Biografia

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Turano Anna

Anna Turano è nata nel 1959 a Cosenza, dove risiede.
Madre di due splendidi ragazzi di 29 e 21 anni, Pierfrancesco e Stefano che rappresentano il vero amore della sua vita, insieme all’amore per la vita in se stessa.
Nel 1985 si laurea con lode in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Roma, abilitandosi all’esercizio della professione medica nella seconda sessione. L’anno successivo si iscrive all’Ordine dei medici Chirurghi della Provincia di Cosenza e nel 1989 consegue la specializzazione all’Università degli Studi di Catania in Patologia della Riproduzione Umana.
Comincia ad esercitare la professione medica sin dal 1986, svolgendo l’attività come ginecologo e come medico generico. Nel 1991 diventa assistente medico nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Barbara di Rogliano. Dopo due anni si trasferisce all’Ospedale Annunziata di Cosenza dove, oltre a svolgere regolare servizio, le viene affidata la sezione di Diagnostica Ecografica Ostetrico-Ginecologica.
Dal 2003 lavora presso il Consultorio familiare con la qualifica di Dirigente Medico.
Nel corso della sua ormai lunga esperienza lavorativa si è soffermata con amore, pazienza e dedizione alla cura delle patologie che la popolazione odierna affronta lungo il corso della sua vita fertile e non. Ha osservato come nell’andare degli anni patologie soltanto accennate nei vari libri di testo degli anni dell’università, sono diventate emergenti rappresentando ormai il vero problema della ginecologia e ostetricia di questi anni. Studiando a lungo e valutando la patologia nei suoi molteplici aspetti, andando ad indagare su aspetti insoliti per la medicina corrente, ella, con l’aiuto delle pazienti che hanno dato il loro fondamentale contributo disponendosi ad affrontare percorsi diagnostici sicuramente inusuali, è arrivata ad alcune conclusioni che vengono illustrate in questo volume. Dalla valutazione dei dati e con l’ausilio di conoscenze fondamentali, maneggiando in maniera strategica l’armamentario farmacologico, è possibile riportare a guarigione il paziente, senza mai prescindere dalla sua volontà di guarire, che significa per il paziente “mettersi in gioco”.