo, nel suo romanzo La Magna Sila scritto nel 1883, racconta la vicenda di Maria Oliverio all’apertura del libro; il secondo, sul suo giornale, Il Bruzio, scrive del brigante Monaco in diversi trafiletti, nonostante fosse già morto quando il giornale iniziò le sue pubblicazioni. L’eco delle gesta di Monaco fu argomento di molti suoi articoli. Giuliano Manacorda, nel 1981, alla fine gli anni di piombo, riprendendo gli scritti di Padula paragona, arditamente, i briganti, compreso Pietro Monaco, alle Brigate Rosse.
Il libro si compone di 4 capitoli.
Il primo ricostruisce le vicende dei due briganti e approfondisce il Processo a Maria Oliverio per l’assassinio della sorella Teresa. Partendo dall’affermazione di Dumas nel primo capitolo del suo racconto quando scrive che Pietro Monaco “…combattè a Capua con tanto coraggio che fu nominato sottotenente …”; si cerca di capire come si “intreccia” la sua storia con quella dei Mille e in che modo Pietro Monaco fu coinvolto nel passaggio di Garibaldi da Cosenza.
Il secondo capitolo si sofferma sui maggiori delitti di Pietro Monaco e si conclude con una tabella riassuntiva dei delitti di cui si è avuta traccia nei processi o nei diversi documenti esaminati.
Il terzo capitolo approfondisce l’azione più ardita del brigante: il rapimento di nove persone e il conseguente interesse che suscita in Alexandre Dumas. Inoltre, ricostruisce gli ultimi giorni di vita del brigante seguendo un lungo rapporto che il generale Giuseppe Sirtori presenta al Ministro degli Interni dell’epoca.
Il quarto capitolo, ricostruisce i momenti della cattura di Maria Oliverio riprendendo la trascrizione delle udienze del suo processo. La cattura avvenne il 9 febbraio del 1864 dopo due giorni di conflitto.
Editorial Review
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