Biografia
De Grazia Mario
Mario De Grazia vive a Lamezia Terme (Cz), dove, da molti anni, esercita la professione di avvocato.
Impegnato fin da giovane in attività sociali e politiche, ha ricoperto incarichi di responsabilità nell’Azione Cattolica e nelle ACLI, di cui è stato anche presidente regionale. Più volte consigliere comunale della sua città e, per un breve periodo, anche consigliere regionale eletto nelle liste del PDS, l’autore è stato sempre ispirato dalla necessità di un agire politico inteso come servizio alla comunità.
È stato ispiratore e promotore di “Alleanza per Lamezia”, il progetto politico che, dopo il primo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale di Lamezia, ha riconsegnato la città alla società civile, attraverso la costruzione di una grande partecipazione democratica.
Ha pubblicato nel 1998 “Cominciava una storia…” (Fratelli Gigliotti Editore, 1998), racconto della lunga esperienza vissuta con altri amici accanto a don Saverio Gatti, indimenticato educatore e testimone di solidarietà ed impegno civile nella comunità ecclesiale e cittadina.
Nel 2006 ha curato la raccolta di saggi “Mediterraneo… mare di approdi o di frontiere?” (Fratelli Gigliotti Editore), dagli atti dei seminari estivi tenuti alla Domus Bethaniae (Platania – Cz) sul tema della pace e del dialogo nell’area mediterranea e del rapporto Israele-Palestina.
Una collettività che rimuove i fatti che hanno segnato tragicamente la sua storia senza farne memoria e senza provare a spiegarsene le ragioni, rinuncia ad una buona occasione per progredire.
Questo lavoro vuole contribuire a superare la scelta ingiustificata del silenzio e spingere verso una riflessione più attenta su ciò che è accaduto e che continua ad accadere a Lamezia come in Calabria. Un contributo per un nuovo, forte impegno civico di lotta e di liberazione dalle mafie e dalle commistioni politico-affaristiche che trovano spesso alimento nelle “zone grigie” dell’illegalità e dalla colpevole ignoranza e/o indifferenza.
L’accertamento della verità e il perseguimento della giustizia sono il primo e necessario risarcimento che la città e le istituzioni repubblicane debbono alle vittime della mafia e ai loro familiari. Questo è il modo più efficace per consegnare alle nuove generazioni una città che, essendo stata capace di fare i conti con il suo passato, riesca ad esprimere e costruire una rinnovata cultura di pace, convivenza e democrazia reale per il futuro.