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Civilizzare il capitalismo

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Un tempo di  forte crisi quello attuale.
Da qui nasce il libro Civilizzare il capitalismo, che, dopo aver analizzato le cause che hanno portato all’instabilità del nostro tempo, dichiara subito i temi della narrazione: la globalizzazione, la politica e la religione.
La globalizzazione – marxianamente intesa – è un fenomeno ineluttabile e di progresso e perciò ben diversa dal capitalismo in quanto tale. Di conseguenza, la sinistra non dovrà misurarsi dialetticamente con la globalizzazione ma con il capitalismo che, pur nelle sue periodiche metamorfosi, rimane l’avversario storico.
E qui  il secondo caposaldo del libro: quale sinistra dovrà svolgere questo decisivo ruolo?
L’Autore non sembra nutrire dubbi e rilancia con forza  il ritorno della politica alta e della socialdemocrazia in particolare, che ha dimostrato di saper “civilizzare” il capitalismo, creando in Europa il migliore modello di tutela sociale fino ad oggi conosciuto (il c.s. Welfare State).
La politica – dichiara l’Autore – in questi ultimi decenni è stata marginalizzata dalle potenti lobby economiche e perciò lancia la sfida per riportare la politica al centro delle decisioni che riguardano i destini dell’Europa, prima che sia seppellita dal crollo di secolari certezze. Tuttavia, per risalire la china della crisi morale e per ridimensionare lo strapotere dell’oligarchico governo europeo, il solo recupero della socialdemocrazia potrebbe rivelarsi insufficiente. Da questa considerazione nasce l’idea di associare all’azione politica l’elemento religioso.
Apparentemente riaprire la questione religiosa nella laica Europa, potrebbe apparire un’operazione obsoleta ma, spingendosi oltre il laico conformismo occidentale, l’Autore fa propria la svolta impressa da papa Francesco che ha rilanciato il ruolo politico della Chiesa, nel tentativo concreto di riposizionare il pendolo delle scelte economiche, sui quei valori etici che hanno sempre avuto al centro l’uomo.
Le tesi, per certi versi ardite, esposte nel libro potrebbero sembrare
delle suggestioni letterarie, un’eresia o un’utopia. Forse.

7,9915,00
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Clint Eastwood

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Un nuovo libro su un autore classico. Un libro che affronta in forma imprevista e sorprendente uno dei grandi registi del cinema contemporaneo: Clint Eastwood. Il volume, pubblicato da Pellegrini Editore e curato da Alessandro Canadè e Alessia Cervini, è introdotto da Roberto De Gaetano, che presenta l’articolazione del volume (il primo della serie “Nomi Propri” all’interno della Collana “Frontiere”) costruito come un lessico tematico con saggi su “Adozione” “Amicizia” “Icona” “Inattuale” “Perseveranza” “Icona” “Incarnazione” “Fantasma” “Tragico”, con contributi tra gli altri di Marcello Walter Bruno, Daniele Dottorini, Alessandra Azzali, Luca Venzi, Bruno Roberti, Alessandro Cappabianca.

Quello che ne esce è l’immagine nuova di un autore, guardato sotto il filtro di prospettive eterogenee ma integrate (che giungono fino al suo ultimo film “J. Edgar”), capaci di collocarsi oltre le  più usuali etichette, che fanno di Eastwood e del suo cinema uno dei luoghi più intensi per pensare le forme di esistenza nella contemporaneità. Come dice De Gaetano nell’Introduzione: «Eastwood in un esercizio di tessitura simbolica dell’immaginario classico, che ne spiega la sua “inattualità”, ci fa vedere all’opera il costituirsi o il dissolversi di un soggetto alle prese con la vita colta nei momenti che mettono alla prova, e dunque che mettono in condizione il soggetto di cambiare o perdersi, fino a morire».

4,9918,00
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Cocaina S.p.A.

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Dal Sud America agli Usa, dall’Africa all’Europa, dall’Asia all’Oceania, le rotte e i profitti dell’industria della polvere bianca. Storie di trafficanti, uomini d’affari, spacciatori e consumatori della regina delle droghe, che intossica milioni di persone, arricchisce le mafie e inquina il pianeta. Datele il soprannome che preferite: polvere d`angelo, bamba, cocco, barella, bonza, piscia di gatto, neve… Ma tenete bene a mente una cosa. Con qualsiasi nome la si chiami, non c`è dubbio, negli ultimi anni la regina delle droghe è diventata lei: la COCAINA. Secondo l’Onu, ne fanno uso almeno 21 milioni di persone nel mondo, 13 in Europa, 1 milione in Italia. Ma il numero totale dei consumatori cresce di continuo, in parallelo col calare del prezzo della singola dose: da sfizio costoso per le voglie dei ricchi, la polvere bianca è ormai alla portata di tutte le tasche, tanto che a Roma e Milano si vendono ormai dosi a 10-15 euro per i ragazzini. In tutto il pianeta, il giro d’affari della vendita all’ingrosso e dello spaccio minuto frutta alla Cocaina S.p.A. quasi 500 miliardi di dollari l’anno, da spartire nella trafila che va dai campesinos ai chimici, dai broker ai corrieri, fino ai pusher che vendono a folle di clienti inconsapevoli. Un boom di mercato, ma a caro prezzo: criminalità, inquinamento ambientale, corruzione, riciclaggio, terrorismo, stragi, colpi di Stato. Nel 1989, nella turbolenta Colombia di Pablo Escobar, il narcotraffico causò migliaia di vittime. Oggi gli eredi di don Pablo risiedono in Messico, dove in due anni sono state uccise oltre 13.000 persone, in una narcoguerra che ha innescato l’intervento dell’amministrazione degli Usa, guidata da Barack Obama. Nel frattempo, la valanga di neve si è mossa dalle piazze di spaccio del Sud e del Nord America, anche grazie al trampolino offerto dalle mafie italiane. Ha colonizzato l’Africa occidentale, la si può respirare nell’aria delle città europee, ha contaminato l’Australia e si appresta a sbarcare perfino in Cina, dove l’attendono frementi altri milioni di individui, ansiosi di scoprire se davvero l’ingresso nel reame sfavillante del capitalismo possa passare attraverso una narice.

5,9920,00
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Codice quazel

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Codice Quazel non è un libro di fantascienza, né tantomeno si sviluppa sugli intrecci misteriosi tra storia e religione. È un libro che intende, invece, provare a spiegare ai ragazzi il diritto e le regole della società, attraverso il racconto di una storia fantastica nella quale non mancano i colpi di scena e i sentimenti. Un inno al rispetto reciproco tra culture diverse e distanti che alterna momenti delicati e commoventi a tenere esaltazioni di valori fondamentali per la realizzazione di una società migliore.
È un libro che cerca di realizzare i propri obiettivi didattici mediante chiari inviti alla riflessione alleggeriti nel racconto da tante situazioni divertenti, a tratti persino comiche.
Chi è Quazel?
Quazel è un giovane alieno che per fatalità si ritrova sulla Terra. Catapultato in un altro mondo da un lontano pianeta, dopo un primo momento di scoramento, la sua breve e forzata permanenza si trasformerà ben presto in un’esperienza di amicizia grazie all’incontro con dei coetanei preadolescenti. La sua permanenza sulla Terra sarà oltremodo segnata anche e soprattutto dalla voglia di scoprire tutto dei suoi nuovi amici e delle regole che governano le loro relazioni. La curiosità del giovane alieno sugli usi e i costumi dei terrestri si concentrerà infatti proprio sul tema dei diritti dei minori. Perno essenziale intorno cui ruota appunto la storia di Quazel.
Il libro offre pertanto diversi spunti di analisi su temi da approfondire, dispensa tante notizie utili e soprattutto pone all’attenzione del lettore alcune pagine di diritto, attraverso essenziali richiami, in piccolissime dosi, alla Costituzione italiana, alla Convenzione dei diritti dell’Uomo e alla Convenzione dei diritti del fanciullo.
Insomma, un libro jus in fabula cioè il diritto come una favola – dal neologismo dell’autrice – che genitori e figli potranno leggere insieme affinché nelle giovani generazioni maturino la conoscenza e il rispetto delle regole, pre-condizione necessaria per una società più sana e giusta.

6,9912,00
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Codice rosso

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Codice Rosso è un viaggio da incubo nella Sanità calabrese che porta il lettore a sprofondare nelle malebolge dell’inferno dantesco.

E sono vere e proprie trivelle le penne dei due attenti giornalisti calabresi, Arcangelo Badolati e Attilio Sabato, che scavano in un sistema putrido e putrescente e ne tirano fuori esalazioni nocive e mortifere che fanno rabbrividire. C’è di tutto nel sistema sanitario calabrese: ruberie, sprechi indicibili, conclamati sistemi clientelari, infiltrazioni mafiose strategiche, ritardi inspiegabili, immobilismo atavico, ospedali fatiscenti, disinteresse e disattenzione e tante, forse troppe, morti in corsia.

La Sanità calabrese è da sempre un pozzo senza fondo che consuma tre quarti del bilancio regionale e spende più della metà di quanto incassa. È un sistema rimasto imbrigliato nelle maglie di una politica pasticciona che ha inaugurato ospedali mai aperti e strutture mai utilizzate. Un pianeta diventato appannaggio dei partiti che ne controllano la gestione attraverso l’occupazione sistematica delle aziende diventate vere e proprie “fabbriche del consenso”.

L’inferno.

Che la “rivoluzione copernicana” attuata negli ultimi anni con il “piano di rientro” ha reso ancora più infuocato. Una cura dimagrante che ha dimezzato reparti, ha tagliato posti letto, ha prodotto una forte emigrazione sanitaria nel mentre le risorse per migliorare gli ospedali fatiscenti si sbriciolano e sbrindellano in ogni dove.

E poi quegli ospedali vengono chiusi o ridimensionati.

Ed è per questo che in Calabria si muore di “sanità”.

Spesso. Troppo spesso.

 

4,9914,99
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Come d’improvviso

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Questo libro, che nasce da un’esperienza personale, racconta una storia nella quale ci si ritrova. Colpisce l’asciuttezza, il rigore dello stile e anche dei contenuti. E poi l’ironia sottile, a cui Moira Sola non rinuncia mai.
I personaggi si muovono in punta di piedi attorno al personaggio principale, la donna, quella che deve affrontare la prova più difficile.
E lei, che sembra guardare la vita dall’esterno, come se fosse in una grande bolla, nella malattia riscopre la vita.
La genesi del libro è stata particolare, quasi inconsapevole. È come se la storia avesse preso forma da sola.

5,9912,00
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Come Dei in Terra

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Sibari, fondata nell’VIII secolo a.C. sulla costa jonica calabrese da coloni achei, diventa in meno di due secoli una metropoli di oltre 300.000 abitanti. Una città multietnica e multireligiosa, lontana per questo dai concetti di austerità e moralità del mondo greco.
Sibari è sempre apparsa grande perché grande è la sua leggenda.
La città della perdizione, della lussuria e dell’ozio descrittaci dagli storici, ci appare come la nuova Gomorra dell’Occidente. Non più corrotta di molte altre città dell’antichità, miti e leggende sono fiorite su Sibari quasi a demonizzarne il nome ed il ricordo. Infatti, pur non avendo lasciato nomi di prestigio nella storia della letteratura, della filosofia e dell’arte, né monumenti celebri in archeologia, Sibari è riuscita, come nessun’altra città coeva magnogreca, ad imporsi all’attenzione degli storici, dei ricercatori e dei viaggiatori proprio per il suo nome legato al mistero della favola, che più della storia stimola la fantasia avventurosa dell’uomo. A questo punto viene lecito domandarsi quanto di vero ci sia nel mito di Sibari.
Questo saggio vuole leggere nella documentazione letteraria ed archeologica di Sibari e della sibaritide, l’importanza determinante della sua presenza nella storia e nella cultura quale segno più arcaico della civiltà occidentale nei suoi moderni aspetti imprenditoriali di società dominata dall’economia, aperta ai valori dell’emancipazione femminile, dell’accoglienza e dell’integrazione dello straniero.
Per questa sua modernità di pensiero il mondo greco ne decreterà la distruzione ad opera delle milizie di Crotone e ne costruirà il mito.

7,9915,00
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Come fiore nel deserto

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La raccolta poetica: Come Fiore del Deserto è il dialogo tra più linguaggi creativi, tra poesia e cinema, in chiave antropologico-esistenziale per provare a svelare ed “accogliere verità sconosciute” (O. Ciapini).

Un viaggio tra i significati “manifesti” e “latenti” (O.C.) di opere filmiche che si traduce in suggestioni poetiche all’interno di un percorso corale di trasformazione in senso creativo.

È un progetto che è “mèta e nuova partenza” (S. Vivona) in un viaggio di crescita personale che vede la scrittura come approdo sicuro nel mare in tempesta.
Lo sguardo poetico si rivolge alla complessità del vivere, cercando le parole per decifrare “un mondo ostaggio di se stesso/vestito di vecchie/usate/ paure” (S.V.), spaziando dalla ricerca identitaria all’incontro ed alle relazioni, tra gioie e dolori, attese, illusioni e speranze, alla ricerca della Bellezza da costruire con le proprie mani e da proteggere come un “Fiore del Deserto/fragile e coraggioso” (S.V.) che cresce in condizioni difficili ma che, quando sboccia, è di rara bellezza.

 

7,9912,00
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Compagno maggiordomo in casa Mancini

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Un simpatico affresco familiare in salsa politica, ambientato tra la fine del 1963 e la prima metà del 1964, nell’abitazione romana del potentissimo ministro della Sanità Giacomo Mancini.

E’ il succoso compendio di ricordi di cui Angelo Lo Gullo ha reso partecipe il giornalista Francesco Kostner, prezioso supporter nella realizzazione del volume.

Un quadretto domestico frizzante e suggestivo, al cui interno si intrecciano la figura dell’indimenticato leader socialista, impegnato nella fase più importante della sua esperienza politico-istituzionale, la prorompente personalità della consorte, donna Vittoria, e uno spaesato giovanotto del rione Massa di Cosenza, appunto Angelo Lo Gullo, cooptato come domestico in una delle residenze più “in” dell’epoca.

Un gustoso e avvincente volumetto che supera ogni più rosea aspettativa consentendo di conoscere da vicino, come mai è avvenuto finora, uno spaccato del contesto familiare e i forti sentimenti che hanno unito l’ex leader socialista e l’inseparabile donna Vittoria.

Se a Lo Gullo va certamente il merito di aver tirato fuori dal cassetto pagine insospettabili della sua giovinezza, Francesco Kostner si distingue ancora una volta per l’abilità narrativa con cui propone ai lettori i suoi ricordi, elegantemente inseriti in una costruzione sobria, ma accattivante.

5,4910,00
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Considerazioni e meditazioni

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Gli argomenti del libro mostrano e commentano il risultato dell’equazione di Schrödinger dei vari atomi della Tabella di Mendeleev. Sono anche considerate alcune correzioni all’Hamiltoniano di Schrödinger suggerite da evidenze sperimentali.

7,9918,00
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Corpo e potere nell’ideologia ‘ndranghetista

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Questo lavoro intende analizzare – da una prospettiva filosofico-educativa di matrice freireana e utilizzando i concetti chiave di Foucault sul rapporto corpo-potere – la complessa fenomenologia del potere ’ndranghetista, enucleando e fissando le categorie ordinatrici del suo disegno ideologico, la cui autentica cifra espressiva risiede nel manifestarsi quale linguaggio (e retaggio) del vecchio potere sovrano che sceglie il corpo come registro simbolico e codice d’azione su cui rendere pubblico il proprio desiderio di dominazione sociale. Il corpo, con le sue ferite, reca i segni dei vissuti umani e ne consente di interpretare il senso e il significato sociale. Le mafie, e soprattutto la ’ndrangheta, esplicano la loro fenomenologia di potere proprio nel governo del corpo, costruendo uno schema di dominio totalizzante: espropriare la corporeità è frantumare l’identità umana, impossessarsi di essa, strozzando la sua possibilità di espressione storica e distruggendone ogni traccia ontologico-sociale.

Seconda edizione

4,9915,00
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Corpo e potere nell’ideologia ‘ndranghetista Seconda edizione

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Questo lavoro intende analizzare – da una prospettiva filosofico-educativa di matrice freireana e utilizzando i concetti chiave di Foucault sul rapporto corpo-potere – la complessa fenomenologia del potere ’ndranghetista, enucleando e fissando le categorie ordinatrici del suo disegno ideologico, la cui autentica cifra espressiva risiede nel manifestarsi quale linguaggio (e retaggio) del vecchio potere sovrano che sceglie il corpo come registro simbolico e codice d’azione su cui rendere pubblico il proprio desiderio di dominazione sociale. Il corpo, con le sue ferite, reca i segni dei vissuti umani e ne consente di interpretare il senso e il significato sociale. Le mafie, e soprattutto la ’ndrangheta, esplicano la loro fenomenologia di potere proprio nel governo del corpo, costruendo uno schema di dominio totalizzante: espropriare la corporeità è frantumare l’identità umana, impossessarsi di essa, strozzando la sua possibilità di espressione storica e distruggendone ogni traccia ontologico-sociale.

Seconda edizione

4,9915,00
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Cosa manca

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C’è Carlo Barbagallo, il Geppeto felice del paese, benvoluto e amato da tutti e che con il suo agriturismo e le sue euforie ha allietato i palati, le giornate e gli umori di intere generazioni. Quando durante la festa dei suoi sessant’anni, balzando a piedi nudi sul suo tavolo, annuncia pubblicamente di voler trasformare lo storico agriturismo Barbagallo in una scuola di salsa, suo figlio Tibaldo, umile e anonimo supplente di italiano, lo crede pazzo e vi si oppone a modo suo cercando l’assenso della famiglia e dei conoscenti, imbattendosi in paradossali incontri ed avventure che mai avrebbe immaginato di vivere.

C’è Pito, ricciolone sbarbato, laconico e introverso, che vive da due anni in un buco nero fatto di caffè, fotocopie e scontrini per il rimborso spese. Quando realizza che tra una settimana sarà avvocato, gli crolla il mondo addosso.
E così, in una afosa mattina di luglio, durante la proclamazione di laurea della sua migliore amica Valentina, sfida il suo cervello, cambia sguardo e cerca, inconsciamente, ogni appiglio, ogni piccola occasione che potrebbe stravolgergli la vita pur di non passare da un buco nero a un altro. E la trova quando, in un pub irlandese di Piazza Venezia, una sconosciuta lo seduce, lo provoca, e gli chiede di partire all’indomani con lei per Nogent sur Marne, alle porte di Parigi, per fare il cameriere. La sua vita non cambierà, lui sì.

E poi ci sono Gabriella, Ilario, Giovanni, Emilio e il Maestro, giovani figli del mondo che, dopo le loro lauree, si erano promessi di rimanere a Roma e invece, hanno dovuto separarsi approdando in cinque lontani e differenti paesi.
Non per questo sono meno amici di prima.
Si riuniscono, una volta all’anno, in un posto diverso del globo, non importa quale. Perché non esiste il luogo perfetto, esistono le occasioni, i momenti, le ambizioni, che se sono quelli giusti, fanno di ogni città il posto perfetto.

E così tutti gli altri personaggi del romanzo, giovani disperati viaggiatori che hanno poco e nulla tra le mani, ma non per questo rinunciano a rimanere sognatori.

7,9915,00
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Cosa nuova

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Cosa Nuova. Pensavo e ripensavo. Così spaventosamente simile a Cosa Nostra, eppure così sideralmente lontana dai suoi modelli verticistici e stragisti. La ’Ndrangheta ha avuto una infinità di nomi nel corso del tempo, tutti molto indicativi del periodo che l’organizzazione attraversava: “Famiglia Montalbano”, “Picciotteria”, “Onorata Società”, “La Santa”, segnano momenti diversi di un filo criminale mai interrotto. E oggi Cosa Nuova è l’etichetta che riesce a contenerne molte altre: quella di una organizzazione trasversale nelle alleanze e negli affari, di una mafia globale proiettata nel futuro, di un Sistema perfetto e inattaccabile. Sarà pur vero che, come diceva George Orwell, per vedere quello che abbiamo davanti serve uno sforzo costante, eppure a me fu subito chiaro, e senza che mi sforzassi troppo nell’analisi, che quella che mi si era parata davanti fin dall’inizio del viaggio era davvero cosa nuova; anche se, prima che il Cacciatore M. me lo confessasse, quasi segretamente, non potevo immaginare che il nome coincidesse con la categoria mentale che ne avevo tratto. Già, il mio viaggio. Sembrava fosse finito. O forse no, un viaggio non finisce. Mai. Piuttosto, ne cominciano altri. Semplicemente, stavo dismettendo i panni del viaggiatore. No, un viaggio non finisce.

5,9912,00
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Cosa significa oggi essere di destra?

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Le parole della politica, al tempo dell’antipolitica, sono quasi tutte indebolite di significato. C’è in Italia un movimento di successo (il M5s) che, come altri movimenti in passato (dall’Uomo qualunque alla Lega, all’Italia dei Valori) rifiuta le categorie storiche e si dichiara oltre la destra e la sinistra. A capo del partito più rappresentativo della sinistra c’è un uomo che viene dal Centro ed è accusato di fare politiche di destra. Intanto la destra sembra liquefatta e – come previsto da un uomo di destra quale Montanelli – risulta irriconoscibile dopo lo stravolgimento portato nello scenario politico da un uomo come Berlusconi, che con la destra non aveva nulla in comune.
Ma la destra? Ce n’è ancora bisogno? Pare di sì. Mai prima di ora se n’è parlato così tanto e in modo così inconcludente. Fino a venti anni fa, una destra chiaramente riconoscibile in Italia esisteva. Alla fine, banalmente, era il mondo che si ritrovava nel Msi e in Alleanza nazionale, semplicemente perché, fino al ‘94, nessun altro in Italia si assumeva il rischio di dichiararsi “di destra”. In giro per il mondo di destre se ne possono trovare varie e di difficile omologazione tra di loro, ma questo è piuttosto dovuto al fatto che le destre, per loro stessa natura, sono un prodotto “tipico”, con tratti peculiari a secondo dei popoli e delle nazioni. Dopo che ad essere stata egemone all’interno del polo di destra, per consenso ma anche per risorse e capacità comunicative, è stata un’aggregazione composta da “destri per caso”, molti dei quali venivano dalla sinistra socialista o comunista, oggi, al netto di una moltiplicazione di gruppi parlamentari di cui non sono chiari i contorni o le strategie, a proporsi come guida è Salvini, leader di un movimento che nasce anti-italiano e che rivendica radici personali di sinistra (era il capo dei “comunisti padani”). Forse, in questo Caos, cercare di ridisegnare un perimetro che abbia una coerenza dottrinaria, storica e valoriale della Destra può apparire quasi velleitario, ma non per questo meno necessario e forse persino meritevole.

 

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Cosangeles

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Ornella Muti si volta e citando il vero nome di Jo Pinter gli chiede: “Ma tu di dove sei?” “Di Cosangeles. Calibriornia.
A trenta chilometri da San Francisco di Paola”.

“Eravamo grattisti, siamo diventati mafiosi. Era vita da malavita”
Franco Pino

Non può essere che la casa di Paolo De Stefano, il boss dei boss. Fascista convinto, fece scappare Freda da Catanzaro.

Dicono che i Nuclei Sconvolti l’abbiano seppellita a Potame in una cassa, con una bottiglia di Dom Perignon e venti grammi di manali, e che tutto sarà aperto quando il Cosenza per la prima volta riuscirà ad andare in serie A.

La voce era corsa come un lampo tra Kennedy, la Matriarca, il bar Manna e il Gatto nero. Si sfidano con le Porsche sul Ponte di Mancini. Era stato il popolo ad intitolarglielo in vita senza attendere la toponomastica ufficiale…

 

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Critica dell’antimafia

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Una lettura critica della legislazione antimafia, che passa attraverso le discutibili operazioni della magistratura, la rigidità del regime carcerario del 41 bis, le anomalie del “concorso esterno”, la presunta “trattativa” tra Stato e mafia. Un diritto imperfetto, che innesca continui conflitti con il potere politico e lede fondamentali garanzie costituzionali del cittadino.
L’accostamento di analisi storiche, sociali, giuridiche, permette inoltre una genuina riflessione su cosa siano divenute oggi le organizzazioni mafiose, e su quali siano gli strumenti migliori per combatterle. Senza farsi influenzare dal crescente allarmismo, dalle paure e dagli inganni che puntualmente ci vengono proposti.

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Cronotassi dei vescovi di Cassano. Diocesi Calabro Lucana dei due mari. XVII Secolo

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La storia della diocesi di Cassano, letta attraverso la cronotassi dei suoi vescovi, non è solo la storia della chiesa locale. Al contrario, è la storia nella sua piena totalità. Non è storia di preti, ma di uomini immersi nella temperie del loro tempo, artefici e, al contempo, succubi di eventi, spesso tremendi, fra scontri di volontà discordi e di poteri forti, fra una visione del mondo nuova, che va maturando con Galileo e Campanella, e con altri scienziati e filosofi, tra cui con pochi Calabresi, oggi meno noti, ma, coi loro studî, determinanti concorrenti alla  costruzione del pensiero moderno, e un potere ottuso e parassitario, e un attardamento culturale, che nel nuovo vede solo una minaccia all’ordine politico-sociale e alla consolidata tradizione scientifica.
La storia della diocesi di Cassano è quella delle carestie, delle rivolte, dei terremoti, delle pestilenze, da cui è ripetutamente afflitto l’intero territorio, dei grandi movimenti in atto nel Viceregno di Napoli e in Europa, dei rapporti fra Chiesa e potere spagnuolo. È la grande storia, che prende particolare forma in quella porzione della Chiesa e del Viceregno qual è, appunto, la vasta e agognata diocesi di Cassano, segnandone il cammino, non agevole, lungo il corso del tempo, fra esaltazioni, cocenti umiliazioni, aspre lotte e mutilanti ferite, al cui medicamento è, spesso, accorso l’opera sollecita dei Vescovi.

14,9930,00
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Crotone nera

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Una raccolta di racconti legati fra loro non solo dall’ambientazione, la città di Crotone, ma anche dai personaggi che, entrando l’uno in relazione con l’altro, come anelli di una catena tengono insieme i vari componimenti.
È cupa l’atmosfera che aleggia e ovunque imperversa lo squallore di un’umanità reietta che, indipendentemente dalla propria estrazione sociale, si trascina tra i liquami della corruzione morale… della cattiveria sociale.
La Crotone descritta è ferocemente attuale: non è più tempo di indugiare leziosamente in ricordi di fasti magnogreci ormai lontanissimi o in rimpianti di epopee industriali recenti e definitivamente finite.
Quella Crotone non esiste più. Quei crotonesi sono morti.
Ciò che rimane è una Crotone nera come una scoria, popolata da ombre senza corpi.
L’autore non è né vuole essere uno scrittore. Non è letteratura né sociologia quello che propone: l’intento è esplicitamente politico.

 

5,9910,00
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Crucuddrisi

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Poesie in vernacolo calabrese

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